Manuel Costa, MilanoFinanza 21/5/2015, 21 maggio 2015
OSPEDALI PRIVATI, 3,8 MLD DI RICAVI
I gruppi San Donato-San Raffaele (che fanno capo alla holding Papiniano della famiglia Rotelli) e Humanitas dei Rocca rappresentano la metà del giro d’affari complessivo dei primi dieci player del settore ospedaliero privato italiano. È quanto emerge da uno studio di R&S Mediobanca . Dei 3,81 miliardi totali di ricavi, i due operatori lombardi ne producono 1,896.
Il terzo player, il gruppo romagnolo Villa Maria della famiglia Sansavini, si attesta a 452 milioni, un terzo del fatturato consolidato delle aziende ospedaliere dei Rotelli, 1,37 miliardi. E si ritrova un altro operatore lombardo al quarto posto della classifica: il gruppo Kos, che fa capo alla holding Cir di De Benedetti (specializzato in residenze sanitarie e cliniche per la riabilitazione), conferma la forza della regione con 372 milioni di ricavi (al 2013). L’aggregato dei primi tre gruppi ospedalieri italiani ha chiuso il 2013 con ricavi pari a 2,35 miliardi e un risultato netto di 37 milioni, si legge nell’elaborato studio di R&S Mediobanca . La perdita netta del 2012 è dipesa dal risultato negativo in capo al gruppo Papiniano (-45,2 milioni) che eccede l’utile aggregato degli altri due (+31,4 milioni). Mentre sul fronte dei margini, nel 2013 il mon (margine industriale) mostra un’incidenza sul fatturato (7,8%) in ripresa sul 2012 (4%), ma inferiore ai livelli del 2010 e 2011 (8,4 e 8,6%). E tra le tante voci di bilancio ve n’è una che viene segnalata da R&S Mediobanca : «Un aspetto curioso riguarda la fiscalità. Nel quinquennio i gruppi hanno versato 354,7 milioni di imposte su utili ante imposte pari a 478,6 milioni, per un tax rate medio del 74% circa». Mentre, infine, come disamina generale, «la struttura patrimoniale appare discretamente solida, con debiti finanziari pari al 95% dei mezzi propri, rapporto che sale al 142,3% deducendo gli attivi immateriali e avviamenti».
Entrando più del dettaglio dei conti dei tre principali gruppi del settore, R&S Mediobanca mette in evidenza come l’Humanitas (2.718 dipendenti tra il polo medico di Rozzano, Milano e le cliniche Gavazzeni di Bergamo) mostra nel complesso una struttura patrimoniale e performance economiche di migliori rispetto alle altre due società (San Donato e San Raffaele e Gruppo Villa Maria), con utili cumulati tra 2009 e 2013 per 129 milioni e dividendi per 32 milioni. «In più i debiti finanziari sono pressoché assenti, appena il 9% dei mezzi propri e il rapporto tra mol e oneri finanziari segna un multiplo superiore a 150 volte». Mentre, per quel che riguarda la galassia che fa riferimento alla famiglia Rotelli (complessivamente si tratta di 17 strutture del San Donato oltre al San Raffaele, cui fanno capo l’11% dei posti letto totali in Lombardia, e che danno lavoro a oltre 9.800 addetti), R&S Mediobanca mette in evidenza che «ha consuntivato risultati netti cumulati negativi nel quinquennio preso in esame per 85 milioni, realizzando un utile solo nel 2011». Ma non va dimenticato che dalla metà del 2012 la holding Papiniano si è fatta carico, investendo 406,7 milioni, della ristrutturazione del San Raffaele di Milano finito in concordato preventivo dopo il crack della struttura fondata dal defunto don Luigi Verzè. «La struttura patrimoniale del gruppo Papiniano si è deteriorata con l’acquisizione del San Raffaele, arrivando a segnare nel 2013 debiti finanziari per oltre tre volte i mezzi propri».
Infine, nella disamina dei primi tre gruppi ospedalieri privati italiani, R&S Mediobanca si sofferma su una caratteristica precipua della ravennate Villa Maria (26 strutture): «È il solo gruppo a segnare un apporto di ricavi dall’estero: 45 milioni in Francia e 8 milioni in Polonia. Ma la struttura finanziaria non è virtuosa, con debiti finanziari che superano i mezzi propri segnando un rapporto del 116% nel 2013». A pesare sui conti del Gruppo Villa Maria sono i tempi di incasso dalla clientela, condizionati dai rapporti con le varie Asl, che sono superiori ai 230 giorni contro i 70/80 di Papiniano e Humanitas.
Manuel Costa, MilanoFinanza 21/5/2015