Fulmini 8/6/2013, 8 giugno 2013
ROMA/1 «A
quanto pare Lotito sente il bisogno di parlare costantemente dell’AS Roma a sproposito e con evidenti inesattezze. Forse è vero quello che si dice, che è un tifoso della Roma» (James Pallotta a proposito delle affermazioni di Lotito che aveva descritto una «Roma che non c’è, come club, come squadra, come società»).
ROMA/2 «So cosa prova Daniele per la Roma e per Roma. Forse andar via sarebbe una sconfitta sul piano personale, questo sì. Ma professionalmente magari migliorerebbe» (Il ct dell’Italia Cesare Prandelli).
TESTA «Ci sono due categorie di rigoristi: quelli che battezzano un angolo e quelli che invece aspettano il portiere. Nel secondo caso, devi leggerne lo sguardo, capirne la mimica. Balotelli appartiene a questa seconda schiera, di quelli che fanno gol con la testa» (Antonin Panenka sui 18 rigori su 18 segnati da Balotelli).
OCCHI «Non è lui ad esser più maturo, ma la gente a vederlo con occhi diversi. Mario è sempre stato pronto, lui è nato pronto» (Prandelli a proposito di Balotelli).
VU CUMPRÅ «Sono nato in Senegal, avevo 21 anni quando sono andato via, era il 2000 e mi sono ritrovato in Italia a fare il “vu cumprà”. Sono venuto in Italia perchè nel mio Paese non c’erano i mezzi economici per coltivare il mio sogno. Sono arrivato in Italia e i primi tempi non è stato facile. Ora mi sento italiano, peso 76 chili, sono un supermedio naturale e non ho problemi di peso. E il mio sogno è diventare campione del mondo, è un sogno quasi avverato» (Muhammad Alì Ndiaye che oggi contenderà il titolo continentale dei supermedi al francese Christopher Rebrasse).
BIRRA «Grandi club come il Manchester United e il Liverpool furono fondati da birrai. Ora alcuni sono gestiti da sceicchi miliardari che, essendo musulmani, presumibilmente non bevono. A differenza dei loro dipendenti, i calciatori, che a leggere i tabloid continuano a frequentare i locali e ad alzare il gomito, di tanto in tanto» (John Irving).
VINO «Quali sono i nostri pedatori degni di venir gemellati a Brunello e Barolo? Penso immediatamente a due difensori tosti: Baresi II e Bergomi. All’amato Barbaresco abbino Maldini e Vialli. Al Rubesco di Giorgio Lungarotti accosto il razzente Zola. Mancini è un labile ma qualche volta esaltante Grignolino. Vierchowood è un Barbera del mio amico Enrico Maini. Il divino in terra Robertino Baggio è uno spumante Bellavista di Vittorio Moretti, che nel cor mi sta. Ai vini furlani, che sono tutti splendidi, abbino il ricordo vivo di Nereo Rocco, allenatore umanissimo» (Gianni Brera che era solito abbinare un vino a ogni calciatore).