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 2008  aprile 17 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Franco Marini
Il Presidente della Camera è Fausto Bertinotti
Il Presidente del Consiglio è Romano Prodi
Il Vicepresidente del Consiglio è Massimo D’Alema
Il Vicepresidente del Consiglio è Francesco Rutelli
Il Ministro degli Interni è Giuliano Amato
Il Ministro degli Esteri è Massimo D’Alema
Il Ministro della Giustizia è Luigi Scotti
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Tommaso Padoa-Schioppa
Il Ministro della Difesa è Arturo Parisi
Il Ministro della Pubblica Istruzione è Giuseppe Fioroni
Il Ministro delle Infrastrutture è Antonio Di Pietro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Pier Luigi Bersani
Il Ministro delle Politiche agricole è Paolo De Castro
Il Ministro della Salute è Livia Turco
Il Ministro delle Comunicazioni è Paolo Gentiloni
Il Ministro del Commercio estero è Emma Bonino
Il Ministro dei Trasporti è Alessandro Bianchi
Il Ministro del Lavoro e Previdenza sociale è Cesare Damiano
Il Ministro della Solidarietà sociale è Paolo Ferrero
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Francesco Rutelli
Il Ministro dell’ Ambiente è Alfonso Pecoraro Scanio
Il Ministro di Università e ricerca scientifica è Fabio Mussi
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Linda Lanzillotta (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Giulio Santagata (senza portafoglio)
Il Ministro dei Diritti e Pari Opportunità è Barbara Pollastrini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche comunitarie è Emma Bonino (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive è Giovanna Melandri (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche per la famiglia è Rosy Bindi (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme e innovazione nella Pubblica Amministrazione è Luigi Nicolais (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme istituzionali e Rapporti con il Parlamento è Vannino Chiti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Viktor Zubkov
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ultime dalle elezioni: per la carica di sindaco di Roma Rutelli dovrà andare al ballottaggio contro Alemanno (stanno 45 a 40). Ci saranno poi ballottaggi per le provinciali anche a Roma, Asti, Catanzaro, Massa Carrara, Foggia, ecc. A Foggia, tra un paio di mesi, si dovrà votare anche per il sindaco, perché quello in carica, Orazio Ciliberti del Pd, depresso dal risultato elettorale s’è dimesso.

• Sul governo non ci dice niente?
Beh, le amministrative a questo punto sono di grande interesse. Rutelli a Roma rischia e se ce la farà sarà per un pelo. Calcoli astrusissimi fanno vedere che al primo giro l’uomo che è ancora vicepresidente del Consiglio ha già quasi fatto il pieno dei voti che gli spettano. Alemanno invece dovrebbe poter contare sull’appoggio di Storace (deciderà ufficialmente oggi) e di una quantità di siglette che al primo turno hanno corso per sé ma che dovrebbero stare più a destra che a sinistra. Poi c’è l’incognita Udc. Ieri Casini ha ricevuto a casa sua niente di meno che D’Alema. Poi Rutelli ha avuto parole di apprezzamento per il candidato di Casini a Roma, Luciano Ciocchetti. L’Udc in città vale il 3,1 per cento. Un’adesione del partito avvicinerebbe parecchio Rutelli alla mèta, però sposterebbe fortemente l’Udc verso sinistra e l’elettore dell’Udc, fino a prova contraria, è un moderato di destra. Inoltre, Casini ha contribuito alla vittoria di Tondo in Friuli contro il democratico Illy e a Udine sostiene, con PdL, Lega e Pensionati, il candidato del centro-destra Cainero. Ieri D’Onofrio, che in quella formazione è un pezzo grosso, ha detto: «Chiederemo a Rutelli se intende continuare la politica di Veltroni. Se la risposta sarà sì, voteremo per Alemanno».

• Ci sarebbero riflessi sul governo se la sinistra perdesse Roma?
Ieri Bettini, braccio destro di Veltroni e uno degli uomini più potenti della città, ha detto che la vittoria di Alemanno sarebbe «un ritorno all’indietro che giudicherei pericoloso, distruttivo e spaventoso». Eccessivo, no? Del resto, il Pd sta lentamente rendendosi conto che, nonostante il buon risultato elettorale, la sconfitta è netta e il giudizio degli elettori è stato assai severo. Piero Sansonetti, il bravo direttore di Liberazione – il giornale di Bertinotti – ha mandato un cronista a intervistare gli operai di Mirafiori. Ne è uscito un pezzo tremendo, a cui Sansonetti ha messo questo titolo molto fedele al contenuto delle interviste: «Mirafiori ha bocciato l’Arcobalen “Pensa solo a froci e zingari, e non a noi”». L’articolo conferma, molto onestamente, che il voto operaio s’è spostato tutto sulla Lega.

• In questa situazione Berlusconi farà strage degli avversari?
Ieri ha perfino detto che potrebbe pescare qualche testa brillante tra quelli del Partito democratico. Si è subito pensato a Ichino, il giuslavorista minacciato dalle Br che si batte per un ripensamento totale della filosofia dei contratti. Questi di cambiare la natura dei contratti è un grande tema che la Cgil (molto nervosa per l’esito del voto e per via di un libro tremendo sul sindacato scritto dal giornalista dell’Espresso Stefano Lavadiotti) non vuole affrontare. La questione è se si può andare avanti con 400 contratti nazionali o se non sia arrivato il momento di privilegiare la contrattazione territoriali o aziendale. Livadiotti sostiene con buoni argomenti che i bassi salari italiani sono proprio il frutto della mania dei contratti di lavoro nazionale. E aggiunge: i sindacati non vogliono rinunciate alla contrattazione nazionale per una questione di potere.

• E che ministero avrebbe occupato Ichino?
Quello del Lavoro. Dove potrebbe tornare Maroni, che avrà comunque un incarico di grande peso. Ieri Bossi ha detto che alla Lega spetteranno quattro ministri. Fini, a quanto pare, sarà presidente della Camera, anche se avrebbe preferito fare il ministro degli Esteri, carica che tornerà invece a Frattini. C’è il problema della presidenza del Senato. Fino a ieri si dava per sicuro Formigoni, ma c’è forse un problema per il PdL a rifare le elezioni in Lombardia perché il Pd in Lombardia è andato molto bene. Formigoni potrebbe prudentemente restare al suo posto e la presidenza del Senato finire a Calderoli, così come noi abbiamo detto fin dal primo momento. Qualche mese fa venne fatta un’inchiesta su chi fosse il più bravo, il più equilibrato, il più corretto, il più sapiente, il più simpatico a dirigere i lavori del Senato e la risposta unanime dei parlamentari di destra di sinistra e di centro fu: Calderoli. Pensi un po’, quello che faceva vedere la canottiera in televisione per provocare gli islamici.

• Lei non pensa che la Lega creerà problemi a Berlusconi?
Io penso che creerà più problemi Di Pietro a Veltroni. S’era impegnato a fondere il suo gruppo con quello del Pd. E adesso, a quanto sembra, non ne ha più troppa voglia. Anche lui ci farà sapere oggi che intende fare. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/4/2008] (leggi)

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