
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ecco il governo Gentiloni. Presidente del Consiglio: Paolo Gentiloni; ministro dell’Interno: Marco Minniti; ministro degli Esteri: Angelino Alfano; ministro della Giustizia: Andrea Orlando; ministro dell’Economia e delle Finanze: Pier Carlo Padoan; ministro di Istruzione, Università e ricerca: Valeria Fedeli; ministro del Lavoro e delle Politiche sociali: Giuliano Poletti; ministro della Difesa: Roberta Pinotti; ministro dello Sviluppo economico: Carlo Calenda; ministro delle Politiche agricole: Maurizio Martina; ministro di Infrastrutture e Trasporti: Graziano Delrio; ministro della Salute: Beatrice Lorenzin; ministro dei Beni culturali: Dario Franceschini; ministro dell’Ambiente: Gian Luca Galletti.
• Mi pare che sia cambiato poco o niente. La Boschi è sparita.
Si racconta che Renzi la volesse buttare fuori dal governo - c’è anche la questione del padre messo in mezzo per la storia di Banca Etruria - e che lei abbia passato gli ultimi giorni a urlare al telefono con questo e con quello. La riforma bocciata dal referendum porta il suo nome... È stata alla fine promossa sottosegretario alla presidenza del Consiglio, una carica che vale più del precedente ministero per le Riforme. Era il posto dove stava Luca Lotti, diventato ministro dello Sport (senza portafoglio). Lotti è un fedelissimo dell’ex premier, deve aver accettato il sacrificio per il bene comune. Dalla lista manca la Finocchiaro, che ha accettato i Rapporti con il Parlamento, la Madia, rimasta alla Semplificazione e Pubblica amministrazione, Enrico Costa (Affari regionali), Claudio De Vincenti (Coesione territoriale, in pratica il ministero per il Sud). Sono tutti ministri senza portafoglio.
• In pratica le facce nuove sono Minniti e la Fedeli.
Marco Minniti, sessant’anni compiuti lo scorso giugno, è un calabrese con grande esperienza di servizi segreti e ministero dell’Interno. Diciamo che di rado, negli anni passati, abbiamo visto coincidere una carica di governo con tanta competenza. Nel 2009, tra l’altro, è stato tra i promotori della Fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis), primo think tank italiano sui temi della sicurezza dove si sono trovati a discutere gli esperti più qualificati tra ufficiali, prefetti, ambasciatori e professori. Lui ne era il presidente e Cossiga il presidente onorario. Ha sempre bazzicato tra Interni e Difesa e aveva la delega sui servizi sia nel governo Letta che nel governo Renzi. Politicamente è sempre stato nell’area comunista e postcomunista, prima con D’Alema, quando era presidente del Consiglio, poi con Veltroni e infine con Renzi.
• E questa Valeria Fedeli che sta all’Istruzione?
Appena la Sardoni gli ha detto che al posto della Giannini Renzi-Gentiloni avevano scelto lei, Mentana ha commentato qualcosa come «siamo passati dal rosato al rosso magenta», perché la Fedeli porta questi capelli color fiamma e assai mossi. Viene dalla Cgil dove ha rappresentato i tessili. Bergamasca, 57 anni, femminista, fondatrice del movimento “Se non ora, quando?». Abbiamo già qualche idea su quello che vorrebbe si facesse a scuola, grazie a una sua vecchia dichiarazione ad Andrea Garibaldi del Corriere della Sera: «Alle elementari i libri parlano di bambine che cucinano o cullano le bambole e di maschietti che giocano con le costruzioni, eppure in orbita mi pare ci sia una donna...». Era l’epoca della Samantha Cristoforetti. L’aria è che sarà abbastanza divisiva.
• Ammesso che il governo duri abbastanza per dividere qualcuno o qualcosa.
Verdini non voterà la fiducia. Puntava per i suoi a qualche incarico di governo, addirittura la Pubblica Istruzione per Marcello Pera. Renzi deve vedersela con la sua sinistra e ha preferito non sbilanciare il ministero fino a questo punto. In teoria, il governo dovrebbe durare fino a maggio e portarci alle elezioni a giugno. Ma c’è il gran problema della legge elettorale che ognuno vuole secondo i suoi comodi. Non è detto che il gabinetto Gentiloni non arrivi alla fine della legislatura, come vogliono Berlusconi e il centro-destra. La Russa, di Fratelli d’Italia, ha raccontato che «Gentiloni è stato onesto, mi ha detto che durerà fino a che il governo avrà la fiducia delle Camere». Un’ovvietà, ma che tuttavia segnala una prima, microscopica distanza da Renzi.
• Provvedimenti più urgenti?
Il decreto per salvare il Monte dei Paschi e lo stanziamento per i terremotati, che sono rimasti con i 6 miliardi in 40 anni della legge di Stabilità passata alla Camera e licenziata in tutta fretta al Senato. Poi credo che studieranno una qualche riforma della legge elettorale senza aspettare la riunione della Consulta il 24 gennaio.
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