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 2009  settembre 28 Lunedì calendario

FLUSSI MONDIALI DI TURISTI IN CALO DEL 5 PER CENTO

Con la crisi economica internazionale che colpisce duramente tutti i maggiori comparti produttivi e i servizi, trasporti compresi, è inevitabile attendersi risultati difficili anche per il turismo. Il 2009, per il settore, si profila infatti come una sorta di "annus horribilis", il peggiore dal tempo degli shock petroliferi e ancor più negativo del "post 11 settembre".
Le più recenti stime della United nations world tourism organisation ( Unwto) prevedono per quest’anno una «forte caduta» dei flussi: «Il trend negativo per il turismo internazionale, emerso nella seconda metà del 2008, si è intensificato nel 2009».
Dopo un pessimo-8,2% registrato nel primo quadrimestre (da 269 a 247 milioni gli arrivi totali rispetto al 2008), periodo in cui si svolge mediamente il 28% del totale annuo dei movimenti, la situazione – grazie anche ai primi accenni di ripresa delle economie occidentali e, soprattutto, alla stagione estiva – pare destinata a migliorare lievemente verso un meno drammatico -5% (con una stima complessiva degli arrivi a fine anno di circa 875 milioni). In termini numerici, si tratterà di un balzo indietro ai livelli pre-2007, quando le partenze totali nel mondo per la prima volta superarono la soglia dei 900 milioni di unità. Anche se resta aperto l’interrogativo su cosa potrebbe accadere nel caso in cui la cosiddetta "influenza suina" di tipo A sfociasse in una pandemia planetaria.
Sotto il profilo strettamente economico, Jean-Claude Baumgarten, presidente del World travel & tourism council (il forum che riunisce un centinaio tra le maggiori imprese mondiali del settore) prevede invece una contrazione del 3,5% a livello mondiale del Pil generato dal settore, con un valore finale stimato in 5.474 miliardi di dollari. Sul piano geografico, le aree più penalizzate appaiono il Medio Oriente (addirittura -18% nel primo quadrimestre), l’Europa centro-orientale (-13%) e l’Asia meridionale (-12%), ma anche l’Europa occidentale (-10%), settentrionale e meridionale (-9% per entrambe), il Nord America e i Caraibi (-7%) risultano ampiamente sotto la media.
In controtendenza è soltanto l’Africa, dov’è previsto un andamento positivo (ottimo date le circostanze), con una forbice oscillante tra +1% e +5 per cento.
Nonostante queste fosche previsioni, Baumgarten sottolinea come i progetti di ampliamento della capacità ricettiva restino pressochè invariati negli Usa ( oltre 5.650), con un aumento globale di 158.851 stanze su un totale di 740.272 (+21,5%), seguiti dall’Asia con oltre 143mila stanze.
Più vistose le conseguenze sul piano monetario per l’intera Europa, considerato che lo scorso anno il continente ha incassato ben 435 miliardi di dollari ( poco meno della metà dei 944 miliardi generati a livello mondiale). Su questa linea, purtroppo, si pone anche il nostro paese.
Secondo le prime stime dell’Osservatorio nazionale di Federconsumatori, l’Italia registrerà un calo vistoso da oltre 20 miliardi di euro del 2008 a circa 16,5 miliardi, accentuando quella crisi in atto da anni che ci ha fatto scivolare dal primo al quinto posto nei flussi internazionali, ormai stabilmente preceduti, nell’ordine, da Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina.