
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Gli ottant’anni delle gemelle Kessler - oggi: vennero al mondo il 20 agosto del 1936 - sono un evento sociopolitico, antropologico, culturale, musicale, spettacolare, sessuale, di costume e chi più ne ha più ne metta.
• Due ballerine, no? Anni Sessanta? Gambe? Scandali? Televisione?
Sì, quelle sono le parole-chiave. Alice ed Elen Kessler, nate nella Germania che poi fu comunista, un piccolo paese vicino a Lipsia, Nerchau, quattromila abitanti. Vanno a scuola di danza già a sei anni, devono rinunciare abbastanza presto perché troppo alte, scappano poi con un trucco dalla Germania Est, fanno un po’ di spettacoli in Germania e poi a Parigi, qui le vede Guido Sacerdoti che le ingaggia per la Rai. Arrivano nel gennaio del 1961, pochi giorni dopo che alla direzione generale di via del Babuino (la Rai stava allora in via del Babuino, dove ora c’è l’hotel de Russie) s’è insediato Ettore Bernabei, l’uomo di Fanfani.
• Il vecchio Bernabei. È morto a ferragosto, a 95 anni.
Già. Le due stangone debuttano in un programma che si chiamava Giardino d’inverno
. Antonello Falqui, Quartetto Cetra, Gorni Kramer. Il Dadaumpa scritto da Dino Verde e coreografato da Don Lurio (che era basso e voleva ballare in mezzo a loro). Nomi e titoli che a lei magari non dicono niente, ma che appartengono alla storia dello spettacolo, e per questa via anche alla storia del Paese. Siccome la vedo perplesso, glielo spiego con le parole del medesimo Bernabei, col quale, come saprà, ho scritto, una ventina d’anni fa, un libro-intervista. Bene, Bernabei diceva che tra una frase pronunciata in tv durante un dibattito politico e una frase - o una scena, un’acconciatura, un atteggiamento, un giudizio morale - pronunciato o esibito durante uno spettacolo leggero o una fiction, ha molto più valore sociale, politico, antropologico e quant’altro quello che si mostra nello spettacolo leggero o fiction, perché quando guardiamo i politici in tv i nostri sensi sono vigili e con i sensi è vigile la nostra capacità critica. Mentre durante uno show o un serial ce ne stiamo rilassati a guardare e ad ascoltare, e i messaggi, con i loro relativi significati e sotto-significati, ci entrano in testa senza che ce ne accorgiamo. Quando una signora che legge il tg cambia pettinautra, beh le conseguenze sociali di quella novità sono sempre notevoli, Ecco quindi che siamo arrivati al valore politico delle gemelle Kessler, capitate sulle nostre goffe tv in bianco e nero nel periodo cruciale della trasformazione: anni Sessanta, cioè Piper, minigonna e pillola da un lato, e, nello stesso tempo, il ministro Gonella che attacca Studio Uno
e Tribuna politica
«perché introducono Togliatti e le ballerine nel cuore delle famiglie italiane», la Corte Costituzionale che giudica reato solo l’adulterio femminile, e i giudici che sequestrano Viridiana
di Buñuel e L’ape regina
di Ferreri. Dunque, in quel momento cruciale, Bernabei mette in video le Kessler coscia-lunga, con la sola avvertenza di fargli indossare la calzamaglia nera che, se possibile, eccita la fantasia ancora di più.
• Dietro questo c’è un pensiero politico-socio-culturale e quant’altro?
Sì. Il predecessore di Bernabei, Luigi Guala, era un formidabile repressore, ossessionato dal sesso, e che poi si fece frate (Falqui: «mi rompeva le palle su tutto»). Bernabei aveva sensibilità per le masse (il primo talento di un uomo politico) e sapeva che i muri erano controproducenti per il suo stesso credo (era cattolico alle soglie della bigotteria). Quindi mise in video le Kessler per consentire un’apertura-sfogatoio e avendo a mente il principio su cui imperniò tutta la sua politica di direttore generale della Rai: la sera, mandare a letto la gente tranquilla.
• Le Kessler sono il simbolo di questa ideologia conservatrice.
Proprio così. Belle, alte, allegre, canterine, prive di chiaroscuri, ritratto della salute, tutto il contrario del buio esistenziale che s’allungava allora sulla cultura italiana, attorcigliata nelle sue nevrosi e nel suo male di vivere, rotture di scatole che continuano ancora oggi. Le Kessler imperversarono negli anni Sessanta, poi andarono in America, poi si stabilirono a Monaco, prendendo una casa doppia: si entrava da due cancelli simili, si percorrevano due sentieri simili, e alla fine ognuna stava a casa sua, identica però alla casa dell’altra. Le Kessler sono un caso di memoria collettiva e condivisa, altro obiettivo di Bernabei, sulla strada dell’unificazione di un paese che in realtà non riesce a essere unito. Caso strano, queste due tedeschissime, che hanno giurato di darsi la morte l’un l’altra in caso di ictus con riduzione allo stato vegetativo, fanno parte dell’identità italiana.
• Sono proprio così identiche come sembra?
Non proprio uguali uguali. Ellen ha il 40 e mezzo di piede. Alice il 41.
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