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 2009  settembre 28 Lunedì calendario

NEGLI USA IL SILENZIO PUO’ COSTARE CARISSIMO


MILANO – LeBron James assieme a Kobe Bryant è il più popolare e ricco giocatore della Nba. Guadagna 25 milioni di dollari l’anno ed è campione olimpico. Con la sua squadra, i Cleveland Cavaliers, in giugno ha raggiunto la Finale di East Conference contro Orlando. Dopo aver perso malamente ga­ra 1, e aver subito insulti da certi fans e qualche giornale loca­le (pensano voglia emigrare a New York), LeBron ha ignora­to la consueta conferenza post partita di fronte alla tv. Poche ore dopo il commissioner della Nba, David Stern, gli ha rifila­to una multa da 25 mila dollari. La Nba, sport professionisti­co spesso evocato come modello anche dalle nostre parti, non tollera le assenze ingiustificate di fronte ai media. Al se­condo sgarro la somma raddoppia, i recidivi rischiano anche la squalifica. José Mourinho, il secondo più pagato allenatore di calcio al mondo, rifiutandosi di parlare ai giornalisti o peg­gio, mostrando insofferenza, in America avrebbe vita dura. Negli Stati Uniti lo sport è soprattutto immagine. Coltivarla è un obbligo contrattuale, mica una concessione.

Billy Gillispie è il coach di Kentucky licenziato la prima­vera scorsa. Il basket universitario è un affare molto se­rio negli Usa, fa ascolti pazzeschi e deve tutto alla tv. Tra le ragioni dell’allontanamento, il preside di Ken­tucky ha citato l’incapacità di Gillespie nel «rappor­tarsi » con i media (che ignorava e insultava spesso). La sera in cui Mike Tyson ha mozzicato un orecchio a Evander Holyfield, cercò di svignarsela da un’uscita laterale. Il prode Jim Gray, giornalista della rete Showtime, lo braccò gridando: «Mike, non puoi an­dartene così, devi parlare in tv». Tyson lo sapeva. Era scritto sul contratto. E per evitare guai legali (ulteriori) si consegnò alle telecamere. Shaquille O’Neal ha vinto 4 titoli Nba e accumulato oltre 700 milioni di dollari in carriera. Dopo ogni partita, anco­ra nello spogliatoio – dove i giornalisti sono accolti per regolamento – spedisce un messaggio su twit­ter per aggiornare fan e media. Non ha saltato una sola intervista in 17 anni di carriera. Dice: «Essere disponibile e in contatto con i media fa parte del mio lavoro. Parlare a tanta gente è un privilegio che non va sprecato. Se non lo avessi fatto, cosa avrei guada­gnato?».