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 2009  settembre 28 Lunedì calendario

IL VILLAGGIO DELLA CALABRIA DOVE NASCONO I ROMANZI ROSA


Le ville di tre scrittrici americane trasformano Badolato

«Tre donne a Badolato son venute». Bisogna partire da qui, parafrasando Dante. Per­ché Badolato, un piccolo bor­go medievale arroccato sulla collina a due passi dalla costa ionica calabra e a 30 chilome­tri da Catanzaro, è stato un colpo di fulmine. Siamo nel 2002, una quarantina di scrit­trici e lettrici americane di ro­manzi rosa partecipa a un viaggio nel Sud Italia organiz­zato dall’editore Kathryn Falk, guru del rosa, come au­trice e fondatrice a New York di una rivista cult del genere, Romantic Times Magazine,

nota agli appassionati sempli­cemente come RT . Il manipo­lo di donne approda a Badola­to, un paese che sembra ta­gliato fuori dalla storia, con poche centinaia di abitanti dell’età media di ottant’anni. Il nutrito manipolo di lettera­te se ne innamora e lo battez­za «il paese del silenzio». Det­to tra parentesi: Badolato, con Riace, è stato di recente lo scenario di un cortometrag­gio di Wim Wenders, « Il vo­lo », con Ben Gazzara, sui rifu­giati politici dell’Eritrea, Ser­bia, Afghanistan, Nigeria, in particolare sulla popolazione immigrata infantile.

«Un luogo mistico, era lì che ci aspettava», dice oggi la scrittrice canadese Isabella Montwright, che dopo aver lavorato come avvocato in pa­tria, vive da un decennio tra Badolato e la Puglia, dove, ol­tre a scrivere romanzi ( A Scent in the Night è il giallo che le ha procurato un discre­to successo), ha avviato una fortunata azienda vinicola. Anche lei, allora, faceva parte del gruppo, con Mrs Falk e con Jude Deveraux, regina del romanzo storico popola­re, capace di inchiodare alle sue pagine milioni di lettrici americane. Eccole lì, dunque, le tre signore ammaliate del silenzio di Badolato: vengono dalla Big Apple, dal North Ca­rolina e dal Québec e sono Ka­thryn, Jude e Isabella. In quel­lo stesso anno, 2002, tornano da sole nel borgo medievale calabrese: «Un presepe di pie­tre, un insieme di piccole fiac­cole che odora di legna e di pane appena sfornato»: Isa­bella ha una certa dimesti­chezza con le metafore traso­gnate e le usa senza timori.

Insomma, vinte dalla poe­sia del luogo, dalla bellezza della collina mediterranea, persino dal fascino dei ruderi e da quel «silenzio che ti par­la e ferma il tempo», le tre stringono la loro amicizia sot­to l’insegna di una promessa: fare di Badolato un villaggio letterario, ma non solo lettera­rio, internazionale. Così, met­tono insieme parte delle loro fortune e affidano a un archi­tetto nato e cresciuto nel po­sto, Pasquale Fiorenza, il pro­getto di due gigantesche di­more dove poter ospitare scrittori, ricercatori, cineasti e artisti di mezzo mondo in cerca di quiete e ispirazione per i loro lavori creativi: sono nate così Villa Barrow e Palaz­zo dei Mandorli, stile liberty e stile medievale. Isabella le descrive così: «Pietre, ferro battuto, marmo, colori e splendore: due dimore gigan­tesche, con spazi e calore, per esaltare le ricchezze non solo del luogo, ma soprattutto quelle intime dell’animo uma­no ». Va da sé che le due ville, per conciliare al meglio l’ispi­razione dei suoi ospiti, guar­dano da ampie terrazze e ve­rande la riviera di Nausicaa.

Le tre «sognatrici», come amano definirsi, hanno la fer­ma intenzione di lanciare alla grande il loro progetto. Ma già qualche cosa hanno fatto nel recente passato e tra gli ul­timi invitati contano Shan­non Drake, nome d’arte di He­ather Graham, che ha firmato rosa-romance e famosi be­stseller di genere tra lo stori­co, l’avventuroso e il vampire­sco. Ma non sono mancati gli italiani, come l’antropologo Vito Teti e la produttrice cine­matografica Patrizia Tallari­co. Ora, sopra i ruderi dovreb­be nascere non solo un labo­ratorio creativo ma anche un luogo di incontro e di scam­bio che aggiungerà alla lette­ratura e all’arte il piacere, que­sto sì tutto italiano, della cuci­na (con l’aggiunta dell’agget­tivo «sperimentale»). Lo pro­mette Isabella: Badolato «li­ving literary village».