Libero 17 aprile 2008, Salvatore Dama, 17 aprile 2008
L’ultima tentazione si chiama Quirinale. Libero 17 aprile 2008 il loro incubo peggiore: Silvio Berlusconi eletto presidente della Repubblica
L’ultima tentazione si chiama Quirinale. Libero 17 aprile 2008 il loro incubo peggiore: Silvio Berlusconi eletto presidente della Repubblica. Già ritrovarselo a Palazzo Chigi per cinque anni ha causato numerosi travasi di bile, a sinistra. Ma l’approdo al Colle no, sarebbe davvero troppo. per questo che, già negli ultimi giorni di campagna elettorale, i girotondini alla Pancho Pardi, Dario Fo e Franca Rame, invitavano a turarsi il naso procedendo con il voto utile. Utile e soprattutto anti-berlusconiano. L’alternativa, mettevano in guardia i Nanni Moretti boys, quella di sorbirsi non cinque, ma dodici anni di Cavaliere. E ciò sommando il tempo di permanenza al governo e quello di un eventuale Settennato di Berlusconi al Quirinale. Domanda: è possibile che il Parlamento che andrà a insediarsi tra qualche settimana (dove c’è una solida maggioranza del Popolo della Libertà) sia anche quello che provvederà a eleggere il successore di Giorgio Napolitano? Forse sì. O forse no. Le Camere che si insediano la prossima settimana concluderanno il loro mandato il 29 aprile 2013. Giorgio Napolitano, ammesso che arrivi alla scadenza naturale del Settennato, abbandonerà il Colle pochi giorni dopo, il 10 maggio dello stesso anno. Messa in questi termini, spiega il presidente emerito della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, «sarà il prossimo Parlamento, e non quello che si insedierà adesso, a eleggere il successore di Napolitano. A meno che...». Cosa? «Il capo dello Stato non faccia come Francesco Cossiga e si dimetta prima del termine». Correva l’anno 1992: l’allora presidente della Repubblica, per evitare un «ingorgo costituzionale» (e cioè il sovrapporsi del semestre bianco e della fine della decima legislatura), abbandonava anzitempo il Colle. Anche se l’elezione del nuovo presidente toccò comunque al Parlamento insediatosi dopo le elezioni politiche. Insomma, le ambizioni quirinalizie berlusconiane sono le mani di Napolitano. Votassero i neo parlamentari eletti domenica, Silvio avrebbe grandi chance di diventare capo dello Stato. L’assemblea che elegge il presidente della Repubblica, infatti, è composta da deputati, senatori e tre delegati per ogni Regione (tranne la Val d’Aosta che ne ha uno). In totale, circa mille aventi diritto. Per l’elezione occorre una maggioranza dei due terzi, ma dal terzo scrutinio basta la maggioranza assoluta. Al netto dei grandi elettori regionali, quindi, con 511 votanti, Silvio potrebbe coronare il sogno di ogni politico. E l’incubo di tutti i suoi avversari. Salvatore Dama