La Repubblica 17 aprile 2008, MARCO POLITI, 17 aprile 2008
Il Papa da Bush: "Dio benedica l´America". La Repubblica 17 aprile 2008 Arriva alla Casa Bianca in limousine nera l´ex soldatino bavarese, catturato e poi liberato dagli americani negli ultimi sussulti della seconda guerra mondiale
Il Papa da Bush: "Dio benedica l´America". La Repubblica 17 aprile 2008 Arriva alla Casa Bianca in limousine nera l´ex soldatino bavarese, catturato e poi liberato dagli americani negli ultimi sussulti della seconda guerra mondiale. Il ciuffo bianco, che gli esce ribelle dallo zucchetto, un sorriso radioso, la «gioia di essere in mezzo a voi». Sventolano le bandiere, diecimila ospiti d´onore, fra cui alcuni reduci dall´Afghanistan e dall´Iraq, applaudono entusiasti. Fuori dalla Casa Bianca spiccano cartelloni contro il silenzio della Chiesa contro chi ha coperto gli abusi sessuali. Sul prato della residenza presidenziale si svolge un incontro da cartolina. Joseph Ratzinger, oggi romano pontefice, è salutato da ventuno salve di cannone e proclama: «Arrivo da amico», elogiando l´America «generosa» nel rispondere ai bisogni umani immediati, favorire lo sviluppo e soccorrere le vittime di catastrofi naturali. Il presidente protestante George W. Bush lo omaggia in latino: «Pax tecum. L´America ha bisogno del vostro messaggio. Conservateci nelle vostre preghiere». Sorride soddisfatto Bush, mentre ascolta sull´attenti l´inno nazionale, la mano destra poggiata sul cuore. Perché in questa mattinata soleggiata, tra coreografie della banda in costume settecentesco, gorgheggi e arpeggi, auguri cantati di «Happy Birthday, Santo Padre», Benedetto XVI accantona graziosamente differenze e contrasti tra la visione internazionale della Santa Sede e la politica dell´amministrazione Bush. Come se non ci fosse stata la guerra in Iraq, come se già nel 1999, incontrando il presidente Clinton a St.Louis, papa Wojtyla non avesse messo in guardia dalle tentazioni dell´unilateralismo statunitense, evocando il Faraone punito da Dio per la sua «superbia». Papa Ratzinger elogia l´America credente, che ha «forgiato l´anima della nazione», esprime fiducia che il popolo americano troverà ispirazione nelle sue credenze religiose per costruire una società più umana e libera. Esorta alla virtù, l´autodisciplina, la responsabilità verso i meno fortunati e si dice convinto che gli Stati Uniti appoggeranno gli sforzi internazionali per risolvere i conflitti e promuovere il progresso. «God bless America!». Canto e controcanto. George W.Bush gli presenta una «nazione che prega». Una nazione compassionevole, i cui cittadini «ogni giorno nutrono gli affamati, confortano i malati, hanno cura degli infermi». Parla come dal pulpito il cristiano rinato Bush e presenta un´America gran madre della consolazione: «Ovunque nel mondo gli Stati Uniti lavorano per sradicare il malessere, alleviare la povertà, promuovere pace e portare la luce della speranza nelle tenebre della tirannia». L´America (la sua America) è una nazione moderna, guidata da verità eterne, la «più innovativa, creativa, dinamica del mondo» e tra le «più religiose». Un trascinante spot di fine mandato con tanto di condanna della dittatura del relativismo e l´affermazione che in un pianeta, dove c´è chi invoca il nome di Dio per giustficare odio e terrorismo «noi abbiamo bisogno del vostro messaggio che Dio è amore». Papa e Presidente insieme sul palco, nel segno dei grandi valori. La foto di gruppo - a pochi mesi dalle elezioni presidenziali - è perfetta. Bush in piedi applaude ostentatamente il pontefice, osannato dagli invitati. Benedetto XVI ascolta rispettosamente la predica presidenziale. Seguono, al termine, tre quarti d´ora di colloqui tra Ratzinger e Bush e (separatamente) tra i Segretari di Stato Rice e Bertone. Il comunicato congiunto elenca i valori su cui sono impegnati Usa e Vaticano: tutela di matrimonio e vita, diritti umani, libertà religiosa, lotta contro la povertà e le epidemie specie in Africa. Comune attenzione all´America latina e ai problemi degli immigrati. Poi un accenno alla sovranità del Libano, alla «visione di due stati Palestina e Israele», all´Iraq e alla preoccupante situazione delle comunità cristiane. Nella comune opposizione a terrorismo e fondamentalismo religioso affiora un solo distinguo. Precisa il comunicato che la lotta al terrorismo «esige metodi appropriati, rispettosi della persona umana e dei suoi diritti». A Guantanamo e alle torture il Vaticano dice no. Nel pomeriggio Benedetto XVI cambia registro. All´incontro generale con l´episcopato lancia l´allarme per il fossato crescente che si apre tra l´appartenenza religiosa e la prassi quotidiana. «E´ coerente andare a messa la domenica e poi sfruttare i poveri o avere comportamenti sessuali contrari alla morale cattolica?». E´ coerente praticare aborti, divorziare, creare coppie di fatto? Egoismo, materialismo, individualismo sono i peccati denunciati dal Papa. Che ribadisce la condanna della pedofilia, ma si scaglia con durezza contro il clima di pornografia diffusa in cui crescono i bambini occidentali. MARCO POLITI