
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Un ragazzo è morto per overdose durante un rave-party che si svolgeva a Segrate, vicino a Milano...
• Un rave-party? Esistono ancora i rave-party?
Bella domanda. E il modo con cui lei me la fa significa che il problema è già chiar i rave-party sono un’anticaglia del passato, un residuo di contestazioni che si trascinano sempre più stancamente e che forse hanno ormai perso del tutto la carica eversiva di un tempo e i relativi connotati sociali.
• Però continuano a svolgersi.
Sì, continuano a svolgersi, e a Pasqua ce n’è stato uno anche a Paliano, vicino Frosinone. Sono una specie di orgia tossica, musicale e forse anche sessuale. Ogni tanto qualcuno ci lascia le penne. Come questo poveretto di Varese.
• Chi era?
Un ragazzo di 19 anni, di nome Nunzio Mattia Lo Castro, siciliano di origine, abitante a Castellanza, vicino a Varese. Se ne sa ancora poco. La festa era cominciata alla vigilia di Pasqua e sarebbe dovuta andare avanti fino a stamattina, ininterrotamente. Lei sa come si svolgono queste cose: ci si avverte col passaparola, gli sms, le mail, gli appuntamenti si danno via internet su certi siti che i patiti conoscono benissimo, è un bisbiglio segreto che attraversa tutta l’Europa, alla fine arrivano dalla Germania, dall’Olanda, dalla Francia. Il primo gusto è quello di far tutto di nascosto e piombare sul posto all’improvviso, possibilmente in migliaia, e con tutti i mezzi: camion, macchine, treni, motociclette, i punkabbestia con i loro cani, un mucchio di tricicli Ape che portano da mangiare e da bere, perché qui è come con gli eserciti che una volta percorrevano l’Europa, era sempre un esercito triplo, i soldati davanti, quelli che avevano roba da vendere dietro (roba di tutti i tipi) e i carri-bordello ai fianchi. Qui c’è una quarta truppa ed è quella dei fornitori di droga. Gli organizzatori, che nessuno riesce mai a identificare, si preoccupano di far arrivare la merce principale, che sono le casse alte cinque metri che spareranno per 70-80 ore consecutive musica tecno a tutto volume. L’altro gusto è andare a ballare il più vicino possibile al rumore in modo che quella musica tremenda ti sbatta sul torace, ti strappi il cuore e quasi ti faccia perdere i sensi. Con l’aiuto delle pasticche poi...
• Quindi l’idea di proibire o di regolare in qualche modo queste feste è inutile...
Non fa che aumentare il piacere dei partecipanti. Ho letto che il vicesindaco Decorato vuole fare un regolamento in base al quale si devono avvertire le autorità un mese prima, poi bisogna provvedere al servizio d’ordine... Ma è ridicol quelli che vanno al rave, tutto vogliono tranne che essere regolamentati. E non vogliono neanche lo scontro col potere, ormai. Non lo vogliono più. Cofferati si oppose al rave di Bologna, che stava diventando una tradizione (e già per questo bisognava considerarlo moribondo), il rave si fece lo stesso contro il suo parere, era il 2006 e ci furono solenni prese di posizione del deputato Cento, dei centri sociali e delle forze di sinistra contro il sindaco ormai irrimediabilmente passato alla destra... Senonché nel 2007 non è più successo niente... Puf, il rave è sparito da sé. E il bello è che il vero sindaco di destra, cioè Guazzaloca, il rave l’aveva lasciato fare senza tante storie, condannandolo forse proprio con questo atteggiamento, alla fine.
• Stavamo dicendo del povero ragazzo di Varese.
Già. Dunque hanno cominciato a sparar musica, impasticcarsi e ballare (perché di sesso, a quello che ho capito, ne fanno poco) già sabato. S’erano sistemati alla dogana abbandonata delle Ferrovie di Segrate, l’area intorno a via Tiziano, lì c’è un capannone grande come un campo di calcio, una volta il treno s’infilava sotto la tettoia e si fermava. Adesso ci hanno piazzato le casse, i mixer e il resto e hanno cominciato a darci dentro. Un altro amplificatore era stato messo all’aperto. All’ospedale Bassini di Cinisello sono cominciate ad arrivare le telefonate: prima uno che era caduto in un pozzo profondo cinque metri e gli infermieri sono riusciti a tirarlo fuori. Poi un altro che tutti dicevano moribondo, ma che i medici dell’ambulanza non sono riusciti a trovare. Intanto s’era sparsa la voce di due o tre morti, voce che non ha scosso nessuno dei ballerini, dato che il morto – benché molto più raro di quel che si creda (quattro appena negli ultimi dieci anni) – sta nel conto di questi party. Alla fine hanno chiamato per questo povero Nunzio. Gli infermieri l’hanno preso a braccia, messo sull’ambulanza e portato in ospedale. Il cuore gli si è fermato tre volte e tre volte sono riusciti a farlo battere di nuovo. La quarta volta è finita. Che fosse impasticcato è sicuro. Di che cosa si trattasse, non si sa. Ma ai rave va soprattutto l’ecstasy oppure la ketamina o anche il vecchio Lsd. Chi c’è stato dice che sono appuntamenti poco adatti a coca ed eroina. Chi lo sa però? Per il povero Nunzio, per capire che cosa l’ha portato all’altro mondo a soli 19 anni, bisognerà fare l’autopsia. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/3/2008]
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