Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La Germania sembra al centro di un attacco terroristico. Dopo il ragazzo del treno e il massacro di Monaco, sabato pomeriggio un siriano ha ammazzato una donna a colpi di machete a Reutingen (siamo a sud, nel Baden-Württemberg) e la sera un altro siriano s’è fatto esplodere nel centro di Ansbach (Baviera) all’entrata di un concerto al quale non era stato ammesso perché senza biglietto. Ad Ansbach ci sono 12 feriti, non gravi, e l’unico morto è l’attentatore. Il concerto naturalmente è stato sospeso, i 2.500 spettatori sono stati fatti evacuare, la polizia ha arrestato un uomo che potrebbe essere un complice.
• Il siriano del concerto era però un affiliato all’Isis.
E l’Isis, attraverso l’agenzia Amaq, ha rivendicato il mancato massacro, sostenendo che lo psicopatico di Ansbach «ha eseguito l’operazione rispondendo all’appello di colpire i Paesi della coalizione che combatte lo Stato islamico».
• Psicopatico?
Aveva tentato il suicidio due volte, era stato ricoverato in ospedale psichiatrico, proprio perché instabile psicologicamente non era stato consegnato alla Bulgaria, come sarebbe accaduto nel caso si fosse trattato di persona più o meno normale. I medici che gli hanno fatto l’autopsia hanno trovato molte ferite da guerra. Aveva dunque combattutto in Siria, forse con l’Isis, dato che sul telefonino ci sono prove di una sua adesione allo Stato islamico, ma forse no, se l’adesione è recente (non lo sappiamo ancora). Il ministro dell’Interno bavarese ha detto: «C’è un video in cui l’uomo minaccia in arabo un nuovo attentato in Germania nel nome dell’Islam». Si chiamava Mohammed Delel, 27 anni, probabilmente proveniente da Aleppo. Gli inquirenti dicono che la bomba esplosa davanti al concerto era di fabbricazione artigianale, assemblata dallo stesso Delel. In casa sua sono stati trovati una tanica con del liquido infiammabile, acido cloridrico, alcol puro, un saldatore, cavi, batterie. Materiali utili a fabbricare bombe. S’era costruito sei profili facebook, e uno di questi profili conteneva informazioni false. Su uno dei due cellulari c’è parecchia conversazione WhatsApp, che potrebbe risultare utile a chi indaga. I testimoni che stavano davanti all’ingresso del concerto dicono che faceva di continuo su e giù, era agitato e telefonava prima con uno e poi con l’altro telefonino. La bomba doveva essere nello zaino, e può darsi sia esplosa per sbaglio. Delel forse voleva entrare e lasciarla sul pavimento in mezzo agli spettatori. Ma, se l’intenzione era questa, che non abbia comprato il biglietto è strano: la polizia dice che addosso aveva un rotolo di banconote da cinquanta euro, tenute insieme con un elastico. Il direttore dell’ufficio sociale della città parla di lui come di «un tipo che non dava nell’occhio, gentile e cordiale».
• E il tizio di Reutingen?
Dovrebbe essere una storia d’amore. Lei faceva la donna delle pulizie in un negozio di kebab sulla Listplatz, vicino alla stazione, negozio dove lavorava anche lui. La donna, polacca, 45 anni, era incinta, lui l’ha ammazzata a colpi di machete. È uscito poi in strada e minacciava tutti con questo machete, s’è messo a inseguire un’auto della polizia, ha ferito altre due persone, finalmente il figlio di uno dei proprietari del negozio, Fatih D., gli è andato addosso con la sua Bmw e così la polizia ha potuto arrestarlo. Ventun anni, aveva precedenti per violenze.
• La Germania è o no al centro di un attacco islamico?
Propendo più per il no che per il sì. I protagonisti degli episodi che ci hanno tanto impressionato negli ultimi giorni hanno in genere agito da soli e si sono rivelati disturbati mentali. Anche il giovane che ha ammazzato nove persone a Monaco. Questo non significa che i massacri, tentati o riusciti, non vadano attribuiti al califfo: l’Isis è stata capace di creare un clima tale per cui quasi tutte le violenze, specie se provocate da un musulmano, sono attribuite alla volontà omicida dello Stato islamico, sia in Germania che nel resto d’Europa. Guardi il panico che s’è diffuso a Milano per l’allarme bomba nella metropolitana.
• I tedeschi hanno allo studio qualche iniziativa?
Il ministro dell’Interno bavarese, Joachim Hermann, vorrebbe che scendesse in campo la Bundeswehr, cioè l’esercito. Altri chiedono inasprimenti nella concessione del porto d’armi (in Germania circolano 5,6 milioni di armi legali e 15 milioni di armi illegali) e, soprattutto, un controllo della rete, che renda più difficili le comunicazioni via internet tra le varie cellule o i vari lupi solitari. Si risponde a queste richieste con l’argomento che tutti questi provvedimenti limiterebbero le libertà conquistate dall’Occidente, e segnerebbero per ciò stesso un punto a favore dell’Isis. E però incombe sulle forze politiche l’incubo Alternative für Deutschland, il partito di estrema destra e xenofobo che a ogni elezione avanza di un poco.
(leggi)