Luca Fornovo, La stampa 28/09/2009, 28 settembre 2009
IN EUROPA RISCHIANO LE BANCHE D’AFFARI"
Sulle banche si sta facendo una gran confusione, i problemi più gravi li hanno le banche d’affari». All’indomani della notizia del buco da 400 miliardi di euro delle banche europee, rilevato dagli stress test condotti dall’Ue, il professore-manager, Ettore Gotti Tedeschi, neo presidente dello Ior, la banca vaticana, parla con La Stampa del mondo del credito. Per l’economista, che è alla guida delle attività italiane del gruppo spagnolo Banco Santander, ed è stato consigliere d’amministrazione del Sanpaolo Imi e della Cassa Depositi e Prestiti, «i guai più grossi hanno riguardato le banche d’investimento», come Lehman Brothers e Merrill Lynch, ma «le banche commerciali, quelle per intendersi con gli sportelli, non sono in una situazione grave, i problemi sono risolvibili».
Il professore, che insegna Etica della Finanza all’Università Cattolica di Milano è, comunque, contrario all’accanimento contro le banche. «Non sono loro le vere responsabili della crisi, le banche sono solo un mezzo, uno strumento. Questa crisi è invece una crisi morale, una crisi dell’uomo». Per il numero uno dello Ior «ci sono grandi competenze tecniche sia in campo finanziario che tecnologico, ma poi manca la conoscenza vera, quella che permette agli uomini di comprendere le cause di un fenomeno e quindi di anticipare eventuali effetti disastrosi». Di previsioni su come sarà il mondo dopo la crisi Gotti Tedeschi preferisce non farne: «Penso che spesso gli scrittori di fantascienza ci abbiano azzeccato molto di più degli economisti, degli scienziati e dei politici». Ma il fatto grave è stato l’aver creato un’economia a debito, sulle spalle delle famiglie. «Soprattutto in America - osserva il nuovo banchiere del Vaticano - le famiglie americane si sono indebitate a dismisura e ora hanno perso il 40-50% dei loro risparmi, dei fondi pensioni, del valore della loro casa e in più non hanno la certezza del loro posto di lavoro».
Gotti Tedeschi punta il dito anche sull’economia italiana, che come in altri Paesi occidentali, è «poco competitiva anche a causa del calo demografico che è iniziato a metà degli Anni Settanta». Altro che Bot, titoli di Stato, azioni o puntare sul mattone, «gli italiani devono investire nei propri figli» taglia corto il neo-presidente dello Ior. Ma in Italia c’è un problema di scarsa competitività che, secondo il professore-manager, è data dai «costi del lavoro e della previdenza che sono alti rispetto ai Paesi emergenti, dal fatto che investiamo poco nelle tecnologie e poi c’è il problema dei prodotti unici del made in Italy, che poi così unici non sono più perché vengono continuamente copiati». Ci sono però dei settori che possono fare da volano a tutta l’economia. «Per esempio - osserva il banchiere - l’auto è un comparto strategico perché continua a creare un forte indotto anche se purtroppo si è ridotto rispetto a un po’ di anni fa quando per ogni euro investito nell’auto se ne creavano altri 7 euro in altri settori dell’indotto. Capisco ed è giusto che ci sia tanta attenzione da parte dei governi per difendere e sostenere l’industria automobilistica».
Gotti Tedeschi, che ieri era a Rivarolo Canavese (in provincia di Torino) per partecipare insieme al sindaco Fabrizio Bertot al convegno «Carità e verità. La crisi economica, la libertà e l’enciclica di Benedetto XVI», organizzato da Alleanza cattolica, ha parlato anche di come si può uscire da questa crisi economica e finanziaria, indicando tre vie. La prima è quella di lanciare una sorta di Piano Marshall, come si è fatto negli anni Cinquanta, ma stavolta per il Terzo Mondo, facendo ovviamente dei forti investimenti. « un un’idea che piace molto al Papa - commenta il neo-presidente dello Ior - e che il premier del Regno Unito, Gordon Brown, ha cercato di portare avanti ma per ora senza riscontrare un grande successo. Eppure in Africa ci sono delle grandi opportunità, chi sembra averlo capito veramente sono i cinesi, che hanno iniziato a sfruttare le materie prime del Continente».
Poi c’è una seconda via che è la redistribuzione della ricchezza. «Ma è una strada difficile a causa dell’egoismo degli uomini che non sono disposti a fare dei sacrifici» commenta amaramente Gotti Tedeschi. Infine, la terza via che in America stanno battendo, sono le biotecnologie, un settore con potenzialità sconfinate nell’industria del cibo, nell’energia e nella salute. «Il biotech - conclude il banchiere - potrà agire da acceleratore della ripresa, ma è ancora un terreno in parte sconosciuto, che presenta rischi e problemi come quello della vita artificiale, un aspetto che preoccupa non poco il Santo Padre».