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 2012  settembre 16 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Poiché le proteste contro l’America non si fermano e risultano cortei anche a Parigi, in Australia, alle Maldive, c’è da da chiedersi se non vi siano pericoli anche per il nostro Paese. Il ministero dell’Interno pensa che sia meglio essere prudenti e così il dipartimento di Pubblica Sicurezza ha invitato prefetti e questori ad «aumentare l’attività di vigilanza» specialmente intorno ad obiettivi americani, britannici e tedeschi. Una particolare attenzione è raccomandata a Firenze, perché, oltre al consolato americano, ci sono una ventina di università statunitensi e decine di sedi industriali e bancarie legate agli Stati Uniti. Altro motivo di preoccupazione: il capodanno ebraico, che cade stanotte. Il ministro degli Esteri Terzi ha poi confermato che c’è un’allerta generale nelle ambasciate italiane nel mondo.

 

Che incidenti ci sono stati, ieri?

Di ogni tipo e ovunque. Farei forse prima ad elencarle i posti dove non è successo niente. Al Cairo è temporaneamente tornata la pace solo perché, dopo essere riuscita a sgombrare la piazza Tahrir e il viale che porta all’ambasciata Usa, la polizia ha costruito un muretto di calcestruzzo che impedisce a chiunque di passare. Il bilancio è di un morto e 99 feriti (12 funzionari e 87 soldati). I governativi hanno ripreso il controllo anche della base Onu nel Sinai, presa d’assalto l’altra sera da gruppi jihadisti che vi avevano issato una bandiera nera con la scritta «Non c’è altro Dio all’infuori di Allah». Alcuni contestatori esigono l’espulsione dell’ambasciatore americano al Cairo, senza sapere o senza capire che il loro presidente Morsi sta facendo il giro del mondo per chiedere soldi e che Washington s’è già detta disposta a saldare il debito egiziano, cosa impossibile in caso di rottura delle relazioni diplomatiche. La situazione è particolarmente grave a Tunisi, dove il bilancio degli scontri di questi giorni è di quattro morti, 49 feriti, 68 macchine incendiate (fonte: Tunisie Numerique, ritenuta attendibile). I feriti salafiti sono stati portati in un ospedale diverso da quello dove sono ricoverati gli agenti feriti, questo per evitare scontri tra le famiglie. Politicamente, la Tunisia ha preso le distanze dai terroristi: «Abbiamo piena fiducia che questi atti irresponsabili non influenzeranno gli amichevoli legami tra Tunisi e Washington». Così il loro ministero degli Esteri. Stanno cercando un noto salafita, lo sceicco Abou Iyadih, che avrebbe avuto una parte importante nei disordini dei giorni scorsi.

Perché dice “terroristi”? Siamo certi che siano tutte azioni premeditate?

Al Qaeda ha ribadito ieri che l’attacco di Bengasi e la conseguente morte di quattro americani, tra cui l’ambasciatore Chris Stevens, sono stati una risposta all’assassinio di Sheikh Abu Yahya al-Libi, loro numero due. Nel comunicato esorta a continuare nelle proteste e ad attaccare soprattutto le ambasciate americane in Medio Oriente, Africa, Occidente. I qaedisti yemeniti hanno detto che sarà bene, d’ora in poi, sparare su qualunque americano ci si trovi di fronte. In ogni caso: la matrice di quello che è successo e sta succedendo si capirà meglio alla fine degli interrogatori di quattro arrestati in Libia, dove sono state identificate, come partecipanti al massacro, una cinquantina di persone.

Gli americani non hanno mandato truppe in Medio Oriente per proteggere i loro connazionali?

Leon Panetta, segretario di Stato, dice che piazzeranno marines in 17-18 località. Le autorità sudanesi e yemenite hanno pero rifiutato il permesso: le loro ambasciate americane non potranno essere protette dalle truppe di Washington.

• Che altro s’è saputo del film?

Google ha respinto la richiesta, avanzata dal Dipartimento di Stato, di rimuovere il trailer da YouTube. Non abbiamo spazio per occuparcene, ma è in corso un gigantesco dibattito in tutto il mondo sulla necessità di difendere in Occidente la libertà d’espressione. Il trailer non è comunque più visibile in India, Indonesia, Egitto e Libia. In Pakistan sono stati chiusi 112 siti. Quanto alla banda di produttori, regista, attori, s’è scoperto che le prime tracce della società di produzione (la altrimenti ignota Pharaoh Voice poi acquistata da “Youssef M. Basseley” e domiciliata a Hawaiian Gardens, Los Angeles sud, stesso indirizzo del produttore-truffatore Nakoula) risalgono al 2006 e che il bando per il reclutamento degli attori era apparso sul magazine “Backstage” nel 2009. Si cercava gente disposta a lavorare per “un’avventura storica ambientata nel deserto” prodotta da “Sam Bassiel” (era stato scelto un titolo di due parole Desert Warriors). Il regista dovrebbe essere Alan Roberts, al secolo Robert Brownell, 65 anni, specializzato in semi-porno. La polizia sta interrogando Nakoula, che forse, essendo già stato condannato, non aveva il permesso di andare su internet. Il “Los Angeles Times” scrive che uno dei consulenti per la sceneggiatura, Steve Klein, è stato minacciato di morte, ma non intende nascondersi. Dietro tutto ci sarebbero i fondamentalisti cristiani di Media for Christ.

 

Il Papa?

Il Papa, nel suo viaggio in Libano, è accompagnato tronfalmente dai rappresentanti di tutte le religioni. A Beirut e Sidone pattuglie presidiano non solo le sedi diplomatiche, ma anche i fast food KFC, McDonald’s, Burger King e Pizza Hut. Benedetto XVI ha tra l’altro pronunciato questa frase meravigliosa: «In Libano, la Cristianità e l’Islam abitano lo stesso spazio da secoli. Non è raro vedere nella stessa famiglia entrambe le religioni. Se in una stessa famiglia questo è possibile, perchè non dovrebbe esserlo a livello dell’intera società?».


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 16 settembre 2012]

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