Gianni Rusconi, Sole 24 Ore, 21/1/09, 21 gennaio 2009
Gli italiani preferiscono la Tv digitale e il Dtt supera il satellite. In un settore che aspetta il definitivo ribaltone fissato per il 2012, quando si concretizzerà lo "switch off" da analogico a digitale, l’anno appena concluso ha regalato due sostanziali inversioni di tendenza
Gli italiani preferiscono la Tv digitale e il Dtt supera il satellite. In un settore che aspetta il definitivo ribaltone fissato per il 2012, quando si concretizzerà lo "switch off" da analogico a digitale, l’anno appena concluso ha regalato due sostanziali inversioni di tendenza. La prima riguarda il sorpasso della tv digitale terrestre nei confronti del satellite, con 7,6 milioni di abitazioni dotate di ricevitore per il Dtt (il 34% del totale) contro i 6,6 milioni con almeno un decoder satellitare (il 20% del totale). La seconda attesta la leggera (53% contro 47%) supremazia delle piattaforme digitali (satellite, digitale terrestre e Iptv) rispetto alle tradizionali emittenti analogiche. I dati in questione sono emersi nel corso della quarta Conferenza nazionale sulla tv digitale terrestre che si chiude oggi a Roma sotto l’egida della Dgtvi, l’associazione che riunisce tutti i principali broadcaster italiani. Il giro d’affari: 25 milioni di pubblicità e 400 milioni dai canali a pagamento La crescita e la popolarità della nuova Tv non è più quindi una chimera e tantomeno il frutto di una mirata campagna di comunicazione: lo dimostrano alcuni numeri. Nel mese di novembre, le rilevazioni sono di Gfk, sono stati venduti 581 mila decoder digitali – il 74% di questi integrati all’interno di televisori o lettori multimediali – e dal febbraio 2004 a oggi il totale di "scatolotti Dtt" finiti nelle case degli italiani sfiora quota 12 milioni di unità (il parziale del 2008 supera i quattro milioni). Dal rapporto presentato a Roma si evince inoltre che in Italia gli introiti generati nel 2008 dalla pubblicità è nell’ordine dei 25 milioni di euro (circa il 6% del fatturato complessivo della Tv digitale terrestre, al contrario di quanto si registra in Regno Unito, Francia e Spagna) mentre il valore dei ricavi relativi ai canali a pagamento ha toccato i 400 milioni di euro (cifra, che comprende gli introiti da rivendita di diritti a terzi, quattro volte superiore a quella sviluppata in Inghilterra). Ulteriore buone nuove per il movimento del Dtt arrivano infine dagli ascolti e dai canali mini-generalisti. I primi, stando ai dati Auditel, confermano per i canali erogati tramite digitale terrestre un’audience pari al 7,8% del totale e a un terzo circa di quelli registrati nel complesso dalle piattaforme digitali, arrivati al 22,8% degli ascolti tv. Per i canali nati con l’obiettivo di concentrare pochi generi di intrattenimento a palinsesto (Rai 4 e Mediaset Iris i più noti) il successo di pubblico è forse andato oltre le previsioni in linea con quanto avvenuto negli altri Paesi Europei, in virtù di un numero di canali gratuiti disponibili su piattaforma Dtt che nel triennio 2005-2008 sono raddoppiati da 13 a 25 fra Italia, Spagna, Regno Unito e Francia. Frequenze e decoder ostacoli superati ma slittano gli "switch off" del 2009 Andrea Ambrogetti, padrone di casa dell’evento romano, ha approfittato dell’occasione per togliersi alcuni sassolini dalle scarpe, spaziando in lungo e in largo sulle varie componenti della Tv digitale che sta nascendo. Sui decoder il numero uno della Dgtvi ha confermato per esempio come "siamo certi che prima del 2012 tutti lo avranno e nessuno resterà con lo schermo nero" mentre sulla diatriba delle frequenze televisive "il laboratorio Sardegna ci ha tranquillizzati". Ambrogetti ha quindi ribadito l’importanza strategica del cambiamento in atto – "in Italia c’è soltanto una sana competizione e non c’è contrapposizione tra vecchia e nuova Tv, perché la prima si trasforma semplicemente nella seconda e il digitale terrestre é la porta principale d’ingresso in una Tv che sarà di tutti e per tutti, al di là di ogni equivoco" – e sfatato luoghi comuni e insinuazioni sulla natura esclusiva della piattaforma digitale italiana, sottolineando come "ci si dimentica di quanti nuovi player siano entrati in uno dei sistemi più aperti d’Europa". Dunque le tante nubi che si erano profilate all’orizzonte sembrano svanire ed anche le polemiche nate a valle dello switch off operato in Sardegna sono, a detta del Presidente di Dgtvi, un ricordo: "il 75% della popolazione sarda non ha avuto problemi, il restante 25% li ha comunque superati in modo agevole al di là di qualche limitato e fisiologico intoppo. Oggi in Sardegna oltre il 90% degli abitanti usa il digitale terrestre gratuito e sono state pianificate ben 43 frequenze multiplex". Ambrogetti nella sua relazione ha quindi spazzato il campo anche dai conflitti di natura politica (che non sono stati pochi) spostando l’attenzione dei diretti interessati sul ruolo del servizio pubblico in relazione alla futura offerta dei contenuti che andranno a comporre il panorama del digitale terrestre. Non è mancato per finire un affondo ben preciso nei confronti di Sky - "il satellite resta un’offerta importante ma solo accessoria mentre i veri protagonisti del cambiamento della Tv sono in tutta Europa i broadcaster di sempre, con qualche nuovo soggetto pronto ad entrare – e una promessa che è suonata come quasi solenne: "il mio impegno - ha infatti concluso il numero uno di Dgtvi - è che nel 2009 ci sia un bollino blu che indichi a tutti la possibilità di accedere al digitale terrestre e che ci sia un’attenzione particolare alle fasce deboli". L’Adiconsum, che ha espresso soddisfazione per la nascita della piattaforma (Tivù) che porterà tutti i canali in chiaro del digitale terrestre (esclusi quelli a pagamento) sul satellite, prende nota. E prende anche atto del fatto che le date della migrazione da analogico a digitale previste nel 2009 saranno posticipate: in Valle d’Aosta lo "switch off" slitta da metà maggio a metà settembre, in Piemonte lo spegnimento dei canali tradizionali avverrà non più a luglio ma tra il 24 settembre e il 9 ottobre e a seguire chiuderanno l’iter il Trentino (fra il 15 e il 30 ottobre), l’Alto Adige (tra il 26 ottobre e il 13 novembre), il Lazio (tra il 16 e il 30 novembre) e infine la Campania (tra il primo e il 16 dicembre).