La repubblica 17 aprile 2008, ALESSANDRA RETICO, 17 aprile 2008
Dai lord alle creste punk la brillantina ha 80 anni. La repubblica 17 aprile 2008 Era l´unguento della disciplina all´inizio, teste a posto dei soldati al fronte e rigore maschio
Dai lord alle creste punk la brillantina ha 80 anni. La repubblica 17 aprile 2008 Era l´unguento della disciplina all´inizio, teste a posto dei soldati al fronte e rigore maschio. Poi il tempo l´ha diluita, è diventata balsamo postbellico e lustrino di un divismo ancora in fasce: la severità ammorbidita in eleganza, l´inattaccabilità in appiccicosa sensualità. Eccola la brillantina, ottanta anni di pettinature da quando è nata il 16 aprile 1928 nei laboratori della County Chemical Company di Birmingham, in Inghilterra. La Brylcreem, per l´esattezza, la più celebre delle misture di acqua, oli minerali e cera vergine che hanno pettinato il mondo, un´invenzione da 4 miliardi di sterline all´anno. Prima c´era solo olio di Makassar, linfa che gli inglesi toglievano dagli alberi in Indonesia per spalmarsela tra i capelli. Da qui anche l´antidoto kitsch all´unto, le orride copertine antimakassar sugli schienali delle poltrone in pelle. Rodolfo Valentino si lucidò così, si mise in testa (e ci riuscì) di portare il suo profilo impomatato dal Castellaneta in Puglia, dove era nato, alle colline di Hollywood. Cinema ancora muto, ma l´odore pungente era già di star. Dici brillantina e senti profumi acri, foto in bianco e nero, Caroselli prima della cena. Eppure gel, cere, creme e spume non l´hanno prosciugata e spazzata via. I piloti della Royal Air Force li chiamavano i Brylcreem Boys nel 1939, lo slogan della pubblicità dell´epoca era «mai più senza fucile (e senza Brylcreem). Si narra che la pomata venisse usata per lubrificare la canna del fucile: per sparare con più stile. Ma anche David Beckham, testimonial nel 1997 dell´azienda, prima di una delle sue molte rasature, è un Brylcreem boy. Il marchio inglese ha scelto la sua faccia cool per dire che brillantina non è roba per vecchi, il calciatore più trendsetter del pianeta lucida quell´aria dolcemente retrò. Tubi rossi e scatole azzurre e viceversa, non ne mancavano negli armadietti dei papà, era l´unica cosmesi maschile a quei tempi e anzi la più raccomandata. «Pettinati prima di uscire», il che si traduceva in un´abbondante spalmatura del capo per apparire per bene (e ricoprire con effluvi l´ancora scarsa igiene). Solo la Linetti suscita forse uguale nostalgico languore di vecchie e care cose, nel 1957 l´infallibile ispettore Rock che non sbagliava un caso la consigliava per evitare agli altri di ritrovarsi col proprio rammarico: «Anch´io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti» diceva all´assistente che lo elogiava l´indimenticabile Cesare Polacco, l´attore era ormai quasi calvo e il suo spot lo ripetevano tutti a ogni buona occasione e ogni occasione era buona per recitare il mantra. Ottant´anni assai luminosi e trasversali, dalle sommità di Humphrey Bogart, Tyrone Power e Fred Astaire a quelle dei ciuffi ribelli di Elvis Presley e James Dean. Brillantina per domare, brillantina per spettinare. Tony Gibson, il modello imbrillantato dello spot per la Raf, era un anarchico e obiettore di coscienza, per dire. Infuriate chiome, tempestose cime cantava Paolo Conte nella sua Brillantina bengalese, e si capisce che guerra c´era dentro, tra forma e essere, tra spirito e regola, quando poi continuava «non me lo fare mai, non spettinarmi mai». E allora un bel «Yabba dabba doo» per urlare via l´impaccio, sgranchire l´anima: il famoso grido di gioia di Fred Flinstone (gli Antenati) da lì viene, dal jingle usato per la Brylcreem in tv che era anche un po´ un´istruzione per l´uso, «a little dab will do ya», un piccolo tocco va bene. E ti fa fare tutto senza sforzo, dice un recente spot andato su MySpace: ottant´anni e tutti i linguaggi in mezzo, la brillantina dei Teddy Boys nei ”50 e quella di cui si spargeva generoso Syd Barrett dei Pink Floyd, del film belga del ”95 Brylcream Boulevard e naturalmente di Grease e infine dei Sopranos. Scivolano i ricordi, yabbadabbadoo. ALESSANDRA RETICO