La Stampa 25 marzo 2008, MICHELA TAMBURRINO, 25 marzo 2008
Gaia De Laurentiis. La Stampa 25 marzo 2008. Il bello di Gaia De Laurentiis è che non fa una piega
Gaia De Laurentiis. La Stampa 25 marzo 2008. Il bello di Gaia De Laurentiis è che non fa una piega. Anzi, è lei la prima a dare della propria carriera un’immagine tutt’altro che frizzante: parafrasando il titolo di un famoso musical potrebbe chiamarsi «Se la mia professione fosse un gambero», sottotitolo, «Ascesa e oblio di una star». E dovendo fare un film della sua storia artistica? «Ricomincio da me». E senza farsene un cruccio. Infatti stasera torna in televisione dopo lunga assenza con Stranamore il programma che Retequattro ripropone in prima serata. Conduce Emanuela Folliero, inviati sul camper Marco Balestri, Paolo Brosio e, appunto, Gaia De Laurentiis. De Laurentiis, ma che logica c’è in questa scelta? «Nessuna logica, appunto. Ma in televisione premia solo quella dell’apparire, dell’esserci e siccome non è nella mia natura e nella mia mentalità questa logica, la pago a caro prezzo». Con l’ostracismo? Con offerte non all’altezza del suo curriculum? Con cos’altro? «La pago con un gioco d’equilibrismo non da poco, alternando tanto teatro ad altro, la pago non facendo mai lo scatto. E così nasce la mia carriera senza logica. In più sono una che dimentica quello che fa appena l’ha fatto». Errore enorme in un mondo che si nutre d’autocitazioni e di memoria elefantiaca. «Fosse solo quello! L’errore più clamoroso è stato abbandonare Target, un programma che andava benissimo. Mai mollare la presa, invece ho fatto la difficile quando avrei dovuto buttarmi a pesce. Ma di mezzo c’è stata la mia vita privata non proprio liscia. Quest’anno mi sono anche separata e stando in tournée non è tanto facile». Si è fermata per separarsi meglio? «Io già avevo avuto un figlio, Sebastiano, con un uomo, un produttore, molto più grande di me che poi mi ha lasciata e che oggi è scomparso. Dopo mi sono sposata con un regista televisivo col quale ho una bimba, Agnese. Bisogna fare le cose avendo rispetto dei figli». E adesso? «Ora sono molto innamorata, ho un rapporto totalitario, spero duraturo. Lui è un medico, lontano dal mio ambiente di lavoro. Certo, guardandomi indietro ho fatto tanti casini e non sono nemmeno una che santifica gli errori come viatico obbligatorio alla crescita. Idealmente sono per un uomo e per tutta la vita. Purtroppo temo di essere meno facile di quello che credo. Ho di me un’idea lineare che forse non mi corrisponde. Per esempio nel lavoro. Ho il culto della professionalità, della disciplina, della divisa. Neanche alla parte creativa del lavoro lascio briglia sciolta. Sono puntualissima, studio tutto perfettamente come se avessi paura di lasciarmi andare. Mi viene da Strehler, dopo lui tutto è stato diverso. Ora ho imparato ad accettare i compromessi, a barcamenarmi tra quello che voglio e quello che è bene fare». «Stranamore» è quello che è bene fare? «Innanzitutto non si sputa mai nel piatto in cui si mangia. E poi c’è modo e modo di fare le cose. Puoi essere pessima in Shakespeare e puoi fare una cosa popolare con garbo e con una tua cifra, allora sfido a dire che cosa è bene e che cosa è male». Che cosa è male nella televisione? «Per esempio Amici di Maria De Filippi. I primi anni lo seguivo con interesse, era carinissimo, era un’accademia. Oggi è vergognoso, fa venire voglia di urlare: gli insegnanti che si insultano e si scannano tra loro scendendo a livello dei ragazzini, gli allievi maleducati e aggressivi. Sono scandalizzata. Però i litigi pagano in termini d’ascolto». Ormai siamo alla volgarità più gratuita in quello che ostinatamente e pomposamente viene definito «talent show». Parliamo però pure del facile sentimentalismo e del ricongiungimento lacrimevole. Stranamore in questo fa scuola non proprio positiva. «Non è vero. Un filone si apre, poi non si è responsabili delle storture. Stranamore per quello che è mi sembra garbato». Che cosa le piace di più e le piace di meno della televisione? «Mi fa impazzire l’idea che in tv non costruisci mai e che da un giorno all’altro vai dalle stelle alle stalle. E ti fanno il vuoto intorno. Guardiamo la povera Lorella Cuccarini. Ma perché fanno tutto questo a lei che è bravissima? In tv tutto viene triturato velocemente. Devi stare sul pezzo. Devi avere talento per l’equilibrismo non per l’arte. Piacermi mi piacciono alcuni programmi come Le invasioni barbariche della Bignardi». Che cosa si aspetta a questo punto? «Non mi aspetto più niente. Ormai neppure più le fiction, non me le fanno fare. Ma il vittimismo lo odio. Non è facile guidare una carriera, c’è sempre un concorso di colpe se va da una parte e non dall’altra. Anche se certe scelte sono obbligate. Scegliere è un privilegio che spesso è negato». MICHELA TAMBURRINO