Leonard Berberi, Corriere della Sera 16/09/2012, 16 settembre 2012
ABITI SCELTI DAL BODY SCANNER. ORA L’ACQUISTO PERFETTO E’ ONLINE
Addio lunghe file e minuti d’attesa davanti ai camerini. Addio agli eterni indecisi. E tanti saluti alle sorprese amare post-acquisto, dove quel maglione che in negozio stava bene, a casa sembra o troppo piccolo o troppo grande.
Se volete accontentare il cliente e fargli risparmiare tempo mettete un body scanner nei vostri negozi. E nei centri commerciali. Poi sintetizzate tutto in un foglietto con misure e marchi e codici a barre. Così, la prossima volta, le cose potrà comprarle anche su Internet.
Certo, ci sono alcuni problemi di privacy (dove finiscono i dati elaborati? Viene memorizzato anche il volto del consumatore?) e di sicurezza (quanto faranno male le onde radio usate per il rilevamento?), ma vuoi mettere avere un macchinario a disposizione che ti dice subito quale vestito ti sta meglio e quale marca si adatta alle tue curve?
Fantascienza? Mica tanto. Negli Stati Uniti di body scanner nei centri commerciali ce ne sono almeno un centinaio. E la stessa cosa si sta iniziando a fare a Londra e a Berlino. Soltanto negli Usa, almeno 800 mila persone li hanno utilizzati per fini commerciali e non aeroportuali.
Il dispositivo «ruba» soltanto una ventina di secondi: si entra dentro vestiti, ci si fa scannerizzare da un lungo cilindro che ruota attorno e che lancia onde radio sulla pelle, poi si aspetta il responso del computer con l’indicazione della misura del corpo punto per punto e delle taglie più adatte a seconda del prodotto e del marchio.
Quei dati, poi, potranno essere usati anche per comprare vestiti in Rete. Anzi, l’obiettivo delle aziende produttrici è esattamente questo: convincere il consumatore — e i marchi — dell’accuratezza dei dati forniti dal «lettore digitale del corpo umano» e dirottarli su piattaforme web dove vendere e comprare vestiti. Ancora oggi le persone non si fidano delle vetrine virtuali e preferiscono andare in negozio a provare il vestito per evitare brutte sorprese.
Non è la prima volta che il commercio tenta la via dei body scanner. Ma è la prima volta che milioni di dollari vengono investiti in progetti — quasi tutti simili — con l’obiettivo principale di dare un impulso alla vendita dell’abbigliamento via Internet.
Scrive il Financial Times — che ai body scanner in negozio dedica ampio spazio sull’edizioni di ieri — che la società canadese Unique Solutions conta molto su questo sistema: nei centri commerciali americani ha piazzato 70 body scanner (che costano centomila dollari ciascuno) e invita gli statunitensi a «farsi un giro». A New York ce n’è uno realizzato da Acustom. A Berlino Upcload digitalizza il corpo delle persone via webcam. Mentre il sistema a infrarossi usato da Kinect nella Xbox ha ispirato l’azienda Styku di Los Angeles e la britannica Bodymetrics: insieme vogliono realizzare un body scanner che usa lo stesso sistema del videogioco Microsoft.
Funzionerà? «La nostra vita è ormai tutta digitalizzata», ha spiegato al quotidiano economico inglese Jamal Motlagh, fondatore di Acustom. «Ma una delle ultime roccaforti resta quella delle misure del corpo». La speranza, di Motlagh e degli altri, è che stavolta funzioni.
Leonard Berberi