Repubblica 25 marzo 2008, CORRADO AUGIAS, 25 marzo 2008
IL DIRITTO DI DECIDERE ANCHE A 15 ANNI
Repubblica 25 marzo 2008.
Caro Augias, sono una madre e ho seguito con sconcerto la vicenda della quindicenne che non vuole abortire. C’è tra gli altri un fatto molto semplice: la ragazzina è rimasta incinta la prima volta all’età di 13 anni, e il padre di entrambi i bambini, il primo dato in affido l’anno scorso ed il nascituro, aveva all’epoca della prima gravidanza già 19 anni. La legge italiana è chiarissima: chiunque abbia rapporti sessuali con un minore compie reato di stupro, aggravato dall’età della ragazza, inferiore ai 14 anni.
Come mai l’anno scorso né i genitori della ragazza, né i medici al momento del parto, né gli assistenti sociali all’atto delle pratiche per l’affido del neonato hanno provveduto a denunciare il responsabile alle autorità di Pubblica Sicurezza? Il quale, in un paese normale, dovrebbe stare in galera, impossibilitato, almeno per un po’, a mettere di nuovo incinta nessuna ochetta romantica, fornita per di più di genitori che sembrano altrettanto ingenui e impreparati, incapaci, dopo la prima volta, di fornire buoni consigli, oltre a preservativi o pillole anticoncezionali. Il papà di Gravina è agli arresti per il reato di mancata sorveglianza di minori seguita da morte. La mancata sorveglianza seguita da duplice gravidanza non è altrettanto grave?
Marina Pesavento Milano marina.pesavento@tiscali. it
A termini di legge il giovane operaio albanese dovrebbe effettivamente essere punito. La specialità del caso è però tale da far sospendere ogni giudizio, almeno per chi, come noi, conosce dei fatti solo i resoconti delle cronache. La legge 194 (assai ben fatta, giova ripeterlo) prevede che se a chiedere l’aborto è una ragazza di età inferiore a 18 anni, sia sentito anche il parere dei genitori. Ci sono casi però in cui il consultorio o il medico possono rivolgersi al giudice tutelare perché autorizzi la minorenne a decidere da sola. Questa norma era stata studiata per evitare che la ragazza, di fronte a un eventuale diniego dei genitori, abortisse di nascosto con tutti i rischi connessi.
Così interpretò la Corte Costituzionale e sembra ipotesi ragionevole.
La legge però non aveva previsto, né poteva ragionevolmente farlo, l’ipotesi opposta e cioè quello che è avvenuto a Pordenone dove è la ragazza che vuole tenere il bambino e i genitori che le chiedevano di un abortire. L’estraneo può solo dire che tutti qui sembrano avere una buona parte di ragione. I genitori per una maternità che appare molto precoce e quindi giustamente preoccupante. La ragazzina la quale sembra volere questo figlio ad ogni costo. Sarà troppo giovane per essere davvero una mamma, come sostiene la psicologa Vera Slepoj? E’ possibile, come è possibile che i due diventino una coppia modello oppure che tra qualche tempo la storia finisca, non lo sappiamo. Sappiamo solo di non poter obbligare una ragazza ad abortire se non vuole. Così come difenderemmo il suo diritto ad abortire se questa fosse la sua volontà.
CORRADO AUGIAS