la Repubblica, 21 luglio 2017
L’ultimo terremoto del caso Consip: il capitano Ultimo e i suoi via dai Servizi
ROMA Via dai Servizi. In blocco, tutti insieme. Venti carabinieri e il loro famoso e controverso comandante: l’ex capitano Ultimo che guidò il Ros nella cattura di Totò Riina, poi vicecomandante del Noe, al secolo colonnello Sergio De Caprio. Lasciano tutti l’Aise, l’agenzia del controspionaggio. E tornano nei ranghi dell’Arma, non si sa ancora in quali uffici, né con quali compiti. È una mossa che prelude a nuovi sviluppi, nell’inchiesta bis sul caso Consip, coordinata a Roma direttamente dal procuratore Giuseppe Pignatone? Oppure si tratta di una scelta autonoma dei militari, dettata dalla volontà di voltare pagina dopo le polemiche degli ultimi mesi?
Di sicuro, è l’ennesima scossa provocata dal terremoto del caso Consip: l’indagine nata a Napoli sull’ipotesi di corruzione nella gara Fm4 contestata all’imprenditore Alfredo Romeo, culminata nel coinvolgimento di eccellenti (da Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, al comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette al ministro dello Sport Luca Lotti) e poi implosa nell’istruttoria sugli investigatori. La Procura di Roma, cui i pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano avevano trasmesso gli atti, ha infatti già messo sotto accusa per falso il capitano del Noe, Giampaolo Scafarto. Anche il pm Woodcock è indagato con l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio. Un’inchiesta sull’indagine, durante la quale è emerso il sospetto che Scafarto abbia informato delle investigazioni in corso due di quei sottufficiali provenienti dal Noe e passati nei ranghi dell’Aise. Tutto ciò, tenendo all’oscuro la catena di comando dei Servizi. Secondo la difesa del capitano Scafarto, dagli atti non sarebbero emersi però rapporti tra l’ufficiale e il colonnello De Caprio dopo il trasferimento di Ultimo dal Noe all’Aise.
È per questa operazione avvenuta all’insaputa dei vertici, che l’Aise ha deciso di “restuire” De Caprio e il suo gruppo all’Arma? Oppure sono stati Ultimo e i suoi a farsi di parte? In una nota, il colonnello fornisce la sua versione: non ha mai svolto indagini che non gli competevano, assicura. La decisione di rientrare nell’Arma, spiega, è stata presa in modo «autonomo e consapevole» dopo quelle che definisce «reiterate e diffuse insinuazioni e manipolazioni della realtà» apparse sulla stampa. Tutto ciò, «al fine di evitare strumentalizzazioni da parte di chiunque sul nostro operato, sempre corretto» e «per tutelare l’integrità dell’Aise nella sua interezza e per l’amore che ci lega all’Arma». Quindi avverte: «Diamo mandato ai nostri legali di affrontare le strumentalizzazioni e le insinuazioni che vengono diffuse».
Intanto nei giorni scorsi l’ex premier Renzi era tornato con forza sulla vicenda Consip: «Sembra che qualcuno abbia fabbricato prove false contro l’allora presidente del Consiglio. Riguarda le istituzioni. Questo è un problema enorme: bisogna vedere quando, come e perché è stato fatto, perché sarebbe eversivo».