PAOLO RUSSO, La Stampa 28/7/2011, 28 luglio 2011
Sui ticket ogni Regione va per conto suo - È una babele dei ticket, sempre più diversi da Regione a Regione, quella con cui da agosto dovranno imparare a fare i conti gli assistiti della sanità federalista
Sui ticket ogni Regione va per conto suo - È una babele dei ticket, sempre più diversi da Regione a Regione, quella con cui da agosto dovranno imparare a fare i conti gli assistiti della sanità federalista. Regioni e Governo si incontreranno oggi per ridiscutere la questione e il ministro Fazio ha ribadito la disponibilità a rimodulare il balzello di 10 euro introdotto dalla manovra su visite a analisi. Ma intanto proprio il ministero della Salute mette in mora le Regioni con un decreto attuativo dei ticket che contiene gli importi che ciascuna deve garantire con i 10 euro o con altre misure. Importi per alcune regioni, tra cui Emilia e Piemonte (24 milioni in più), ampiamente superiori al previsto, tanto da creare il panico nell’iniziale fronte regionale del no, che aveva già iniziato a fare di conto e a mettere a punto i ticket in salsa regionale. A cominciare dal Piemonte, che sta studiando un ticket di costo proporzionale al valore delle prestazioni. Principio adottato anche da Emilia Romagna, Toscana e Marche, mentre la stessa Emilia, l’Umbria e la Sardegna sono pronte a mettere un ticket tra i 2 e i 4 euro sui farmaci, garantendo però la gratuità degli equivalenti generici. «La scelta del governo sui ticket è sbagliata, iniqua e dannosa», ha ribadito il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, che chiede una copertura economica diversa dal balzello, che intanto ciascuno sta cercando di rimodulare. A resistere sono per ora Trento, Bolzano e Valle d’Aosta (che possono però provvedere con risorse proprie), Abruzzo, Molise e Veneto. Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Sardegna, che fino ad oggi hanno aderito al fronte del no stanno invece mettendo a punto la loro contromanovra sanitaria. Vediamo come. La Giunta piemontese ha messo a punto una delibera che introduce un ticket proporzionale al costo della prescrizione su visite e analisi che deve passare oggi il vaglio dell’Economia. Si parte da un ticket di 1 euro per le prestazioni di costo entro i 5 euro e si sale via, via che aumenta il costo degli accertamenti. Ma i ticket, assicurano dalla Regione, saranno più leggeri per le prestazioni di uso più comune, dove in media si pagherà meno di 10 euro. Anche in Emilia Romagna si sta mettendo a punto un ticket «progressivo» su specialistica e diagnostica. Per le prestazioni di costo inferiore a 18 euro non si pagherà nulla. «Per evitare fughe verso il privato», spiega l’assessore alla salute Carlo Lusenti. Poi si pagherà un ticket di 5 euro aggiuntivo alla franchigia di 36 euro, fino ad arrivare a un esborso complessivo massimo di 60 euro per tac, risonanze e altre prestazioni super costose. Se la prescrizione è spalmata su più ricette la franchigia complessiva non potrà superare i 46 euro. Ticket di 2 euro a confezione farmaceutica fino a un massimo di 4 euro ma generici gratuiti. Passa da 50 a 60 euro la franchigia per le cure termali. «Ticket progressivo» su specialistica e diagnostica anche in Toscana. «Ma tuteleremo le fasce deboli assicura l’assessore Daniela Scaramuccia - estendendo l’esenzione anche alla fascia di età compresa tra i 4 e i 65 anni con redditi bassi». In Umbria si va verso un ticket di 2 euro a prescrizione farmaceutica fino a un massimo di 4 euro. Gratuiti i generici. Il resto verrà da aggiustamenti di bilancio. Per ora nelle Marche resta in vigore il ticket da 10 euro, ma a breve anche qui si passerà al ticket «progressivo» su visite e analisi. Infine la Sardegna: qui con due terzi di esenti i ticket rischiano di fare il solletico al bilancio della regione che comunque pensa di limitarsi a un miniticket di 1 o 2 euro su ogni confezione farmaceutica.