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 2016  agosto 20 Sabato calendario

IL PREZZO DEGLI STAFF: APPENDINO OCULATA, SALA PAGA PIÙ DI RAGGI

Gli staff a chiamata esterna dei grandi Comuni hanno ovunque un costo elevato. Da anni sono al centro delle polemiche politiche, tra accuse di lievitazione dei costi e incarichi assegnati ad personam in base all’appartenenza politica più che alle reali competenze amministrative. Le amministrazioni comunali appena elette non sfuggono a questo paradigma. Ne sa qualcosa la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che il 29 giugno, nella sua prima intervista dal Campidglio, ha spiegato alla Cnn che le sue priorità sono “spending review, servizi e trasparenza”. Peccato che, appena venti giorni dopo, proprio lei è stata investita da una raffica di polemiche sul costo del suo staff a chiamata esterna. Le opposizioni hanno gridato agli “stipendi d’oro”, mentre la base grillina è entrata in fibrillazione, per il contratto di Carla Romana Raineri, giudice della Corte d’Appello di Milano, nominata capo di gabinetto del Campigolio a 193 mila euro l’anno. E pazienza se nelle altre città per lo stesso ruolo, o altri incarichi amministrativi di vertice, c’è chi guadagna altrettanto.
Le polemiche hanno trovato terreno fertile nel vuoto politico del Campidglio. Fino a che la Raggi non farà le prime scelte in grado di caratterizzare il suo governo, difficilmente supererà l’empasse comunicativa sugli stipendi. Non le giovano nemmeno le lacune sulla trasparenza, tanto cara ai 5 Stelle, con quattro componenti dello staff della sindaca, dal capo della segreteria politica all’addetto all’attuazione del programma, assunti con una delibere in cui non viene specificato il loro stipendio.
Ma i compensi di staff pagati a Roma sono un unicum? Niente affatto. A Milano il direttore generale di Palazzo Marino, Arabella Caporello, manager di simpatie renziane, porta a casa 180 mila euro più altri 30 mila legati al risultato. Totale 210 mila euro, più della Raineri. Mentre il capo di Gabinetto, Mario Vanni, incassa, 120 mila, più altri 20 mila di possibili bonus. Senza dimenticare che il primo segretario generale, Antonella Petrocelli, è durato appena cinque giorni prima di essere revocata a causa di una richiesta di rinvio a giudizio per turbativa d’asta a suo carico. Ma il posizionamento filo governativo di Giuseppe Sala e i suoi primi annunci sulla città, dai 30 milioni di euro per ristrutturare le case popolari nelle periferie alla richiesta di portare a Milano la sede dell’Agenzia europea del farmaco, gli hanno garantito ottima stampa.
Anche a Napoli per il secondo mandato di Luigi De Magistris l’entità dei compensi non è da meno, qui Attilio Auricchio, ex ufficiale dei Carabinieri molto attivo nell’inchiesta Calciopoli, somma le cariche di capo di gabinetto, direttore generale e responsabile della Polizia Municipale, per un totale di 190 mila euro, a cui va aggiunta una parte variabile legata ai risultati, fino ad un massimo del 20% della retribuzione fissa. Quindi, in totale può arrivare fino a 230 mila euro.
Non si bada a spese nemmeno a Bologna, dove lo staff del riconfermato Virginio Merola e della giunta pesa per 3,2 milioni di euro sulle casse comunali, circa il doppio rispetto al primo mandato. Tra i più pagati il direttore Generale Giacomo Capuzzimanti, 140.160 euro più 20 mila legati alle performance. Altri 142 mila vanno per il segretario generale Luca Uguccioni. Merola ha varato uno staff votato alla comunicazione: 154 mila euro per il portavoce e 508 mila per sette giornalisti dell’ufficio stampa.
Tra i primi cittadini appena eletti spicca per contenimento dei costi Chiara Appendino, che ha distribuito cinque incarichi di vertice per un totale di 270 mila euro. La sindaca di Torino pianifica di risparmiare sullo staff rispetto al passato 5 milioni di euro nei prossimi 5 anni per poi far confluire quelle risorse in un fondo dedicato agli under 35 disoccupati. Per ora il confronto tra le due grandi città a 5 Stelle è impari: Paolo Giordana, il capo di gabinetto di Torino, guadagna 64 mila euro l’anno, un terzo di quello di Roma. Anche per i collaboratori della Appendino busta paga più contenuta rispetto al passato: due contratti da 40 mila euro.
Che la questione all’interno del Movimento sia piuttosto sentita lo segnalano anche le parole del sindaco pentastellato di Livorno, Filippo Nogarin, che al Corriere sottolinea: “Certi stipendi dei dirigenti sono immorali, ho provveduto con tagli compatibili alle disposizioni di legge”. Anche qui, cifre distanti da quelle del Campidoglio: 60.715 euro per il capo di gabinetto e 84.720 per il segretario generale. Una carica, quest’ultima, che a Roma, va ancora assegnata. Il compenso per quel ruolo dirà se le polemiche hanno avuto o meno effetto.
di Andrea Managò, il Fatto Quotidiano 20/8/2016