La Stampa, 13 dicembre 2016
Donald boccia gli F-35
Il presidente eletto parla di costi fuori controllo. Perché? Cosa accadrà?
Dopo l’Air Force One, tocca al caccia F-35 finire nel mirino del presidente eletto Donald Trump. Il problema è che il tweet con cui ieri ha criticato questo programma sembra mettere in discussione uno dei pilastri della sua campagna elettorale, cioè rendere di nuovo grande l’America anche investendo massicciamente nella difesa. Ieri mattina, come è sua abitudine, il nuovo capo della Casa Bianca ha usato un messaggio inviato via social network per rivolgersi direttamente ai cittadini: «Il programma F-35 e il suo costo sono fuori controllo. Miliardi di dollari possono e verranno risparmiati sugli acquisti militari (ed altri) dopo il 20 gennaio». La reazione è stata immediata. Le azioni della Lockheed Martin, cioè la compagnia che produce il nuovo aereo da guerra, hanno perso il 4% del loro valore, mentre il manager del programma Jeff Babione, che era in Israele col capo del Pentagono uscente Carter proprio per consegnare due di questi caccia in arrivo dallo stabilimento italiano di Cameri, si è affrettato a dire di essere «pronto a rispondere a qualunque domanda abbia il presidente eletto». Non si sa cosa abbia provocato la critica di Trump, ma l’F-35 ha un costo complessivo di circa 400 miliardi di dollari, che lo rende il programma più caro delle forze armate. Il prezzo è sceso nel corso degli anni, anche grazie alle commesse ordinate dai paesi alleati come l’Italia, che tuttavia ha modificato il proprio impegno originario. In più, nel corso del suo sviluppo l’aereo ha avuto diversi problemi tecnici, che ne hanno messo in discussione l’efficienza, se non proprio l’utilità. I militari però dicono che il nuovo caccia è indispensabile per mettere la flotta americana al passo con i tempi. Durante il briefing quotidiano, i portavoce del presidente eletto hanno detto che la sua uscita «non rappresenta un cambiamento di strategia riguardo gli investimenti da fare nella difesa, ma un segnale di attenzione per il modo in cui i soldi dei contribuenti vengono spesi». Quindi Donald Trump rafforzerà il Pentagono, ma potrebbe anche rivedere i programmi che non lo convincono sul piano economico.