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 2016  luglio 26 Martedì calendario

Reclutare terroristi con un depliant

Finti operatori umanitari, vestiti, pasti gratis e libretti dal titolo «Vieni con noi. Ti mostreremo il Paradiso» sono i sistemi utilizzati dagli estremisti islamici per reclutare nuovi adepti fra i profughi delle guerre in Medio Oriente arrivati in Germania. Il risultato è che la polizia federale tedesca (Bka) ha una lista di 410 sospetti fra i richiedenti asilo. E 60 rifugiati sono già finiti sotto inchiesta per legami con il terrorismo. In aprile un algerino Farid A. era stato arrestato ad Attendorn, nella Germania occidentale, perché stava preparando un attentato. Si era presentato come finto profugo siriano. Venti casi simili sono stati aperti negli ultimi sette giorni. Non solo: in una settimana in Baviera, prima un richiedente asilo afghano e domenica sera un siriano hanno compiuto attentati fai da te come «soldati del Califfo».
I potenziali jihadisti seguono in rete i sermoni di personaggi come Pierre Vogel, pugile convertito, diventato uno dei predicatori salafiti più famosi della Germania. E proprio i salafiti, talebani dell’Islam, sono la punta di lancia dell’infiltrazione e reclutamento nei centri di assistenza ai profughi musulmani. Vogel, che vuole sostituire la rigida sharia, legge del Corano, alla democrazia ha pubblicato su YouTube le istruzioni su come attirare i rifugiati. Il cattivo maestro aveva contatti internazionali con personaggi del calibro di Bilal Hussein Bosnic, che ha fatto proseliti anche in Italia e adesso sconta una pena di sette anni a Sarajevo per reclutamento jihadista. Nel 2014 un’intercettazione dell’antiterrorismo dei carabinieri ha beccato Bosnic, che consigliava ad un seguace in Germania di «trovare il numero di Pierre Vogel a Dusseldorf. Digli pure che te l’ho raccomandato io. Lui saprà cosa fare».
Hans-Georg Maassen, a capo della sicurezza interna tedesca, ha rivelato che «i salafiti si sono presentati nei centri dei rifugiati spacciandosi per volontari degli aiuti invitando i profughi alle loro moschee o ad aderire alla causa». Il sistema più semplice di penetrazione è quello di garantire un minimo di assistenza ai migranti regalando vestiti ed offrendo pasti gratuiti. In alcuni stati tedeschi sono stati distribuiti libretti salafiti dal titolo emblematico: «Vieni con noi. Ti mostreremo il Paradiso». I finti volontari portano spesso caramelle e giocattoli per i bambini, ma il loro obiettivo sono i giovani adolescenti o da poco maggiorenni, senza famiglia, che potrebbe salvarli dal lavaggio del cervello.
A tal punto che in molti centri di assistenza è stato vietato l’ingresso ai barbuti dell’Islam duro e puro, che in Germania sono circa 9mila. Per evitare i blocchi gli estremisti islamici usano tecniche diverse di penetrazione. L’antiterrorismo ha scoperto che elementi salafiti si sono infiltrati nelle compagnie private che garantiscono la sicurezza dei centri profughi. Oppure si propongono come mediatori culturali per aiutare i migranti ad inserirsi nella società. Le autorità tengono sotto controllo organizzazioni apparentemente caritatevoli come Ansar international, di Dusseldorf, che incoraggia i suoi membri e le persone che aiutano a prendere le parti dello Stato islamico. Le moschee salafite spuntano come funghi, come quella di Al Nur, in un sobborgo di Berlino, frequentata da dozzine di profughi siriani. Il motivo è semplice: i sermoni in arabo e non in tedesco sono tenuti da predicatori estremisti come Abdallah Khalid Ismail, un danese che inneggia «alla distruzione degli ebrei».