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 2009  settembre 27 Domenica calendario

Oggi la Germania va al voto per rinnovare il Parlamento (Bunde­stag) e far nascere così un nuovo governo

Oggi la Germania va al voto per rinnovare il Parlamento (Bunde­stag) e far nascere così un nuovo governo.

Stiamo parlando del Paese il cui primo ministro è Angela Me­rkel?
Sì, esattamente. Lei dice primo ministro, ma si deve dire «Can­celliera » o Kanzlerin . Nel 2005 vi fu una lunga discussione sul problema se si dovesse dire can­celliere o cancelliera, dibattito al quale la Merkel non parteci­pò e non ha mai partecipato. La Kanzlerin certe volte è sublima­mente indifferente. Le fecero una storia perché a una certa prima a Oslo s’era presentata con un abito blu cobalto dise­gnato da Anna von Griesheim che aveva una scollatura pro­fonda. Scandalo sui giornali e suo commento: «Che posso fa­re se non hanno altro di cui oc­cuparsi? » Un’altra volta disse: «Le persone che hanno tempo di occuparsi del mio aspetto fisi­co devono senza dubbio avere una vita meravigliosa». A pro­posito, non è così grossa come appare in tv o nelle foto. Ma ba­sta parlare della Kanzlerin . Ce ne occuperemo domani, quan­do la sua vittoria sarà ufficiale.

Vittoria sicura?
Così dicono tutti i sondaggi se­condo i quali Angela è molto più popolare del suo partito, la Cdu. Senza fare troppi sforzi: la Cdu è la Democrazia cristiana tedesca, il partito dei cattolici. Con questa curiosità: che a pre­siederlo e a correre per il cancel­lierato è una protestante. E al­tra curiosità: la Merkel è una Ossi, cioè viene dalla Germania Est. Ed è una scienziata vera, con tanto di dottorato in Fisica preso all’Accademia di Berlino con una tesi su «Costanti di ve­locità nelle reazioni elementari dei carboidrati semplici». an­che l’unico scienziato a guidare un governo non solo in Europa, ma nel mondo. Scienziato, don­na, protestante, Ossi: un caso unico. Ma vedo che lei conti­nua a farmi parlare di lei.

Non sono io che continuo. lei che è innamorato. L’avversario chi è?
Frank-Walter Steinmeier, det­to «la star silenziosa», socialde­mocratico, cioè della Spd. Ieri ha parlato a Dresda: «Se non vo­lete un governo diviso tra vinci­tori e vinti dovete votare per noi...». Sembra una frase senza senso, ma significa solo che i so­cialdemocratici, rassegnati al primato della loro avversaria, puntano a fare un governo di Groe Koalition, vale a dire vo­gliono stare di nuovo insieme alla Merkel in una Grande Coa­lizione. Infatti nel 2005 i due partiti praticamente pareggia­rono e furono costretti a metter­si insieme. Merkel e Steinmeier si affrontano, però fino ad oggi lei è stata Kanzlerin e lui il suo ministro degli Esteri. In campa­gna elettorale non si sono potu­ti colpire più di tanto. Il loro fac­cia a faccia in tv sembrava un minuetto, la Merkel è stata ac­cusata di aver sparato al rivale con palline di ovatta... Prende­ranno, all’incirca, un 33-35% la Cdu e un 25-27% la Spd. L’inco­gnita vera riguarda le altre for­mazioni. Merkel vorrebbe met­tersi con i liberali (l’Fdp) e fare un centro-destra col quale ten­tare di tagliare un po’ di tasse e insistere nella politica delle cen­trali nucleari. Se i liberali non prenderanno abbastanza voti per portare la coalizione oltre il 50% dovrà però rimettersi con i socialdemocratici. Noti che se­condo i sondaggi di ieri l’asse democristiani-liberali era accre­ditato degli stessi voti dell’asse socialdemocratici- verdi- sini­stra (Linke). Senonché i social­democratici tedeschi hanno confermato la linea di quattro anni fa: con la Linke, cioè con gli scissionisti di sinistra di La­fontaine, non si metteranno mai.

Com’è fatto questo famoso si­stema elettorale tedesco, che ogni tanto viene di moda da noi?
Molto complicato. Noi chiamia­mo «sistema tedesco» un affare indistinto che prevede lo sbar­ramento al 5% e la sfiducia co­struttiva. C’è però ben altro: i partiti presentano le candidatu­re per metà attraverso liste bloc­cate (senza preferenze), che vengono votate col sistema pro­porzionale. E per un’altra metà in collegi maggioritari uninomi­nali a turno unico. Ciascun par­tito, purché prenda almeno il 5% dei voti (o risulti primo in almeno tre collegi), ha diritto al numero di seggi ottenuto nel proporzionale. Il calcolo si fa così: il proporzionale ha stabili­to che hai diritto a 100 seggi e ne hai vinti 60 nel maggiorita­rio? Te ne spettano altri 40 che andrai a pescare nelle liste bloc­cate del proporzionale. Se, avendo diritto a 100 seggi, ne vinci 120 nel maggioritario ti tieni i 20 seggi in più. Questo curioso meccanismo fa sì che non si sappia mai in anticipo il numero dei deputati. Bisogna perciò prendere le percentuali con le molle, perché in sede di riparto i partiti più grandi han­no sicuramente dei premi impli­citi.

Bello. Se lo portassimo da noi?
Si rifrantumerebbe subito il quadro politico, rendendo indi­spensabili i piccoli. Quello che vuole Casini. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/9/2009]