Gigi Padovani, La Stampa 27/9/2009, 27 settembre 2009
SI PUO’ GODERE DEL LATTE VERSATO, CRUDO
Costa di meno, è di moda, fa bene alla salute. Come dice un volantino del Consorzio Tutela Latte Crudo, sostenuto dalla Regione Lombardia, si può «godere del latte versato». E così il latte alla spina, da acquistare nelle «casette» vicino ai supermercati o davanti alle aziende di allevamento, negli ultimi anni è diventato un’abitudine per molti italiani: il giro d’affari giornaliero sfiora ormai i 50 mila euro, in circa 1200 punti di vendita. Chi vuole risparmiare, si porta da casa la bottiglia di vetro e/o di plastica, ben lavata. Oppure la compra sul momento, con cinquanta centesimi in più. Ma comunque il prezzo medio è intorno a un euro al litro, meno di quello di Alta Qualità offerto dai banconi dei supermercati. Potrebbe essere anche una soluzione alla battaglia dei prezzi, perché così i contadini ricevono più soldi e nello stesso tempo i consumatori pagano di meno.
Le grandi cifre del mercato vanno ancora in un’altra direzione. Il 60 per cento della domanda di latte alimentare, come ci spiega Massimo Forino, di Assolatte (l’associazione delle aziende produttrici) oggi viene garantita dai tetrapak di Uht. I consumi calano, si beve soltanto il 20 per cento del latte prodotto, il resto va in formaggi (70%), yogurt (1,9%) e gelati (6%). Le mucche italiane producono 11,9 milioni di tonnellate, che non bastano a coprire il nostro fabbisogno, perché si importano altri 1,5 milioni di tonnellate.
Eppure i distributori automatici, che offrono latte appena munto (al gusto, davvero molto diverso) sono in forte crescita. Giuseppe Invernizzi, segretario del Consorzio di Tutela Latte Crudo, è il pioniere di queste macchinette alla spina: nel settembre 2004 ha portato la prima apparecchiatura in una cascina di Settimo Milanese, con il sostegno della Regione Lombardia. «Mi consideravamo un matto - racconta Invernizzi -, perché volevo modernizzare l’antico mestolo dal secchio. Ora sono nate una decina di aziende italiane specializzate nel produrre questi distributori self-service, che esportano in Romania, Francia, Spagna, anche se pochi lo sanno. Si evita la chiusura delle aziende con l’agricoltura ”di prossimità”, come si dice oggi, mentre gli enzimi che contiene il latte appena munto ci proteggono da molte malattie».
La crescita dei punti vendita diretti è stata impetuosa: nel 2005 erano già 150, poi sono diventati 300 l’anno dopo, 600 nel 2007 e ora sono oltre 1200. In media, erogano ciascuna 50 litri al giorno, e da qualche mese portano la scritta «obbligo di bollitura», per alcuni casi di infezioni (che il Consorzio definisce non dimostrati) in bambini più piccoli. Dicono gli allevatori: «Noi non l’abbiamo mai bollito e i miei figli l’hanno sempre bevuto così». Forse oggi siamo tutti più esposti ai batteri, ma il latte crudo può aiutarci a immunizzarci meglio.