La Stampa 25 marzo 2008, CHIARA BERIA DཿARGENTINE, 25 marzo 2008
Expo, un duello all’ultimo voto. La Stampa 25 marzo 2008. Sarà una scena da thriller. Parigi, 31 marzo, ore 16
Expo, un duello all’ultimo voto. La Stampa 25 marzo 2008. Sarà una scena da thriller. Parigi, 31 marzo, ore 16. Al Palais des Congrès Jean-Pierre Lafon, presidente del Bie (Bureau International des Expositions) darà il via alla votazione: 141 delegati, ambasciatori di 141 nazioni (dalle grandi potenze fino a Nauru, l’isoletta dell’Oceania con 13 mila abitanti) schiacceranno (il voto è segreto) un pulsante elettronico. Giochi senza frontiere. Chi tra le due città concorrenti, l’italiana Milano e la turca Smirne, vincerà anche solo per 1 voto ospiterà per 6 mesi (dal primo maggio al 31 ottobre 2015) l’Expo, con relativa manna di visitatori (29 milioni) e, soprattutto, d’investimenti: 4,2 miliardi di euro per infrastrutture e gestione dell’evento senza contare l’indotto. Ripresa in diretta Rai; a Milano un megaschermo montato in piazza Oberdan. La votazione a Parigi è l’ultima, decisiva tappa dell’ambiziosa sfida nella quale il team Italia (la candidatura non è di una città ma del Governo) capeggiato dal sindaco Letizia Moratti ha già raggiunto - missione dopo missione (100 i Paesi visitati); tra un appello di Al Gore e l’accordo con Jacques Attali per il microcredito a favore dei Paesi più poveri - se non l’obiettivo di conquistarsi la sicurezza della vittoria («Non è una partita chiusa, nè facile», avverte Paolo Glisenti, segretario generale del Comitato per l’Expo a Milano) comunque quello di ribaltare l’immagine di un Paese capace solo di autoflagellarsi, diviso e in declino. H 24 bipartisan. Sarà che nei giorni più difficili della Repubblica emerge il nostro lato migliore, sarà che un obiettivo comune aiuta a superare masochistiche divisioni ma, certo, l’aria che si respira al Comitato per l’Expo è quanto di più lontano dal teatrino di certe polemiche elettorali. «Dal presidente Napolitano a Prodi, da Berlusconi a Massimo D’Alema. Il sostegno è continuo, abbiamo contatti 24 ore su 24», ha confidato Moratti che, in questa ultima tornata, piazzata a Parigi (il suo quartier generale è al Saint James) macina fino a 18 incontri con delegati Bie al giorno. Paolo Glisenti (nel febbraio 2006, lavorando al programma elettorale per Moratti sindaco fu lui ad avere l’idea, per rilanciare il ruolo internazionale della capitale economica, di puntare sull’Expo) conferma: «Ci sentiamo molto appoggiati. Politica, diplomazia, impresa, università: possiamo contare su un vero network». Milano, finalmente Italia. Qualche esempio, a partire dall’alto. Il presidente Napolitano (in visita ufficiale in Cile ha incassato a sorpresa la dichiarazione pubblica di voto per Milano della presidente Michelle Bachelet) su richiesta di Romano Prodi - attivissimo nel sostenere Milano, ultimo suo possibile goal da premier - ha autorizzato, in deroga alla regola, ministri e sottosegretari (Bonino, Di Castro, Bobo Craxi fra gli altri) a continuare, nonostante siano dimissionari, le missioni estere a caccia di consensi. E ancora. Tre ambasciatori itineranti (per Caraibi e centro America, Africa e sud Est asiatico) hanno rafforzato la squadra della Farnesina coordinata dall’ambasciatore Claudio Moreno dopo che Smirne aveva spiazzato Milano giocando la carta, concessa dallo statuto Bie, di far entrare nuovi Paesi nel Bie (ultimo arrivato, in questa partita senza un numero predefinito di giocatori, il Sudan. Ma il numero di votanti può aumentare fino all’ultimo). 1 milione e 100 mila mq di area espositiva alla Fiera di Rho; miliardi di risorse aggiuntive per le infrastrutture; e una chance straordinaria di lavoro per la generazione 2015 (Mec, il movimento dei giovani che sostengono la candidatura italiana ha già chiesto, in caso di vittoria, che il 50% dei posti sia assegnato agli under 35): l’Expo è certo una grande occasione di sviluppo. Non a caso Glisenti sottolinea che nel network impegnato a promuovere la candidatura anche materialmente (si parla di spese per 10 milioni di euro) a giocare un ruolo di primo piano sono scese in campo Confindustria e Confcommercio con i loro vertici. «La nostra non è la candidatura di una sola città ma dell’eccellenza italiana», aveva detto Moratti. Eni, Edison, gruppo Fiat (Alfa Romeo è sponsor ufficiale), Banca Intesa, Telecom, A2A, Finmeccanica, Federalimentari sono le imprese capofila di questo pezzo d’Italia che ha accettato la sfida. « una scommessa difficile, ma decisiva non solo per Milano ma per il sistema Paese», sostiene Umberto Quadrino, amministratore delegato di Edison, la più antica società energetica d’Europa. Dal Louvre all’Opéra. La prossima settimana a Parigi, a sostegno finale della candidatura, è previsto un vero tourbillon d’eventi. «Italian art and music», la sera di martedì 25, i delegati Bie più autorità ed eccellenti ospiti sono invitati al Louvre (sponsor Edison) per visita privata con Sgarbi cicerone, cena di gala e concerto di Paolo Conte nella Piramide; venerdì 28 serata «Food e design», chef Carlo Cracco, nei saloni a 110 metri d’altezza in cima alla Grande Arche de la Defense; domenica 30, festone open nel foyer dell’Opéra; canta Elisa seguono scatenate danze. Alle 14.30 di lunedì, prima del voto, ultima presentazione delle candidature. Canterà Andrea Bocelli e, ad aspettare il verdetto, con Moratti nel giorno dedicato a San Beniamino (diacono e martire fu trafitto con legni acuminati) ci sarà il ministro degli Esteri, D’Alema. Dossier di 1200 pagine. Mentre Smirne ha scelto la salute come tema dell’Expo e ha puntato molto su ragioni geo-politiche e sulla solidarietà tra Paesi islamici (ma al vertice di Dakar la Turchia non è riuscita a far votare una mozione d’appoggio) Milano ha giocato la carta della neutralità e con il suo tema - «Nutrire il pianeta, energia per la vita» - ha centrato questioni decisive per il nostro futuro, dalla lotta alla desertificazione all’accesso per tutti all’acqua, alla tutela della biodiversità. Non solo. Milano ha saputo presentare un’idea assai innovativa sull’Expo: non più solo vetrina di prodotti e nazioni ma un "progetto condiviso" per 7 anni, da oggi al 2015, dal sistema Italia con i suoi saperi, competenze e il resto del mondo, a cominciare dai Paesi in via di sviluppo. Programmi di ricerca e accordi (Roberto Schmidt, ex rettore dell’università di Pavia, presiede il comitato scientifico) come quello con Attali sul microcredito o quello sulla riduzione dei gas serra (52 milioni di euro dal budget Expo per i Paesi del Sud America). Grazie Expo. Se Milano vincerà i progetti verranno illustrati nei padiglioni nazionali in Fiera ma, comunque finirà la sfida, andranno avanti. Milano non solo città dei danée, Milano città più aperta al mondo. CHIARA BERIA D’ARGENTINE