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 2015  maggio 21 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Se le accuse ad Abdel Majid Touil, detto Abdallah, sono vere, allora abbiamo il primo caso concreto di terrorista islamico, o jihadista, finito in casa nostra con il sistema di confondersi tra i disperati che sbarcano in Sicilia, a Lampedusa o a Pozzallo (in questo caso, a Porto Empedocle).

• Cioè, uno dell’Isis?
Sarebbe uno dell’Isis. Potrebbe essere uno dell’Isis. E sta a Gaggiano, novemila abitanti a pochi chilometri da Milano.

• Come fanno a dire che è uno dell’Isis?
Ricorda l’attacco al Museo del Bardo di Tunisi da parte di un commando dell’Isis (gli uomini del califfato che si è sviluppato in Medio Oriente rivendicarono l’azione)? Lo scorso 18 marzo, 24 morti di cui quattro italiani, 50 feriti. La polizia di Tunisi ha indagato e sostiene che questo Abdel Majid — o Abdullah — è l’uomo che ha dato un «supporto logistico al gruppo armato responsabile dell’assalto». Che cosa significa «supporto logistico»? Potrebbe aver studiato la pianta del museo e dei palazzi confinanti, aver steso un piano dell’azione... Non lo sappiamo ancora.

• Che cosa sappiamo invece con certezza?
Che ha 22 anni, è marocchino, in foto una faccia placida, circondata da una leggerissima barbetta. È arrivato a Porto Empedocle su un barcone lo scorso 17 febbraio. Ha ricevuto il foglio di via, con l’intimazione di lasciare il Paese, il 17 aprile. Come molti, ha fatto finto di niente e se n’è rimasto clandestino a casa di sua madre (una badante) e dei suoi due fratelli (regolari), a Gaggiano. La famiglia è in regola, la mamma, che ieri hanno intervistato tutti, fa la badante. Questa signora — occhiali neri e capelli coperti da un foulard rosso — difende il figlio a spada tratta. «Majid non ha interesse per la jihad. Majid non si è mai mosso da qui». Alla scuola media Cuciniello di Trezzano sul Naviglio confermano che il giovane ha frequentato regolarmente i corsi di alfabetizzazione due volte a settimana, il lunedì e il giovedì, anche nei giorni dell’attentato. I vicini dicono la stessa cosa: un bravissimo ragazzo, molto tranquillo, non si è mai mosso da qui. Persino la polizia, che ha dovuto arrestarlo per dare esecuzione al mandato di cattura emesso dalla magistratura tunisina, dice di conoscerlo solo per la faccenda del foglio di via. Per il resto, zero, e non conta che un suo fratello abbia passato un piccolo guaio per una questione di spaccio. I pm italiani procedono con cautela.

• Allora è innocente.
Non è detto. Anche se i tunisini pensano che il ragazzo fosse a Tunisi il 18 marzo, non lo accusano di aver fatto parte del commando, bensì di aver prestato sostegno al gruppo terroristico. E di essere un reclutatore. In un certo senso è anche peggio: farebbe parte del cervello jihadista dell’attentato. Tunisi vuole l’estradizione, le pratiche sono partite e un giudice italiano dovrà decidere, esaminando le carte (che non sono ancora arrivate), se consegnare o no il marocchino ai suoi accusatori. A casa del ragazzo sono state sequestrate anche due pen drive e un cellulare. C’è però un punto: per i reati di cui è accusato, in Tunisia è prevista la pena di morte. E questo potrebbe bastare per rispondere “no” alla richiesta di estradizione oppure per pretendere che, in caso di condanna, Majid non salga sul patibolo. La lista dei reati, nella formulazione tunisina, è abbastanza impressionante: «Omicidio volontario con premeditazione, cospirazione al fine di commettere attentati contro la sicurezza interna dello Stato e commettere un attentato allo scopo di mutare la forma di governo, incitare la popolazione ad armarsi e provocare disordini sul territorio tunisino, sequestro di persona a mano armata, partecipazione ad addestramento militare all’interno del territorio tunisino al fine di commettere reati terroristici, utilizzo del territorio della Repubblica al fine di reclutare e addestrare persone per commettere atti terroristici».

• Ma è davvero possibile che uno della jihad finisca in mezzo a noi dopo essersi imbarcato su una di quelle carriole zeppe di disperati?
È praticamente assodato che s’è stretta un’alleanza tra terrorismo islamico e trafficanti di uomini. Ci sono troppi milioni in ballo perché gli agenti del sedicente califfo accettino di restarne fuori. Quindi è assodato che tra di noi ci sono uomini dell’Isis e che questi uomini tentano di preparare qualcosa. Del resto, i libici che si richiamano ad al Baghdadi hanno detto molte volte che l’Italia e Roma sono per loro obiettivi primari e a portata di mano. Il leader della Lega Salvini, partendo dal caso di Gaggiano, ha chiesto la sospensione del trattato di Schengen (quello che garantisce la libera circolazione di persone e merci) e la chiusura delle frontiere. Vorrebbe pure che il ministro degli Interni Alfano si dimettesse, e quello gli ha risposto (più o meno): «Mi devo dimettere proprio il giorno in cui arresto un terrorista?». (leggi)

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