Guido Olimpo, Corriere della sera 21/1/2009, 21 gennaio 2009
NAVE IRANIANA COLMA DI MINE E RAZZI PER RIARMARE HAMAS
Hamas, per quanto ferita e debilitata, è riuscita a tirare razzi fino all’ultimo giorno di battaglia. I rudimentali Kassam (fatti in casa) e i missili forniti dall’Iran. Adesso i depositi vanno riempiti e Teheran, affermano gli israeliani, è pronta a inviare ai palestinesi missili Fajr. Con un raggio d’azione di 75 chilometri, gli ordigni possono «coprire» molte località nella parte centrale di Israele, compresa Tel Aviv. Il sito Debka
’ non sempre troppo accurato – ha scritto che unità americane ed egiziane darebbero la caccia a una misteriosa nave iraniana, con a bordo 60 tonnellate di armi: i Fajr, razzi controcarro, mine.
Il cargo, partito dal porto iraniano di Bandar Abbas, ha cambiato nome da «Iran Hedayat» in «Famagustus» quando è entrato nel Golfo di Oman. Per l’intelligence, il mercantile potrebbe scaricare il materiale sulla costa del Sinai in un punto usato in passato dai trafficanti. Successivamente i beduini, spesso coinvolti nel contrabbando, garantirebbero il trasferimento a El Arish e quindi nella Striscia di Gaza. Anche se è difficile, viste le dimensioni del Fajr, farlo passare attraverso un tunnel. L’aiuto iraniano si inserisce in un quadro dove Hamas e Teheran stanno esaminando l’andamento della campagna. Gli ayatollah sarebbero rimasti in parte scontenti perché le tattiche impiegate non hanno provocato molte perdite tra gli israeliani né si sono avute «sorprese», come il rapimento di un soldato.
Giudizi negativi emersi anche tra i palestinesi durante un meeting riservato a Damasco. Queste le contestazioni: i reparti non si sono rivelati all’altezza delle promesse fatte; la leadership locale è stata costretta a rimanere nascosta nei bunker; le unità scelte non hanno usato al meglio le tattiche imparate. Al tempo stesso, però, i capi di Gaza hanno mantenuto capacità di manovra e, per ora, non c’è stata una reazione negativa da parte della popolazione, sacrificata cinicamente nel conflitto.
La discussione di Damasco – secondo nostre fonti – è stata accesa, con scambi di accuse pesanti sulle scelte del movimento. Ma, alla fine, i dirigenti avrebbe serrato i ranghi sicuri che l’apparato di Hamas a Gaza ha molte carte da giocare. Ed è pronta a ricevere sostegno militare da chiunque lo voglia offrire. Per questo Teheran ha mobilitato gli uomini della Forza Qods per riarmare l’alleato.