
1951-2013
Sanremo, l’Italia che canta
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Un gruppo di poliziotti in borghese s’è presentato ieri negli uffici di Virginia Raggi e ha acquisito tutti i documenti relativi alle assunzioni effettuate dalla sindaca negli ultimi cinque mesi, cioè in pratica da quando s’è insediata. Del materiale, rinchiuso in un bel po’ di scatoloni, fanno parte anche i pareri e le cosiddette “determine” sui compensi. La massa di documenti è stata consegnata all’autorità giudiziaria che indaga, per ora contro ignoti, sull’ipotesi che in questa attività sia stato compiuto un abuso d’ufficio. Grillo s’è infuriato - alla sua maniera - perché i siti hanno parlato di «perquisizione». Termine improprio, che accentua senza ragione l’odore criminale della vicenda. Raggi s’è già difesa con una dichiarazione in cui sostiene che l’unica assunzione portata a termine con una procedura illegittima è stata quella di Carla Raineri, rimossa dopo pochi giorni dal suo incarico di capo di gabinetto. Poi ha detto: «Perquisizioni? Nulla da nascondere. Ho messo a disposizione i documenti richiesti con assoluta serenità».
• Della Raineri mi ricordo vagamente. È uno dei primi casi di questa sfortunata giunta cinquestelle.
È lei che ha denunciato la Raggi per abuso d’ufficio. Era capo di gabinetto, molto prestigiosa, ma, in base a quello che racconta, il duo Romeo-Marra la mise subito in mezzo. Marra, in teoria il suo vice (e oggi potente capo del personale) la scavalcava di continuo andando a riferire direttamente alla Raggi. Romeo, cioè Salvatore Romeo, era ed è un funzionario comunale che s’era messo in aspettativa e il Comune aveva poi riassunto con uno stipendio triplo. La Raineri si oppose a questa stravaganza e allora la Raggi si rivolse a Cantone, con una domanda che suggeriva già la risposta, per sapere se la procedura con cui la Raineri era stata assunta era corretta. Cantone, che sta a capo dell’Anticorruzione per volere di Renzi, rispose con straordinaria velocità che la procedura adoperata non era corretta. Raineri si dimise subito e fece sapere poi che, col clima (e l’incompetenza) che c’era in Campidoglio, se ne sarebbe andata comunque.
• Perché sulla Raggi non riusciamo a scrivere un articolo positivo?
Ha sbagliato perfino l’albero di Natale, costato quindicimila euro e che immalinconisce al momento, per la povertà di luci e addobbi, niente meno che piazza Venezia. Dopo un pezzo di Vittorio Zucconi su Repubblica sono corsi a ravvivare l’abete, ma non direi con troppo successo. I sostenitori del M5s sono convinti che non si tratti di incapacità della sindaca e del suo vertice, ma che i soliti poteri forti siano alleati per farle fare brutta figura, essendo intollerabile, per questi poteri forti, il prevalere della purezza grillina sulla malavita circolante nei palazzi. Forse è vero, ma intanto Grillo, a domanda, risponde: «La Muraro? È un affare della Raggi, non ne so niente».
• La Muraro era l’assessore ai rifiuti a cui è stato consegnato un avviso di garanzia due giorni fa.
I magistrati sospettano che la Muraro, quand’era consulente del Comune per le faccende relative alla Nettezza Urbana, abbia manovrato per favorire il padrone delle discariche, Manlio Cerroni, 90 anni. È entrata nella stanza della Raggi piangendo e gridando: «Sono innocente! E lo dimostrerò». Dice che anche se fosse condannata, le comminerebbero al massimo una multa (tesi sostenuta anche da Marco Travaglio). La Raggi, dopo aver preteso le dimissioni, non ha nominato un nuovo assessore e ha tenuto le deleghe per sé, con l’idea di riconsegnargliele quando tutto sarà chiarito. Mezzo Movimento 5 stelle dice invece che la Muraro non rientrerà mai e che se dovesse giungere un avviso di garanzia anche alla Raggi le dimissioni della sindaca e la caduta della giunta sarebbero inevitabili. Mezzo Movimento 5 stelle, specie a Roma, tifa per la caduta della Raggi. Grillo ha tuttavia l’aria di fregarsene, tanto la gente è convinta che è tutta colpa dei poteri forti.
• C’è qualche altro assessore in bilico?
Paolo Berdini, quello che ha la responsabilità dell’Urbanistica.
• Perché andrebbe via?
La Raggi lo vuole buttare fuori perché i due hanno idee diverse sullo stadio che deve essere costruito a Tor di Valle. Berdini, che non era contrario alle Olimpiadi, è favorevole alla costruzione dello stadio, ma dice no al progetto ereditato dalla giunta Marino e che piace alla Raggi, l’edificazione di un ecomostro da un milione e mezzo di metri cubi di cui lo stadio occuperebbe una minima porzione. Berdini ha spiegato: «Rimango alla campagna elettorale e agli atti conseguenti. La sindaca Raggi ha detto no alle “Olimpiadi del mattone”, come le ha chiamate. E adesso che fa, approva il progetto di Tor di Valle leggermente ritoccato? Le due cose, il no ai Giochi e il sì al progetto Tor di Valle, come si tengono in piedi? Non c’è equilibrio».
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