Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  marzo 25 Martedì calendario

L’Islanda investita dall’uragano del credito. LiberoMercato 25 marzo 2008. Da sempre in cima alle classifiche della vivibilità, ora anche l’Islanda sta affrontando con grande difficoltà la crisi del credito

L’Islanda investita dall’uragano del credito. LiberoMercato 25 marzo 2008. Da sempre in cima alle classifiche della vivibilità, ora anche l’Islanda sta affrontando con grande difficoltà la crisi del credito. Anzi, mentre da entrambe le parti dell’Oceano Atlantico si cerca di salvare i mercati finanziari, nella Terra dei ghiacci ad essere in pericolo è l’intera economia. Il suo settore bancario è uno dei più colpiti, dopo aver vissuto periodi di boom ora invece sta tentando di salvarsi dal credit crunch, come del resto sta accadendo negli altri Paesi nordici, dove si parla già di nazionalizzazione degli istituti. L’Islanda, come spiegano alcuni analisti, viene considerata come un grande ”nocivo” hedge fund. un piccolo Paese le cui aziende e banche sono ricorse alla leva finanziaria per fare profitti ma ora si ritrovano nella situazione in cui proprio quel sistema sta facendo collassare l’intera economia. Nelle ultime settimane la corona islandese ha perso di valore, le banche dell’isola hanno perso milioni di dollari con il crollo delle loro azioni ed allo stesso tempo le banche americane ed europee hanno chiuso i rubinetti del credito. Solo la scorsa settimana, la valuta islandese ha toccato un nuovo record negativo rispetto all’euro, perdendo un ulteriore 6,2%, con l’euro che è arrivato a 127,96 corone. Nel corso dell’ultimo anno il crollo è stato del 25%, di ben il 17,2% nell’ultimo mese. Una catastrofe. Come è accaduto con la britannica Hbos, anche Kaupthing, la principale banca dell’Islanda, è stata scossa da rumors che parlavano di una sua nazionalizzazione, sebbene sia il governo che i vertici dell’istituto abbiano negato ogni crisi di liquidità. Ma non è bastato. I traders che operano nel settore dei credit default swaps (CDS) hanno spinto a livelli stratosferici il costo per proteggere il debito contro il rischio di default delle tre maggiori banche del Paese, lasciando di fatto gli istituti a fronteggiare costi di finanziamento a dir poco proibitivi. Il caso di uno dei più importanti clienti di kaupthing, l’investitore di origine iraniana robert Tchenguiz, parla da solo: l’imprenditore possiede grosse quote delle britanniche JSainsbury, Mitchells & Butler, Sci Entertainment e Somerfield. I suoi investimenti, tutti finanziati dalla banca islandese, sono letteralmente crollati lo scorso anno. E Tchenguiz ha perso (in titoli) una fortuna di circa un miliardo di dollari quando il fondo del Qatar, Delta Two, ha rinunciato alla presentazione di un’offerta da 10,5 miliardi di stelline per Sainsbury, una delle maggiori catene di supermercati britanniche. E l’imprenditore iraniano è solo uno dei 15 che più stanno pesando sulla banca. Ci sono già un certo numero di istituti a rischio. Come Landsbanki, la seconda del Paese, che possiede Icesave, banca online che ha avuto una crescita esponenziale, offrendo ottime condizioni ai suoi clienti: ha attratto depositi per circa 10 miliardi di dollari e 150mila clienti in 18 mesi. E intanto qualcosa si sta muovendo anche nell’opinione pubblica. All’isolazionismo che non offre più le sicurezze di un tempo, si sta sostituendo il desiderio di entrare in Europa. Secondo un sondaggio del mese scorso, la maggioranza è ora favorevole all’ingresso del Paese nell’Unione europea. L’Islanda teme da sempre le rigide politiche europee sulla pesca, settore chiave per l’economia dell’isola. Ma ora qualcosa sta cambiando. Alessandro Carlini