Fulvio Bufi, Corriere della Sera, 21/1/2009, 21 gennaio 2009
Processo a Moggi & C. Una giuria di tre donne, nessuna conosce il calcio La presidentessa fu la prima pm contro Cutolo NAPOLI – Il calcio giudicato dalle donne
Processo a Moggi & C. Una giuria di tre donne, nessuna conosce il calcio La presidentessa fu la prima pm contro Cutolo NAPOLI – Il calcio giudicato dalle donne. Non in un sondaggio ma in un’aula di tribunale. Il processo contro Luciano Moggi e altri 23 imputati cominciato, e subito rinviato, ieri a Napoli, è nelle mani di un collegio tutto al femminile. Tre magistrati che di pallone non sanno niente. Il presidente Teresa Casoria e i giudici consiglieri Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi non sono tifose, non guardano le partite. Come Moggi gestiva il mercato, come chiudeva i contratti con i giocatori, come era il numero uno del calcio italiano, non è mai stata cosa che le riguardasse. Per non parlare poi di fuorigioco e griglie per le designazioni arbitrali. Neppure sapevano cosa fossero prima di essere chiamate a gestire il più grosso processo mai fatto al calcio. Ma è di queste cose che si discuterà quando il dibattimento entrerà nel vivo. Per ora è slittato al 24 marzo (per difetti nelle notifiche a 16 imputati), e anche allora ci saranno adempimenti tecnici, come decidere sulle costituzioni delle parti civili e sulle istanze dei difensori, a cominciare proprio da quelli di Moggi che chiederanno la trascrizione delle trentunomila telefonate intercettate ma non allegate agli atti perché ritenute dai pm Narducci e Beatrice non rilevanti penalmente. Ma arriverà pure il momento in cui gli imputati dovranno rispondere in aula dell’accusa di aver falsato il campionato 2004-2005 per favorire la Juventus. E a quel punto si entrerà nel merito delle partite, si discuterà di favori arbitrali, ammonizioni, espulsioni, fuorigioco. E tutto passerà al vaglio del presidente Casoria. Lei che limita i suoi rapporti con il mondo del pallone al tifo – per il Napoli – di suo marito Gerardo Arcese, anche lui magistrato. Lei che quando legge in aula «Federazione Italiana Giuoco Calcio», sottolinea giuoco, con la u, che non è sbagliato ma non lo usa più nessuno, e si capisce quindi che la Federcalcio è per lei un’entità estranea. «Avrà bisogno di un consulente, uno che le spieghi passo passo come funziona il calcio», dicono gli avvocati in aula. Forse sì. E probabilmente dovrà sorbirsi ore di partite, perché l’intenzione di qualche legale è chiedere l’acquisizione agli atti dei filmati delle gare sotto accusa. Ma in un tribunale pieno di giudici-tifosi un collegio più imparziale non poteva capitare. I due consiglieri vengono una dalla giustizia civile e l’altra da quella minorile. Anche il presidente ha avuto un breve passaggio nel civile, ma la sua lunga esperienza è quasi tutta nel penale. E non sarà questa la prima volta che avrà di fronte un imputato considerato, nel suo campo, un boss. Negli anni Ottanta fu la prima donna a sostenere l’accusa contro Raffaele Cutolo, e il capo della Nco protestò per dover rispondere alle domande di una donna. Chissà come reagirà Moggi, che fino a oggi l’unica volta che è stato intervistato da una donna (fu Daria Bignardi alle Invasioni Barbariche) mostrò segni di insofferenza e pure maleducazione. Fulvio Bufi