Roberto Giardina, ItaliaOggi 8/6/2013, 8 giugno 2013
POSTE TEDESCHE, RITARDI ALL’ITALIANA
Non solo Angela. In Germania, quando vogliono far funzionare un servizio si affidano alle donne: sono più pratiche, non si perdono in chiacchiere, non sprecano soldi. Come insegna la Cancelliera. A Berlino, i mezzi pubblici sono puntuali grazie alla capa Sigrid Nikutta, e la metropoli è pulita perché alla spazzatura ci pensa Vera Butzlaff.
Se la posta mi arriva puntuale è grazie a un’altra Angela, Angela Titzrath, 47 anni, che dirige il personale della Deutsche Post, la più grande impresa nel settore logistico al mondo. Veramente, lettere e giornali mi arrivano sempre più tardi, qualche volta non arrivano del tutto, e di quando in quando all’italiana il postino, invece di suonare per consegnarmi una raccomandata o un pacchetto, si limita a mettermi nella cassetta un avviso. Tocca poi a me andare all’ufficio postale. Ma non è colpa di Frau Angela. Non ancora. Sono problemi che ha ereditato, e che sta cercando di risolvere. Se non ci riesce lei, è difficile illudersi che qualcuno faccia di meglio. Frau Angela si occupa dei postini, e degli altri dipendenti, da un anno esatto: fino al 2006, in tutto erano 520 mila, oggi sono scesi a 476 mila. «Però adesso è finita», promette, «i dipendenti in Germania non continueranno a diminuire, e da ora in poi mi occuperò della motivazione». Parla sei lingue, compreso l’italiano, ha studiato economia a Bochum, e filologia a Perugia. In Germania si è convinti che la specializzazione sia raccomandabile, ma non basta, bisogna integrarla con altri studi, mischiando le facoltà: conoscere le lingue, confida la capa del personale, agevola la conoscenza delle persone, si diventa flessibili perché si entra in altre logiche del linguaggio e quindi del pensiero. «L’Italia è sempre vicina al mio cuore», confida. Stava alla Daimler Benz quando l’hanno chiamata nel Vorstand, la direzione della Deutsche Post, der Gelbe Riese, il gigante giallo, dal colore sociale. Un bel salto da Stoccarda, dove le dirigenti donne erano solo due, a Bonn, la vecchia capitale provinciale. Ora governa dal 39esimo piano del grattacielo aziendale, che era stato costruito per ospitare gli uffici dei deputati, poi il governo traslocò a Berlino. Il bilancio supera i 55 miliardi di euro, Frau Angela l’ultimo anno ha pagato in stipendi circa 18 miliardi, quasi quanto il prodotto lordo di Cipro. Ma la Deutsche Post ha qualche difficoltà. A causa delle e-mail, il settore corrispondenza privata è in crisi, mentre si sviluppa quello dei pacchi su scala internazionale. Bisogna investire all’estero, e riformare in casa. Difficile trovare personale. I postini continuano a invecchiare, i giovani non amano girare per le strade in bicicletta trascinandosi dietro un pesante borsone. La prima prova è stata superata nelle scorse settimane. Per un paio di giorni, sono stati proclamati «Warnstreiks», scioperi di avvertimento, tipici per la Germania. Brevi astensioni dal lavoro, o circoscritte, per avvertire: guarda che potrei arrabbiarmi sul serio. C’era il pericolo di uno sciopero generale, uno shock per i tedeschi in piena campagna elettorale. Al tavolo delle trattative si sono sedute due signore bionde, Angela e la vice del sindacato Verdi, quello dei dipendenti pubblici, Andrea Kocsis, quasi sua coetanea, 48 anni. Hanno discusso per 22 ore, gli uomini avrebbero rotto le trattative, loro hanno trovato un accordo: il 5,6% in più. Forse Frau Angela riuscirà a motivare anche il mio postino.