Matteo Pucciarelli, la Repubblica 8/6/2013, 8 giugno 2013
«FICO: «NESSUNA BLACK LIST, MA QUESTA RAI È DA RIFONDARE»
«Nessuna black-list di giornalisti, mai detta o pensata una cosa del genere, piuttosto è nostro interesse tutelare la libertà di informazione», giura il nuovo presidente della Vigilanza Rai, il grillino Roberto Fico.
La sua è una poltrona di peso. Quale sarà il primo atto?
«Intanto stiamo mettendo su un gruppo di esperti che ci affianchi in questo lavoro. L’obiettivo è il rispetto pieno del contratto di servizio».
Esperti legati al M5S?
«No, esterni. Ma sui nomi non posso dire nulla».
Quindi pensate che il contratto di servizio non sia rispettato. In quali punti?
«Sulla finalità del servizio pubblico, sulla pluralità, sulla libertà di espressione. In questi anni si è perso il senso stesso di cosa dovrebbe essere la Rai».
Nel programma del M5S si parla di una sola rete pubblica e il resto da privatizzare. Porterete avanti questa idea?
«È un percorso da fare, ma prima ci sono dei passi propedeutici da compiere: la legge sul conflitto di interessi e sull’antitrust. Non puoi vendere una o due reti in questa situazione».
Ha votato e per chi al sondaggio sul blog di Grillo sui peggiori conduttori e programmi televisivi?
«Anche se lo avessi fatto non glielo direi».
Le parole di Grillo contro i giornalisti spesso sono molto forti. Ora, visto il suo ruolo, proverà ad arginarlo?
«Grillo si difende da attacchi e lo fa nel suo modo. Non è un parlamentare e non è proprietario di reti televisive. Le uniche vere aggressioni che conosco sono state due: la prima dei socialisti che lo cacciarono dalla tv; la seconda di Berlusconi che mandò via Biagi, Santoro e Luttazzi. Noi non faremo mai cose del genere».
Lei ha detto che vorrebbe essere l’ultimo presidente della Vigilanza. In che senso?
«Così com’è non va bene. È troppo legata ai partiti. Immagino un Cda eletto in parte dai cittadini, in parte dai lavoratori della Rai stessa e in parte dal Parlamento. Noi siamo qui per indicare una strada di cambiamento. In questo voglio rassicurare Michele Serra e la sua
Amacadi oggi (ieri, ndr), vogliamo davvero riuscire nell’impresa».
Siete già in possesso di carte scottanti su stipendi e prebende in Rai?
«Non ancora, ma intanto ho rinunciato alla doppia indennità. Sono 23mila euro l’anno fatti risparmiare ai cittadini».
Ma da quel punto di vista – stipendi e sprechi - cosa farete?
«Vigileremo sui conti. Non andremo a cercare i compensi di Tizio o Caio per una questione politica, ma uno screening economico vogliamo farlo. Vanno valorizzate le competenze interne alla Rai, che sono numerose. E bisogna intervenire contro il precariato interno».
Non ha paura di venire inghiottito da questa funzione? Che ne so, la tentazione di una mini-raccomandazione…
«La mia vita e la mia storia parlano per me. Da sempre mi batto per la trasparenza e l’onestà. Non deluderemo».
I grillini che non partecipano ai talk show a capo della Vigilanza Rai: non è un ossimoro?
«Noi immaginiamo un’innovazione della tv, integrata maggiormente proprio con internet, il quale per noi resta il mezzo di comunicazione più evoluto».
Il senatore Giarrusso ha fatto delle accuse abbastanza pesanti: nel M5S c’è qualche berlusconiano, ha detto in sostanza. Cosa risponde?
«Sfogo eccessivo, c’è solo stata un’incomprensione. Conosco bene e da anni Vito Crimi, se era riferito a lui figuriamoci…».
Intanto due vostri parlamentari se ne sono andati al gruppo misto. Siete un po’ in sofferenza, diciamo
la verità.
«È normale. Siamo tanti e sotto pressione. Ma ai due ricordo una cosa: hanno firmato un codice di comportamento. Non siete più d’accordo con la linea politica del M5S? Va bene, però i soldi li restituite lo stesso».