
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi la Germania va al voto per rinnovare il Parlamento (Bundestag) e far nascere così un nuovo governo.
• Stiamo parlando del Paese il cui primo ministro è Angela Merkel?
Sì, esattamente. Lei dice primo ministro, ma si deve dire «Cancelliera » o Kanzlerin . Nel 2005 vi fu una lunga discussione sul problema se si dovesse dire cancelliere o cancelliera, dibattito al quale la Merkel non partecipò e non ha mai partecipato. La Kanzlerin certe volte è sublimamente indifferente. Le fecero una storia perché a una certa prima a Oslo s’era presentata con un abito blu cobalto disegnato da Anna von Griesheim che aveva una scollatura profonda. Scandalo sui giornali e suo commento: «Che posso fare se non hanno altro di cui occuparsi? » Un’altra volta disse: «Le persone che hanno tempo di occuparsi del mio aspetto fisico devono senza dubbio avere una vita meravigliosa». A proposito, non è così grossa come appare in tv o nelle foto. Ma basta parlare della Kanzlerin . Ce ne occuperemo domani, quando la sua vittoria sarà ufficiale.
• Vittoria sicura?
Così dicono tutti i sondaggi secondo i quali Angela è molto più popolare del suo partito, la Cdu. Senza fare troppi sforzi: la Cdu è la Democrazia cristiana tedesca, il partito dei cattolici. Con questa curiosità: che a presiederlo e a correre per il cancellierato è una protestante. E altra curiosità: la Merkel è una Ossi, cioè viene dalla Germania Est. Ed è una scienziata vera, con tanto di dottorato in Fisica preso all’Accademia di Berlino con una tesi su «Costanti di velocità nelle reazioni elementari dei carboidrati semplici». anche l’unico scienziato a guidare un governo non solo in Europa, ma nel mondo. Scienziato, donna, protestante, Ossi: un caso unico. Ma vedo che lei continua a farmi parlare di lei.
• Non sono io che continuo. lei che è innamorato. L’avversario chi è?
Frank-Walter Steinmeier, detto «la star silenziosa», socialdemocratico, cioè della Spd. Ieri ha parlato a Dresda: «Se non volete un governo diviso tra vincitori e vinti dovete votare per noi...». Sembra una frase senza senso, ma significa solo che i socialdemocratici, rassegnati al primato della loro avversaria, puntano a fare un governo di Groe Koalition, vale a dire vogliono stare di nuovo insieme alla Merkel in una Grande Coalizione. Infatti nel 2005 i due partiti praticamente pareggiarono e furono costretti a mettersi insieme. Merkel e Steinmeier si affrontano, però fino ad oggi lei è stata Kanzlerin e lui il suo ministro degli Esteri. In campagna elettorale non si sono potuti colpire più di tanto. Il loro faccia a faccia in tv sembrava un minuetto, la Merkel è stata accusata di aver sparato al rivale con palline di ovatta... Prenderanno, all’incirca, un 33-35% la Cdu e un 25-27% la Spd. L’incognita vera riguarda le altre formazioni. Merkel vorrebbe mettersi con i liberali (l’Fdp) e fare un centro-destra col quale tentare di tagliare un po’ di tasse e insistere nella politica delle centrali nucleari. Se i liberali non prenderanno abbastanza voti per portare la coalizione oltre il 50% dovrà però rimettersi con i socialdemocratici. Noti che secondo i sondaggi di ieri l’asse democristiani-liberali era accreditato degli stessi voti dell’asse socialdemocratici- verdi- sinistra (Linke). Senonché i socialdemocratici tedeschi hanno confermato la linea di quattro anni fa: con la Linke, cioè con gli scissionisti di sinistra di Lafontaine, non si metteranno mai.
• Com’è fatto questo famoso sistema elettorale tedesco, che ogni tanto viene di moda da noi?
Molto complicato. Noi chiamiamo «sistema tedesco» un affare indistinto che prevede lo sbarramento al 5% e la sfiducia costruttiva. C’è però ben altro: i partiti presentano le candidature per metà attraverso liste bloccate (senza preferenze), che vengono votate col sistema proporzionale. E per un’altra metà in collegi maggioritari uninominali a turno unico. Ciascun partito, purché prenda almeno il 5% dei voti (o risulti primo in almeno tre collegi), ha diritto al numero di seggi ottenuto nel proporzionale. Il calcolo si fa così: il proporzionale ha stabilito che hai diritto a 100 seggi e ne hai vinti 60 nel maggioritario? Te ne spettano altri 40 che andrai a pescare nelle liste bloccate del proporzionale. Se, avendo diritto a 100 seggi, ne vinci 120 nel maggioritario ti tieni i 20 seggi in più. Questo curioso meccanismo fa sì che non si sappia mai in anticipo il numero dei deputati. Bisogna perciò prendere le percentuali con le molle, perché in sede di riparto i partiti più grandi hanno sicuramente dei premi impliciti.
• Bello. Se lo portassimo da noi?
Si rifrantumerebbe subito il quadro politico, rendendo indispensabili i piccoli. Quello che vuole Casini. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/9/2009]
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