
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi ci occupiamo delle intercettazioni di Obama, cioè il quotidiano inglese “Guardian” mercoledì sera ha rivelato che telefoni, mail, post, foto, video sui social network degli americani sono controllati e archiviati da una misteriosa agenzia di spionaggio, esistente peraltro dai tempi di Truman, e la cosa ha suscitato un vespaio di polemiche. Prima di entrare nel dettaglio della faccenda e nelle difese del presidente, sarà bene sottolineare che a fare una gran cagnara sono soprattutto i giornali, qualche intellettuale, qualche politico di fama (tipo Al Gore). Mentre i parlamentari democratici e repubblicani non si sono minimamente scomposti e hanno risposto alle domande dei cronisti in genere con un’altra domanda: «Come, non lo sapevate? Dura dal 2006-2007. Serve a difendere il Paese dal terrorismo, anzi grazie a queste intercettazioni abbiamo evitato parecchi attentati terroristici anche gravi. Sì, come parlamentari siamo stati sempre imformati. No, non c’è da mettere sotto accusa nessuno». Come sarebbe andata la cosa se uno scandalo simile fosse esploso da noi? Che qualunque fosse stato il governo, l’opposizione avrebbe messo in scena una canea incredibile. Non si dà mai il caso, da noi, che qualcuno dica: «Non importa chi ha deciso questa cosa. È comunque nell’interesse del Paese e non la sfrutterò per denigrare la parte politica che mi è avversa e far sembrare virtuosa la parte politica a cui appartengo».
• Chi ha deciso questa cosa, però?
Bush, a suo tempo, in armonia con il Patriot Act che fu votato dal Congresso dopo l’11 settembre e che dà più poteri a Cia, Fbi e Nsa (l’Nsa è la pietra dello scandalo di adesso). Obama ha mantenuto le disposizioni di Bush, anzi fa molto di più di quello che fece Bush in termini di intercettazioni, droni, Guantanamo e quant’altro. Solo che, essendo democratico, non c’è nessun Michael Moore che gli fa i documentari contro. Il “New York Times” ha pubblicato un editoriale di fuoco («Obama ha perso ogni credibilità»), ma temo che si tratti di fatica sprecata. Neanche la rivelazione, stampata dal “Wall Street Journal”, che l’Amministrazione ha tenuto e tiene sotto controllo anche le carte di credito pare aver smosso l’opinione pubblica più di tanto. Obama, fra l’altro, s’è difeso bene.
• Che cosa ha detto?
In sintesi: il Congresso mi ha autorizzato, l’organo legislativo americano (segreto) che tiene sotto controllo queste attività è stato costantemente informato, informato anche il Parlamento, la sorveglianza delle e-mail e dell’attività sul web riguarda solo gli stranieri o gli americani che vivono all’estero, delle telefonate non vengono ascoltati i contenuti...
• E allora a che serve?
Si registrano solo il luogo, l’ora e la data di partenza di ciascuna telefonata, la sua durata, chi chiama e chi è chiamato, . Come hanno subito spiegato gli esperti, questi semplici dati, messi in fila e intrecciati (in modo da dar vita ai cosiddetti "metadati"), disegnano assai bene il profilo di una persona, senza bisogno di sapere quello che ha detto. Senza farsi dir prima chi chiamava e chi riceveva, studiosi del Mit hanno dato un nome e un cognome al 95% degli utenti che avevano usato il cellulare in Europa durante 15 mesi: è stato sufficiente adoperare 4 coordinate spazio-temporali. I servizi possono poi sempre chiedere il contenuto di una registrazione, se questo diventa essenziale.
• Come ha fatto il Guardian ad accorgersi...
È entrato in possesso di un’ordinanza del giudice segreto (in America esistono anche i giudici segreti) della Foreign Intelligence Surveillance Court al gigante delle telecomunicazioni Verizon: obbligo di fornire per tre mesi, dal 25 aprile al 19 luglio, tutti i dati sulle telefonate americane... Erano controllati anche gli altri colossi, At&T, Sprint, T-Mobile.
• Ma non è una massa di dati enorme?, come si può...
La Nsa (National Security Agency) raccoglie miliardi di dati ogni giorno. Si sta costruendo una nuova sede a Bluffdale, nello Utah. Per ora sta a Fort Mead, nel Maryland. È tutto talmente segreto che non si sa neanche quanti dipendenti abbia (ma nei parcheggi ci sono 18 mila posti). Nsa succhia dati da nove società internet (così, almeno, scrive il Washington Post): Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, Youtube e Apple. Interpellate, queste società hanno spiegato di non aver lasciato all’amministrazione una porta segreta che dà accesso ai loro server e dalla quale l’intelligence americana passa quando vuole. No, sostengono invece che rispondono solo alle richieste che gli vengono fatte, nei limiti assoluti della legge.
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