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 2016  luglio 26 Martedì calendario

All’estero, solo la Bbc pubblica gli stipendi

La politica, a partire dal Pd, vuol imporre alla Rai il tetto dei 240mila euro per le aziende pubbliche. Tetto dal quale l’azienda radiotelevisiva si sottrae avendo emesso un prestito obbligazionario quotato, due giorni dopo aver convocato una serie di dirigenti per comunicare il “taglio” dei loro emolumenti a 240mila euro lordi annui. Il Cda appoggia i vertici e la loro operazione trasparenza, anche se un consigliere come Franco Siddi chiede di «darci da soli una linea di indirizzo per il tetto agli stipendi di manager e direttori a 240mila, maggiorabile solo nel caso di contratti a termine. E le eccezioni devono subito essere rese pubbliche».
All’estero, solo la Bbc, dal 2009, pubblica gli stipendi lordi annui, tutte le spese rimborsate dell’azienda, i regali e gli inviti ricevuti da ciascun dirigente, del quale devono essere dichiarati tutti gli incarichi esterni alla corporation, anche se solo a scopo benefico. Le altre tv degli altri paesi europei, come ha rilevato tre anni fa una ricerca dell’Uer (l’organismo dei servizi pubblici dell’Europa allargata), preferiscono evitare una politica di trasparenza sui compensi di manager e giornalisti, in quanto, essendo in competizione sul mercato pubblicitario, al contrario della Bbc, temono di essere indebolite nei confronti dei concorrenti privati, che potrebbero sottrarre loro le migliori competenze, conoscendone la remunerazione. La Rai, insomma, è il primo servizio pubblico europeo in competizione sul mercato pubblicitario a rendere noti gli stipendi di oltre novanta tra dirigenti e giornalisti.
La legge ha esonerato il servizio pubblico dal rendere noti i compensi dei contratti artistici, con le stesse motivazioni con le quali i servizi pubblici europei non rendono conto dei salari dei propri dirigenti. Esclusa, appunto, la Bbc: di ciascun dirigente, la cui retribuzione sia superiore alle 150mila sterline, ad esempio il direttore generale Tony Hall, viene resa pubblico la retribuzione lorda, in questo caso di 450mila sterline (537mila euro al cambio di ieri, quindi inferiore a quello lordo di Antonio Campo Dall’Orto, pari a 650mila euro lordi per il 2016). Non basta: la Bbc, oltre ad aggiornare i dati per ogni quadrimestre, rende note tutte le spese rimborsate a ciascun dirigente: il direttore generale viaggia quasi sempre in treno e ha speso 19 sterline tra Londra e Birmingham il 26 febbraio di quest’anno. Non solo: devono essere dichiarati i regali ricevuti e gli inviti, per esempio i biglietti ricevuti in omaggio per l’Opera e il Teatro da parte di Tony Hall. Ancora: il direttore generale della Bbc, come ciascun manager della lista, deve dichiarare tutti gli incarichi esterni alla televisione pubblica, come, ad esempio, la presenza nell’Advisory Council della London Philharmonic Orchestra. Di tutto, di più, insomma, rispetto alla Rai, che, in ogni caso, è il secondo servizio pubblico in Europa a fare l’operazione trasparenza.
Gli stipendi sono stati pubblicati ieri, solo in tarda serata, in ordine alfabetico, per gli oltre novanta dirigenti i cui introiti lordi superano i 200mila euro nel 2015 o nel 2016. Ci sono diversi dirigenti e giornalisti in realtà senza alcun incarico ma, come gli ex direttori generali Lorenza Lei e Alfredo Meocci, risultato «alle dirette dipendenze del direttore generale». I vertici saranno domani in Vigilanza a spiegare l’operazione, con una parte del mondo politico che spinge per imporre “comunque” alla Rai il tetto dei 240mila euro lordi delle aziende pubbliche e una parte che chiede di conoscere l’importo dei contratti artistici che non pubblica neanche la Bbc, essendo quelli più “sensibili” alle offerte del mercato. Lo stesso Cda Rai, si propone di arrivare a «una proposta di autoregolamentazione etica che preveda una politica retributiva più corretta, flessibile e trasparente». È sempre scontro, infine, sui 240mila euro lordi assicurati a Francesco Merlo, pensionato e senza esclusiva con la Rai: «Studierei una rimodulazione del compenso o la sua revoca» commenta Siddi.