LiberoMercato 25 marzo 2008, Claudio Antonelli, 25 marzo 2008
Lo stato fantasma che cresce del 200%. LiberoMercato 25 marzo 2008. C’è un posto nero, una nazione che non esiste sulle mappe
Lo stato fantasma che cresce del 200%. LiberoMercato 25 marzo 2008. C’è un posto nero, una nazione che non esiste sulle mappe. a due passi dall’Unione Europea ma è riconosciuta solo da Mosca. Uno stato fantasma da oltre 17 anni che nel 2002 ha vissuto una breve ma intensa guerra civile e prende il nome di ”pridnestovaskaia Moldoskaia respublica”. Più comunemente chiamato ”Pridnestovie” o in italiano ”Transnistria”. La Moldova definisce i suoi abitanti dei ribelli, gli Stati uniti accusano il suo presidente di traffico d’armi e prostitute e la Ue manda gli ispettori a controllare formalmente il confine che corre lungo le sponde del fiume Dniester. Un apparente paradosso che si spiega con le pieghe di bilancio. Ovvero con la differenza che c’è tra i dati di export forniti dal ministero dell’Economia di Tiraspol, la capitale, e il fatturato della principale azienda del Paese, la Sheriff Ltd, che è guidata dal figlio del presidente. L’economia è monopolizzata dalla multinazionale di famiglia. Il giro d’affari è di 4 miliardi di dollari, mentre i dati forniti dalle autorità locali fissano l’export a poco più di 1,3 miliardi di dollari. Del Pil è dato sapere solo la percentuale di crescita (dal 2000 al 2006 del 209%) ma non il valore assoluto. La gran parte del fatturato della Sheriff avviene con l’export e quindi tra i dati dichiarati e quelli effettivi c’è una differenza di quasi 2,7 miliardi di dollari. Gli stessi che secondo le intelligence occidentali sarebbero frutto di traffici illegali di armi verso paesi africani, arabi o orientali. E gli stessi che sempre secondo le stesse fonti farebbero ricchi molti magnati russi. Non è dato sapere fino a che punto siano circostanziate le accuse degli Stati Uniti. Certo la Russia nel 2004 e nel 2007 ha rafforzato la propria presenza militare a sostegno del vecchio amico Igor Smirnov. Il presidente della Transnistria è un ex capo del Kgb Moldavo che ha tenuto una fitta rete di amicizie con i suoi ex colleghi di Mosca. Tanto che è grazie al Cremlino che oggi la Transnistria ha una sua bandiera, un suo inno nazionale e una sua moneta: il rublo transnistriano. E la possibilità (tramite l’azienda di Stato) di ricevere merci e riesportarle in breve tempo con piccoli interventi di packaging. In patria,infine, la Sheriff controlla casinò, società di comunicazioni, pompe di benzina e uno stadio. La perla del business è una catena di supermercati: negozi con pavimenti di marmo, casse computerizzate, corpulente guardie con walkie-talkie all’entrata. Sugli scaffali ci sono i prodotti della povertà: gli sproti, gustosi pesciolini sott’olio di cui l’Urss si è cibata per sessant’anni, carne in gelatina, cavoli e patate. E tonnellate di tè e vodka, con e senza peperoncino, di marca Sheriff. Le sigarette sono ”for duty free only”, o con la dicitura ”for DRC (Repubblica Democratica del Congo) only”. Stessa faccenda per i pochi cibi importati dall’estero, cioccolatini o crackers tutti prodotti di contrabbando. Trafficati illecitamente attraverso le porose frontiere ucraino-moldave. E poi c’è il business dei polli. Migliaia di cosce arrivano dall’oriente a Tiraspol rimpacchettate e vendute nell’est europa come se i pennuti fossero stati allevati lungo le rive del Dniester. In quanto alle armi, infine non ne è mai stata trovata una cassao forse non è mai stata cercata. Claudio Antonelli