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 2016  dicembre 13 Martedì calendario

Claudio De Vincenti. Un tesoretto da 98 miliardi per riconquistare il Meridione

Il Mezzogiorno, al pari dell’immigrazione, è «la vera priorità del governo nei prossimi mesi», ha spiegato ieri Paolo Gentiloni ufficializzando la nascita del suo nuovo governo. «Il Paese si è rimesso in moto negli ultimi anni – ha argomentato il neo premier – ma non si possono ignorare le forme di disagio, specie del ceto medio e del Mezzogiorno, in cui il lavoro è un’emergenza più drammatica che altrove». E questo spiega perché, tra le poche novità uscite ieri dal suo cilindro, ci sia proprio la scelta di ripristinare un dicastero ad hoc per il Sud.
Naturale assegnare l’incarico di ministro della Coesione territoriale e il Mezzogiorno a Claudio De Vincenti, già sottosegretario alla presidenza con Renzi e ancor prima sottosegretario e poi viceministro allo Sviluppo economico con Monti e Letta. «È una grande sfida. Io speriamo che me la cavo…» ha commentato il neo ministro poco prima di entrare al Quirinale per il giuramento.
Sfida impegnativa, la sua, certo, perché parlare di Mezzogiorno per il centrosinistra significa innanzitutto cercare di riconquistare quella fiducia che il pessimo risultato del referendum in questa parte importante del Paese ha visto evaporare più che altrove. Ma in realtà la materia non gli è per nulla estranea, anzi. Perché a Palazzo Chigi, dove è arrivato nel primavera del 2015 in sostituzione di Graziano Del Rio, De Vincenti è stato il vero regista dei nuovi patti per il Sud e della messa a punto del Masterplan del Mezzogiorno. Mentre nella sua esperienza precedente allo Sviluppo il neo ministro si è occupato della gestione di decine e decine di tavoli di crisi (da quella delle acciaierie di Terni a Termini Imerese sino all’Ilva) dimostrando grandi capacità di dialogo e di mediazione. Scelta obbligata insomma assegnare a lui, professore ordinario di Economia politica e in passato consigliere economico dei governi D’Alema e Amato, la nuova poltrona di ministro nel momento in cui anche formalmente il governo intende segnalare una rinnovata attenzione verso il Sud. De Vincenti dovrà dunque utilizzare tutte le leve a disposizione del governo per accelerare la ripresa del Meridione, contribuendo a suturare le tante ferite ancora aperte e facendo marciare spediti i tanti progetti che proprio la cabina di regia che ha gestito sino a ieri a Palazzo Chigi ha individuato.
A disposizione dei 16 patti per il Sud (8 con le Regioni, 7 con le città metropolitane più un contratto di sviluppo per Taranto) di qui al 2023 ci sono ben 98 miliardi di euro tra risorse comunitarie e fondi nazionali. Un fiume di soldi, come non si ricorda da decenni, in grado di sostenere nuovi progetti industriali, ammodernare le infrastrutture e quindi imprimere una vera svolta all’economia meridionale. Un tesoro che fino a ieri a Palazzo Chigi si tenevano ben stretto, tant’è che un’analoga idea lanciata a inizio 2015 a Renzi, che voleva far risorgere il ministero del Mezzogiorno accorpandolo agli Affari regionali, era poi finita su un binario morto. Fino a ieri.