www.cinquantamila.it, 8 giugno 2013
FIOR DA FIORE USCITO SUL FOGLIO 10 GIUGNO 2013
Cinquantamila.it,
domenica
2 giugno
Disoccupati Secondo l’Istat il mese scorso il numero dei disoccupati è arrivato a 3 milioni 83mila unità. A pagare il prezzo più alto sono i giovani: ad aprile il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è volato a quota 40,5%. Per le ragazze del Mezzogiorno tocca il 52,8%. Complessivamente, nella classe tra 15 e 24 anni, il numero delle persone in cerca di occupazione raggiunge 696mila unità (+65mila rispetto a un anno prima), pari all’11,5% della popolazione di questa fascia di età (12,8% per i maschi e 10,2% per le femmine).
Cgil Uno studio della Cgil prevede che per riportare l’occupazione ai livelli di prima della crisi avremo bisogno di 63 anni e per recuperare lo stesso valore del Pil ne serviranno 13. Mentre per i salari reali, non solo un dato statistico ma la quantità di cose che si possono comprare con il proprio stipendio, non c’è proprio speranza. Anche dando per scontato che la ripresa arrivi l’anno prossimo, ipotesi tutt’altro che certa, il livello del 2007 non lo recupereremo mai. Lo stesso studio dice tuttavia che se fosse applicato il «Piano lavoro» elaborato proprio dalla Cgil nel gennaio scorso (un progetto che propone di rispondere alla crisi con un piano straordinario di investimenti pubblici e privati che creino posti di lavoro, soprattutto nel settore dell’innovazione e dei beni comuni, e che sostengano la domanda interna), i tempi di recupero si ridurrebbero. L’occupazione tornerebbe ai livelli di prima della crisi non più in 63 ma in soli tre anni, per il Pil ne sarebbero sufficienti quattro, mentre per la retribuzione di fatto ne basterebbe appena uno. «Un miracolo. Del resto gli economisti, come si dice nel loro ambiente, sono sempre pronti a spiegare gli errori che hanno fatto nelle loro previsioni» (Salvia, CdS).
Freddo A causa del troppo freddo e delle troppe piogge (un maggio così non si vedeva dal 1991) i danni per i coltivatori, dice Coldiretti, arrivano già a 1 miliardo di euro. Mancheranno il riso (meno 35-40%) ma anche il mais (meno 40-50%) e il foraggio (meno 35%). Mais e fieno sono gli alimenti principali per i bovini, e dunque saliranno i prezzi di carne e latte. Problemi seri anche per il vino, perché i terreni bagnati impediscono la lotta contro le malattie della vite. Per la frutta, in Veneto, con il freddo che ha fatto cadere i fiori, si è già perso il 70% di mele, ciliegie e albicocche (Meletti, Rep).
lunedì 3 giugno
Sfratti Nel 2012 sono stati emessi 67.790 nuovi provvedimenti di sfratto: 6,18% in più del 2011. Per la prima volta hanno superato la soglia dei 60mila gli sfratti per morosità, quelli dovuti alla incapacità di pagare da parte dell’inquilino: sono stati 60.244 e rappresentano l’88,86% delle nuove sentenze emesse. La situazione potrebbe ancora peggiorare dopo l’azzeramento del finanziamento del fondo sociale per gli affitti, cancellato per il 2013. A rischio ci sono altre 300mila famiglie che vanno ad aggiungersi alle centinaia di migliaia di persone che hanno ricevuto un ordine di lasciare la loro casa negli anni scorsi (Amabile, Sta).
Neruda Il giudice cileno Mario Carroza, che sta indagando sulla morte di Pablo Neruda avvenuta il 23 settembre del 1973, ha ordinato alla polizia di catturare il presunto killer del poeta: un uomo biondo con occhi azzurri, età tra i 27 e i 30 anni, 1 metro e 80 di altezza e noto ai più come «dottor Price». Manuel Araya, autista del poeta, osservando l’identikit del dottor Price ha riconosciuto l’ex agente Cia Michael Townley. Quest’ultimo, sotto le mentite spoglie di medico e su ordine di Pinochet, si sarebbe introdotto nella clinica Santa Maria di Santiago, in cui Neruda era ricoverato, per ucciderlo con una iniezione letale. Il poeta sarebbe stato insomma avvelenato e non morto per il cancro alla prostata. Tutto ciò mentre sono ancora in corso le analisi sulle spoglie di Neruda riesumate pochi mesi fa (Manzo, Sta).
martedì 4 giugno
Eternit Sulla vicenda Eternit, la multinazionale dell’amianto, il tribunale di Torino, dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, ha condannato l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny a 18 anni di carcere, due in più rispetto alla condanna di primo grado. L’accusa è di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche per i quattro stabilimenti italiani. Schmidheiny è rimasto l’unico imputato dopo la morte, il 21 maggio, del novantaduenne barone belga Louis De Cartier De Marchienne. I due dirigenti Eternit erano stati condannati il 13 febbraio 2012 a 16 anni di prigione. Saranno 932 le parti civili che adesso potranno ottenere un risarcimento. La sentenza ha anche il risvolto amaro della cancellazione di oltre novanta famiglie dalla lista delle parti civili: la morte del coimputato Louis De Cartier ha fatto estinguere ogni reato e anche ogni pretesa di risarcimento delle persone a lui collegate nel processo penale. Il giudice non ha potuto che prenderne atto.
Schmidheiny Stephan Schmidheiny, nato 66 anni fa a San Gallo, capitale dell’omonimo cantone svizzero, si definisce «un imprenditore, un cittadino, un padre di due figli, un escursionista, un collezionista d’arte e un benefattore». Discende da una facoltosa dinastia di industriali elvetici che commercia amianto da oltre tre generazioni. Cresciuto a Heerbrugg con la sorella Marietta e i due fratelli Thomas e Alexander, a 25 anni si laurea in giurisprudenza all’Università di Zurigo e più tardi entra come Responsabile delle vendite nell’azienda Eternit guidata dal padre Max. Negli anni Settanta eredita la guida del gruppo e progetta di abbandonare la produzione di amianto, che però cessa soltanto nel 1994. Appassionato collezionista di opere d’arte contemporanee, è una celebrità in America Latina grazie alle sue fondazioni umanitarie, tutte esentasse. Nel 2001 lascia ogni carica dirigenziale per dedicarsi alla beneficenza. Nel 2003 la decisione di donare tutti i profitti della sua holding cilena da un miliardo di dollari, Gruponueva, al fondo Viva Trust da lui istituito per finanziare progetti ecosostenibili in America Latina. Per la sua filantropia nel 2009 Forbes lo definisce il «Bill Gates della Svizzera». Sempre secondo il magazine, il magnate svizzero (la cui fortuna nel 2010 era pari a 2,8 miliardi di dollari) è tra le 14 persone che hanno donato più di un miliardo di dollari del loro patrimonio in beneficenza (Farkas, CdS).
mercoledì 5 giugno
Cibo/1 Nella Giornata mondiale dell’Ambiente, il Barilla Center for Food and Nutrition fa sapere che tutti i giorni, nel mondo occidentale, ogni cittadino spreca una quantità di cibo pari a circa 2.054 chilocalorie: quanto basta a sfamare una persona. Lo spreco, oltre a produrre rifiuti inquinanti, disperde risorse preziose come acqua, terra, petrolio ed energia impiegati per produrre il cibo. In Italia gli sprechi agroalimentari emettono circa 4 milioni di tonnellate di CO, energia sufficiente ad alimentare i consumi energetici della popolazione italiana in un anno (CdS).
Cibo/2 Secondo il rapporto Sofa (State of food and agricolture) della Fao, nel mondo ci sono due miliardi di persone che soffrono per la malnutrizione, e quasi 900mila patiscono la fame. Dall’altra parte del globo, invece, si conta un miliardo e 400 milioni di persone che di cibo abusano, tanto da risultare sovrappeso (mezzo miliardo è proprio obeso). Non solo: nel mondo il 26 per cento dei bambini sotto i cinque anni soffrono di rachitismo e presentano disturbi della crescita, mentre il 31 per cento soffre per la carenza di vitamina A. «È venuto fuori che i costi sociali ed economici della malnutrizione sono alti e pesano per circa il 5% del Pil mondiale equivalente a 3,5 trilioni di dollari l’anno. Per capire di che cifre stiamo parlando: un trilione di dollari nel conteggio convenzionale equivale a mille miliardi di dollari. Tradotto ancora: se si divide questa cifra per la popolazione mondiale, viene fuori che il costo della malnutrizione pesa per 500 dollari a persona per ogni cittadino del mondo, neonati e ultrasessantacinquenni inclusi. Il costo principale della malnutrizione è quello che grava sulla parte povera del mondo, su quella che è sottoalimentata: presenta un conto di circa 2,1 trilioni di dollari ogni anno. Ma c’è anche il costo dell’altra parte del mondo, quello ricco, quello che di cibo abusa, e lo butta via per eccessi. Non è un costo da poco quello delle persone obese e di quelle che sono sovrappeso, di poco inferiore a quello della sottoalimentazione. Anche qui il rapporto Sofa della Fao ha fatto i conti precisi. I costi della parte florida del mondo sono sostanzialmente costi di tipo sanitario e gravano sul bilancio dell’economia mondiale per circa 1,4 trilioni di dollari» (Arachi, CdS).
Frigoriferi Il sapore di balena ha stancato anche i giapponesi più ghiotti, e il mercato non tira: secondo l’Institute for Cetacean Research nel 2003 sono state congelate nei frigoriferi del pianeta perché invendute 2.200 tonnellate di carne di balena, nel 2012 4.700, di cui solo in Giappone 4.000 (quanto tutte le riserve auree della Cina). Il consumo in Giappone è limitato ad alcune comunità ristrette e agli anziani che ricordano i tempi della scarsità di proteine nel dopoguerra (la carne ha un gusto molto deciso, i giovani non la mangiano). Ciononostante, nessuno ferma lo sterminio: «A sentire gli studi segnalati dai difensori più pugnaci, quelli di Sea Shepherd, le balene hanno una massa cerebrale e una struttura dei lobi tali da poter ipotizzare che abbiano una sviluppata coscienza di sé, una percezione della sofferenza, una capacità artistica e culturale, e persino una potenzialità di riflessione filosofica. Insomma, se ci fa piacere immaginare che i delfini abbiano un cervello simile a quello dell’uomo e possano diventare “compagni” degli esseri umani nelle scorribande acquatiche, per le balene il rispetto dovrebbe essere persino maggiore. E invece gli aspiranti capitan Achab delle flotte norvegesi, islandesi, nipponiche sognano di tingere il blu in rosso, per veder agonizzare sul ponte di navi mattatoio le regine degli abissi. Che importa dove andranno? Filetti di balenottera sono stati trovati al posto del salmone, nel sashimi di ristoranti giapponesi di California e Corea» (Cadalanu, Rep).
Offline Nuova tendenza americana: ritagliarsi degli spazi in cui vivere scollegati da Internet. Ad esempio Even Sharp, fondatore di Pinterest, la piattaforma digitale per la condivisione delle immagini, almeno una volta al mese, con la moglie, si concede un week end senza Internet in qualche posto dove il telefonino ha poco campo. Anche il mercato del divertimento si sta adeguando, ad esempio la catena di hotel Marriott, dopo che un sondaggio ha rivelato che ben l’85% delle persone è infastidito dall’invasione tecnologica, offre pacchetti “Internet free” ai propri clienti: ci sono zone dove non c’è il wifi ed è vietato l’uso dei gadget tecnologici. Inoltre aumentano i corsi e i manuali che insegnano le regole base per disintossicarsi: «Alcune al confine tra il pratico e il ridicolo: dimenticarsi il carica batterie quando si parte. Altre più realistiche, come decidere che alcune stanze della casa sono denuclearizzate, oppure che ci sono fasce orarie in cui la tecnologia riposa nei cassetti. Si spiega alla gente come staccare i vari “alert” o disattivare Twitter, Facebook, e-mail e sms lasciando invece in funzione la possibilità di ricevere chiamate per le emergenze: “Tanto le telefonate sono così in disuso che nessuno vi disturberà”. E siccome Internet tutto crea, tutto distrugge e tutto ricrea sono sempre di più le applicazioni che aiutano chi vuole prendersi una pausa. I blog dal titolo The art of disconnecting in un apparente paradosso sono i più cliccati. E su Internet un’agenzia immobiliare con un forte senso dell’umorismo mette in vendita case “in zone dove il telefonino prende poco e male”» (Vincenzi, Rep).
Nomophobia Nuove malattie: nomophobia (la paura di non aver segnale sul cellulare) o l’acronimo Fomo (che sono quelli spaventati da perdersi una e-mail o un post di Facebook) (ibidem).Numeri Gli americani passano oltre otto ore e mezzo davanti a un video, tempo raddoppiato dal 2005 al 2009 e in continua ascesa. Gli adolescenti ricevono quasi cento messaggini al giorno e tutti noi buttiamo l’occhio sul nostro smartphone oltre 150 volte (ibidem).
Religiosi Secondo i dati diffusi dal Vaticano, le congregazioni religiose stanno vivendo una crisi di vocazioni senza precedenti. Dai gesuiti ai francescani, oggi sono poco più di centomila i religiosi nel mondo, 710mila circa le religiose. Erano rispettivamente più di 150mila e più di un milione all’inizio degli anni Settanta (Rodari, Rep).
giovedì 6 giugno
Multe Nel 2012 il Comune di Roma avrebbe dovuto incassare 281 milioni di euro dalle contravvenzioni per infrazioni stradali: ne ha presi soltanto 14. A Milano situazione analoga: doveva incassare in tutto 471 milioni di euro, ma a fine anno ne erano stati effettivamente riscossi solo 135. A Napoli le cose vanno anche peggio: nel 2012 il sindaco aveva stimato un gettito legato alle infrazioni del codice della strada di 294 milioni di euro, ma a conti fatti ne sono entrati poco più di 40. Nel 2011 l’introduzione di quelle stesse norme che hanno ridotto drasticamente i pignoramenti di Equitalia (21mila nel 2011, 5mila l’anno scorso) e le esecuzioni immobiliari (gli immobili ipotecati e poi effettivamente venduti sono stati 53 quest’anno e 166 nell’intero 2012), e rallentato la riscossione coatta, hanno fatto crollare il gettito dei Comuni e degli enti locali (Sensini, CdS).
Turchi A Renzi piace lo humour di D’Alema: «Alla direzione Pd è andato da Matteo Orfini e gli ha detto: “Vedo che finalmente ci sono giovani turchi che fanno qualcosa di interessante. Peccato che siano a Istanbul”» (Cazzullo, CdS).
Ciclisti Ultimo ritrovato nel campo del doping: il monossido di carbonio. Ci sono ciclisti professionisti di alto livello che lo inalano per andare più forte. Il professor Walter Schmidt, direttore dell’Istituto di Medicina dello Sport alla Universitat Bayreuth, in Baviera: «Qualcuno ha scoperto che il monossido di carbonio, iniettato regolarmente nel sangue, crea un’apnea cellulare che spinge l’organismo a moltiplicare la produzione di globuli rossi». Il metodo pare funzioni bene, solo che, mentre a dosi bassissime il gas è innocuo, se si perde il controllo si rischia la vita. Per scoprire un dopoto da monossido basta fare analisi per calcolare la carbossiemoglobina. «Il problema è medico-legale: i referti di un dopato sono simili a quelli di un fumatore o di chi fa sport in una città inquinata. I ciclisti professionisti non fumano e non pedalano nello smog: ma dimostrarlo in un tribunale è un altro paio di maniche» (Bonarrigo, CdS).
venerdì 7 giugno
Telefonate Si è saputo che da sette anni i dati di tutte le telefonate americane devono essere forniti dai grandi operatori di telecomunicazioni alla National Security Agency (Nsa), l’agenzia federale che ha la supervisione di tutte le attività di spionaggio, comprese quelle della Cia. Inoltre dal 2007 Nsa e Fbi raccolgono dati provenienti dai server di nove società Internet Usa (Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, AOL, Skype, YouTube, Apple) nell’ambito di un programma top secret, nome in codice «Prism», che utilizza audio, video, foto, email, chiavi d’accesso. La scoperta dopo la pubblicazione sul “Guardian” del testo integrale di un ordine segreto della Foreign Intelligence Surveillance Court (la magistratura che sorveglia le attività antiterrorismo e quelle di intelligence del governo) a Verizon, uno dei quattro giganti delle telecomunicazioni americane: l’obbligo di fornire, dal 25 aprile al 19 luglio, tutti i dati sulle telefonate, non solo quelle provenienti o destinate all’estero, ma per tutte le chiamate, comprese quelle interne. Un portavoce della Casa Bianca ha spiegato che i dati richiesti non riguardano i contenuti delle conversazioni. L’operazione non è illecita: azioni di questo tipo sono possibili in base al Patriot Act, votato dal Congresso dopo l’attacco di Al Qaeda dell’11 settembre 2001.
Telecomunicazioni Confcommercio segnala che le famiglie italiane, per la prima volta, hanno tagliato le spese nel campo delle telecomunicazioni, unico finora a non essere toccato dalla crisi dei consumi: in aprile c’è stato un calo del 2,5% rispetto a marzo. Analizzando i dati si vede che gli italiani continuano a telefonare, chattare e mandare messaggi, ma hanno smesso d’inseguire l’ultimo modello di smartphone o tablet (Masci, Sta).
sabato 8 giugno
Forbes Il principe arabo Al-Waleed bin Talal ha fatto causa alla rivista Forbes colpevole di aver valutato la sua ricchezza a soli 20 miliardi di dollari, quando invece ne varrebbe 9,6 in più. Per colpa della sottostima Al-Waleed è al ventiseiesimo posto nella classifica dei più ricchi al mondo, mentre meriterebbe di essere più in alto. Il principe accusa Forbes di «diffamazione» piena di pregiudizi sulla capacità mediorientale di far business. La rivista risponde che Al-Waleed gonfia i numeri proprio in coincidenza della formulazione della classifica (Jacchia, CdS).
Grand Canyon Il principe Al-Waleed bin Talal, che ha un palazzo di 420 stanze tutte ricoperte di marmo, un Boeing 747 privato con tanto di trono, un resort con cinque dimore, cinque laghi artificiali e un mini Grand Canyon (ibidem).
Bus A Torino se l’autobus arriva in ritardo ti risarciscono con un buono da 3 euro per altri biglietti.
Criminalità Per Cesare Lombroso la bicicletta favorisce l’aumento della criminalità, agevola fughe e alibi, facilita il furto e quasi tutti i generi di appropriazioni indebite (è scritto nel libro Il ciclismo nel delitto a cura di Matteo Noja) (CdS).
Daria Egidi
(ogni mattina il Fior da Fiore quotidiano su www.cinquantamila.it. Selezionare l’etichetta Fior da Fiore)