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 2015  maggio 21 Giovedì calendario

Pensioni, le simulazioni del Sole 24 Ore. Ecco gli arretrati: da 267 a 833 euro lordi. Il recupero del costo della vita per il 2012 e 2013 si azzera per le pensioni oltre 2.886 euro al mese

Una scala progressiva modellata su quella in vigore dal 2014, ma molto più ripida e di conseguenza più “avara” man mano che la pensione cresce. È quella scritta nella bozza di del decreto pensioni approvato lunedì dal consiglio dei ministri, che ora è sui tavoli della Ragioneria per l’esame finale prima della firma del Capo dello Stato: le basi di riferimento sono i trattamenti minimi del 2012, e la quota di rivalutazione scende rapidamente fino ad azzerarsi sopra le sei volte il minimo, cioè da quota 2.886 euro lordi in su.
Per capire meccanismi ed effetti messi in campo dal Governo per rimediare alla sentenza 70/2015 della Corte costituzionale, e quindi riconoscere ex post almeno una quota della rivalutazione bloccata per tutte le pensioni sopra 1.443 euro lordi dal Governo Monti, bisogna distinguere due periodi. Il primo è rappresentato dal 2012-2013, quando appunto gli importi delle pensioni in questione sono state del tutto congelati, e il secondo parte dal 2014, quando la legge di stabilità del Governo Letta ha reintrodotto un po’ di movimento negli assegni previdenziali.
Per il 2012 e 2013, il decreto in pratica torna indietro nel tempo e riconosce una fetta della rivalutazione che sarebbe stata erogata ai pensionati se non fosse intervenuto il «Salva-Italia» targato Monti. Il meccanismo non coinvolge le pensioni fino a tre volte il minimo (1.443 euro lordi al mese), perché nel loro caso l’indicizzazione era stata comunque garantita: per la fascia da tre a quattro volte il minimo, però, la rivalutazione bloccata a suo tempo viene riconosciuta solo per il 40%, tra quattro e cinque volte il minimo si scende al 20% per attestarsi al 10% nella fascia superiore. Da quota 2.886 euro, invece, quel che è stato è stato, e non si prevede alcun indennizzo.
Per capire quanto viene coperto in riferimento al 2012 e 2013, quindi, occorre calcolare le rivalutazioni così tagliate, moltiplicando per due quella del 2012 perché ha effetto sia sul 2012 sia sul 2013.
Prendiamo per esempio una pensione lorda da 1.700 euro. In questo caso, con i tassi di rivalutazione relativi a quegli anni abbattuti dal meccanismo progressivo, la rivalutazione è di 238,7 euro per il 2012, e di 268,1 per il 2013: il totale, di conseguenza, sarebbe di 745,4 euro (cioè due volte i 238,7 del 2012 più i 268,1 del 2013). Si tratta, è il caso di ricordarlo, di importi lordi, soggetti però a una tassazione separata in quanto arretrati (si veda l’articolo in basso).
Il Governo nei giorni scorsi ha parlato di 750 euro netti, ma il calcolo degli arretrati va in realtà esteso al secondo periodo, quello che inizia dal 2014 ed è già coperto dalla rivalutazione progressiva introdotta da Letta. Il decreto si deve occupare anche di questo periodo perché se non fosse mai stato approvato il blocco posto dal Governo Monti e cancellato dalla Consulta, il “meccanismo Letta” sarebbe intervenuto su importi più alti, perché rivalutati anche nel 2012 e 2013, e quindi si sarebbe rivelato un po’ più generoso. Per questa ragione il provvedimento varato a inizio settimana riconosce un “effetto trascinamento”, che in realtà si traduce in piccole cifre (riportate nella tabella della pagina a fianco) per due ragioni: nel 2014 l’inflazione ha cominciato a frenare fin quasi a fermarsi quest’anno, e quindi i tassi di riferimento sono scesi drasticamente rispetto al periodo precedente. Di questi tassi bassi, poi, il decreto garantisce solo il 20% a titolo di “effetto-trascinamento”, per cui il meccanismo si traduce di fatto in pochi euro lordi al mese. Una lettura di questo tipo spiegherebbe anche perché la quota riconosciuta a partire dal 2016 sale al 50%, come dice la bozza di decreto: un aumento che serve a “compensare”, anche in questo caso in misura poco più che simbolica, il trascorrere del tempo che naturalmente avrebbe fatto crescere progressivamente gli effetti della rivalutazione: se questa fosse stata applicata.