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 2009  gennaio 21 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Barack Obama è il 44° presidente degli Stati Uniti. Ha giurato ieri all’inizio di una cerimonia colossale alla quale hanno partecipato due milioni di persone in America e forse due miliardi nel mondo.

Ha incespicato sul serio o ha fatto finta?
Ha incespicato sul serio e non per colpa sua. Il giudice Roberts ha messo alla fine un “faithfully” (fedelmente) che doveva stare all’inizio della frase. Poiché la cerimonia prevede che il futuro presidente ripeta pari pari le parole che gli vengono dette – è infatti un dialogo – Barack s’è trovato a dover decidere se il canone stabilito andava o no tradito. Se l’è cavata con un bel sorriso, da bravo attore.

Gli antichi avrebbe tratto auspici da questo microepisodio.
E sarebbero favorevoli perché, trovandosi di fronte a un incidente inatteso, il Presidente ne è uscito bene. Tuttavia i problemi della nuova amministrazione sono giganteschi e non mi farei troppe illusioni. Mentre Barack giurava, Wall Street andava giù del 2 per cento. Citygroup e Bank of America si trovano in un guaio enorme. In Inghilterra Brown ha dovuto rimettere mano al portafoglio per salvare Royal Bank, come se tutto il denaro tirato fuori fino ad ora non fosse servito a niente. Ed in effetti è così: non sono serviti a niente né i soldi americani né quelli europei. Quindi il Presidente si trova, rispetto alla crisi economica, praticamente all’inizio.

Che cosa ha detto nel discorso relativamente a questo?
Niente di preciso. «L’economia è in crisi a causa dell’irresponsabilità e della cupidigia di alcuni e della mancanza di decisione di altri». Giusto, ma vago. Chi, come, quando? E che farai per battere la cupidigia di questi e di quelli? Impossibile d’altronde pretendere una risposta nel discorso di ieri, alato sì, ma prudente. In generale il messaggio è stato questo: la faccenda riguarda tutto il mondo e io da solo non posso risolverla. Tendo esplicitamente la mano all’Islam di buona volontà. Tendo esplicitamente la mano ai nostri alleati. Tendo esplicitamente la mano a coloro che sono usciti sconfitti da queste elezioni, e cioè i repubblicani e l’establishment conservatore (che secondo alcuni, invece, è quello che a un certo punto ha deciso di farlo eleggere). Ha ringraziato Bush, s’è messo una cravatta di colore repubblicano (cioè rossa), ha chiamato sul palco a pregare e a benedire il pastore evangelico Rick Warren, uno che non vuole le nozze tra gay né l’aborto legale. Uno, cioè, che piace a Bush. Quando gli hanno chiesto conto di questa stranezza Obama ha risposto: «Sono un sostenitore dei diritti dei gay e lo dissi proprio nella chiesa di Warren ma il punto è che l’America deve unirsi e la mia campagna si è fondata sulla necessità di dialogo anche quando si hanno valori molto differenti».

Che cosa farà all’inizio?
Ha detto che chiuderà Guantanamo in una settimana. Non è proprio semplicissimo: a Guantanamo ci sono più di 250 detenuti e molti di loro non possono tornare in patria, perché in patria sarebbero torturati e uccisi. Devono accoglierli perciò gli europei. Sarà interessante vedere come si comporteranno i governi e i giornali che hanno esecrato fino a ieri quel carcere orrendo.

Le sembra possibile che alla festa di ieri abbiano partecipato in due milioni?
E’ plausibile. I tecnici del trasporto pubblico, alla vigilia, avevano calcolato di dover trasportare 960 mila persone, numero intorno al quale avevano eseguito calcoli abbastanza complessi e scoperto che se almeno 150 mila non avessero preso la metropolitana prima dell’alba si sarebbe probabilmente battuto il record dell’ingorgo, che appartiene alla Francia (trecento chilometri di fila sulla Parigi-Lione nel 1980). Siccome per assistere all’Evento si sono distribuiti dei biglietti, alla fine il conto sarà fatto con una certa precisione: 1600 stavano sul palco, 30 mila in platea, 250 mila, in piedi, nell’area di quattro isolati da cui si poteva ancora vedere il Presidente in diretta giurare sulla Bibbia di Lincoln retta dalla First Lady. Le decine di migliaia sparpagliati lungo il Malla hanno seguito l’evento sui megaschermi. Poi ci sono quelli che si sono piazzati lungo la Pennsylvania per assistere alla parata. Due milioni, è possibile. Non si poteva portare nessun oggetto più grande di un sandwich. Sessantamila volontari hanno svolto i compiti più disparati. La sera, balli da tutte le parti. La coppia presidenziale, come è tradizione, è apparsa ora qua ora là senza farsi annunciare. Per partecipare a questi inaugural balls – e senza la garanzia che Barack e Michelle si sarebbero fatti vivi – si deve in genere pagare. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/1/2009]

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