
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Condannati Buzzi e Carminati

Massimo Carminati è stato condannato a 20 anni, e Salvatore Buzzi a 19. In questo modo si è chiuso il primo grado del processo detto “Mafia Capitale”. Tutti i commentatori sottolineano che dal novero delle accuse è caduta quella di «associazione mafiosa», dunque la dizione “Mafia Capitale” è a questo punto impropria. Si è trattato sostanzialmente di gravi episodi di corruzione e di finanziamento illecito a partiti o uomini politici di diverso livello. La cupola mafiosa propriamente detta non c’è.
• Perché allora si decise di dare all’inchiesta quel nome?
Nello scegliere un titolo - e sia pure da parte di magistrati che dovrebbero restar freddi - è difficile resistere a una tentazione letteraria. il Procuratore generale Pignatone, all’epoca della prima retata (2 dicembre 2014), spiegò: «Con questa operazione abbiamo risposto alla domanda se la mafia a Roma c’è. Nella capitale non controlla la città un’unica organizzazione mafiosa, ma diverse. Oggi abbiamo individuato quella che abbiamo chiamato “Mafia Capitale”, romana e originale, senza legami con altre organizzazioni meridionali, di cui però usa il metodo. Nello specifico alcuni uomini vicini all’ex sindaco Alemanno sono componenti a pieno titolo dell’organizzazione mafiosa e protagonisti di episodi di corruzione. Con la nuova amministrazione il rapporto è cambiato ma Massimo Carminati e Salvatore Buzzi prima del voto si dicevano tranquilli chiunque vincesse le elezioni». La “nuova amministrazione” era quella di Ignazio Marino, successore del sindaco di Roma Alemanno, implicato anche lui all’inizio, ma poi discolpato di tutto. L’accusa di “associazione mafiosa” a un gruppo criminale estraneo, almeno in apparenza, alle tradizionali cosche della criminalità organizzata meridionale, era clamorosa. L’unico che se n’è fatto beffe fin dall’inizio è Giuliano Ferrara, che aveva ribattezzato il gruppo di Carminati “Corleone dei cravattari”.
• Di che cosa sono stati accusati e per che cosa sono stati condannati? Cioè, in definitiva, che cos’era questa Mafia Capitale?
Buzzi, Carminati e i loro complici organizzavano e gestivano cooperative che si occupavano di raccolta e smaltimento dei rifiuti, accoglienza di profughi e rifugiati, manutenzione del verde pubblico. Vincevano gli appalti a man bassa corrompendo tutti quelli che dovevano/potevano essere corrotti, e avendo reclutato funzionari e uomini politici di tutti i partiti. Buzzi spiegò bene: «Sappiamo benissimo che in tutte le gare, in Regione o in Comune, c’è la quota di maggioranza e la quota di opposizione»
• Poi c’era questo Carminati, personaggio straordinario...
È l’inventore della metafora del “mondo di mezzo”. Carminati stava al telefono con Riccardo Brugia, e a un certo punto se ne uscì così: «Il mondo di mezzo… Ci stanno i vivi sopra e i morti sotto, e noi stiamo nel mezzo… un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano e dici: cazzo, com’è possibile che quello… che un domani io posso stare a cena con Berlusconi… Capito, come idea? Il mondo di mezzo è quello dove tutto si incontra… si incontrano tutti là… Allora nel mezzo, anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le può fare nessuno… E tutto si mischia». Risulta che sia contento della condanna a vent’anni, perché «con tutto quello che avevano montato m’aspettavo 28 anni e due mesi». Carminati, 59 anni, cieco da un occhio per via di una vecchia pistolettata, come tutti i veri boss risulta privo di reddito, privo di cariche, non è socio da nessuna parte, parla pochissimo, e quando parla... Intercettato mentre stava al telefono con un alto funzionario di Finmeccanica, lo si sentì dire: «Tanto io mi faccio cremà ... e mi faccio buttà nel cesso... Lascio in giro soltanto un pollice... voglio lascia’ in giro un pollice così magari quando... dopo che sono morto... fanno qualche ditata su qualche rapina su qualche reato... così dicono che sono ancora vivo... A me non mi frega un cazzo della vita». L’unica attività che si può far risalire a lui è un negozio di abbigliamento “Blue Marlin”: lui però non compare né come socio né come amministratore, è tutto intestato alla moglie Alessia Marini.
• Chi altri è stato condannato?
Sono stati inflitti in tutto 287 anni e 4 mesi a 41 imputati, sui 46 alla sbarra. Tra i condannati, Mirko Coratti (Pd), ex presidente del consiglio comunale di Roma, 6 anni. Luca Gramazio, consigliere regionale del Pdl, 11 anni. Franco Panzironi, ex presidente dell’Ama, l’azienda romana dei rifiuti, 10 anni. Luca Odevaine, che fu tra l’altro stretto collaboratore di Veltroni, 8 anni. Andrea Tassone (Pd), ex presidente del municipio di Ostia, 5 anni. L’accusa aveva chiesto che gli imputati fossero condannati al doppio degli anni che sono stati poi erogati.
• Sono già andati in prigione?
Siamo ancora al primo grado di giudizio. Chi stava in carcere perché giudicato comunque pericoloso - come Carminati o Buzzi - resta in carcere. Gli altri, fino alla pronuncia della Cassazione, o sono tornati liberi o sono stati mandati ai domiciliari.
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