28 luglio 1981
Berlinguer: «I partiti
sono macchine di potere»
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Sono due notizie collegate: da oggi il Pdl ha un segretario operativo, si chiama Angelino Alfano e fino a ieri faceva il ministro della Giustizia. Nello stesso momento abbiamo anche un nuovo ministro della Giustizia, si chiama Nitto Francesco Palma, ha 61 anni e fino a ieri faceva il sottosegretario al ministero dell’Interno, cioè lavorava con Maroni. Non sappiamo da chi sarà sostituito al Viminale, ma con l’occasione è stato nominato anche il nuovo ministro alle Politiche comunitarie che riempie il vuoto lasciato da Andrea Ronchi, quando decise di traslocare con Futuro e libertà (adesso è rientrato nel Pdl, ma gli hanno spiegato che ridiventare ministro, cioè riprendersi la poltrona di prima, sarebbe stato fonte di grandi imbarazzi). Ci sarebbe una quarta notizia, implicita in tutte quelle di cui abbiamo dato conto finora: per far firmare a Napolitano i decreti di nomina, Berlusconi è salito al Quirinale e ha parlato con Napolitano. Forse è la notizia più importante delle quattro: a Napolitano non è andata giù la sceneggiata leghista a Monza, con la cosiddetta apertura delle sedi distaccate di tre ministeri, varata con decreti costituzionalmente al limite della farsa. Napolitano ha scritto una lettera a Berlusconi e ha fatto capire ai giornali che su questo esige una risposta ufficiale dal premier. La costituzione fissa la capitale a Roma, sedi operative distaccate che siano anche di rappresentanza non sono possibili, per via dei costi e per via di quel che prescrive la Carta. Che succederebbe se tutte le province d’Italia – al Sud, al Centro e al Nord – si mettessero in testa di portar via da Roma altri pezzi di capitale? Caso imbarazzante, visto quanto ci tiene la Lega. Berlusconi ha infatti commentato: «Il presidente vuol farmi litigare con Bossi».
È più
importante la nomina di Nitto Palma o la discesa in campo di Alfano?
Secondo me è più importante la discesa in campo di
Alfano. Vuol fare il partito degli onesti, ha un feeling con Maroni, è giovane,
è la sua vera occasione. Ha persino mandato dei messaggi a Fini e a Casini.
Berlusconi negli ultimi tempi s’era raffreddato su questa nomina, che ha il
difetto d’essere stata calata dall’alto. Alfano ha una palla non semplice da
giocare, perché i potenti Pdl non vogliono che diventi troppo importante. Ma ha
comunque una palla tra i piedi e potrebbe anche fare gol.
E questo Nitto
Palma?
È romano, è amico
di Previti, è onorevole da tre legislature (la prima alla Camera, le ultime due
al Senato), è famoso per aver tentato di sospendere i procedimenti contro gli
eletti in parlamento fino al termine del mandato, emendamento che avrebbe messo
al sicuro lo stesso Previti oltre a Berlusconi (era retroattivo). A parte
questo non si segnala niente di particolare. È un ex sostituto procuratore,
favorevole alla separazione delle carriere e ai due Csm, dunque in linea con le
idee del premier. E questo è logico. Quelli di “Repubblica” (cioè i nemici del
governo) scrivono che nel Pdl c’è molto malumore per la sua nomina. Sostengono
che non andava d’accordo con Maroni, che in tre anni al ministero s’è fatto
vedere poco o niente… Mi limito a riferire, perché non ho elementi per
stabilire se si tratti di calunnie o di verità.
Ma “Nitto” che
nome è?
Sarebbe
“Benedetto” un nome che evidentemente genera vezzeggiativi originali (era
“Benedetto” anche il “Bettino” di Craxi).
È doveroso dare
qualche notizia anche del ministro Bernini.
Intanto è il sesto
ministro donna, dopo Brambilla, Carfagna, Gelmini, Meloni e Prestigiacomo. È bolognese,
nata nel 1965. L’anno scorso Berlusconi l’aveva fatta correre contro Vasco
Errani per il posto di governatore dell’Emilia. Errani aveva vinto facilmente.
Anche suo padre, Giorgio, è stato un ministro del Cavaliere. La Bernini gode di
qualche notorietà nel mondo dello spettacol ha fatto l’avvocato per Pavarotti
e la sua seconda moglie Nicoletta Mantovani. Il marito, Luciano Bovicelli,
ginecologo, ha fatto nascere la loro figlia Alice.
Con queste
nomina e con la partenza per le vacanze, domani, di Napolitano, possiamo
considerare sospesa l’attività politica?
Dipende
soprattutto dalle borse. Se gli americani non si mettono d’accordo e le
quotazioni continuano a precipitare…
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 28 luglio 2011]
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