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 2008  marzo 25 Martedì calendario

Aspinall Nial

• Liverpool (Gran Bretagna) 13 ottobre 1941, New York (Stati Uniti) 23 marzo 2008. «[...] è stato uno degli uomini più vicini ai Beatles, sin dai loro esordi. Era amico di McCartney e Harrison e nel 1961 iniziò a lavorare per loro come road manager. Era lui ad accompagnare il gruppo agli show con il suo furgone. Con il passare degli anni divenne l’assistente personale della band e alla morte del manager Brian Epstein, nel ”68 gli venne affidato il compito di creare la Apple Corps, società cassaforte che avrebbe gestito la musica, l’immagine e il copyright dei Beatles e che Aspinall ha guidato fino [...] con alterne fortune. Nell’88, durante il discorso per l’ingresso dei Fab Four nella Hall of Fame del rock, George Harrison lo ringraziò e lo indicò come ”quinto Beatle”. Titolo che ha diviso con numerosi altri personaggi legati alla storia del gruppo: dagli ex membri Pete Best (Aspinall fu anche compagno della madre e il primo a vederlo quando venne licenziato prima dell’arrivo di Ringo) e Stuart Sutcliffe, al manager Epstein, al produttore George Martin. Molti ”beatlesologi” attribuiscono a lui la responsabilità della lentezza con la quale il repertorio della band ha risposto alle novità del mercato: per anni gli album dei Beatles non sono stati pubblicati su cd, il loro catalogo non è ancora disponibile in versione digitale nei negozi virtuali e le loro canzoni non sono mai entrate in una compilation. Ha gestito anche tutte le cause legali, sia quelle fra i quattro soci che le dispute con l’esterno, come quella recentemente persa contro la Apple computer. Ma forse il vero compito di Aspinall per tutti questi decenni è stato quello di fare da mediatore fra Paul, Ringo, George e John. Tra gli aneddoti della sua avventura anche la partecipazione alle registrazioni dei dischi: era nel coro di Yellow Submarine, sue la tamboura (uno strumento indiano) in Within You Without You, l’armonica a bocca di Being for the Benefit of Mr. Kite! e alcune percussioni su Magical Mystery Tour”» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 25/3/2008).