La Stampa 17 aprile 2008, GIACOMO GALEAZZI, 17 aprile 2008
Il Papa: ”L’America modello da seguire”. La Stampa 17 aprile 2008 Bush e il Papa che pregano insieme
Il Papa: ”L’America modello da seguire”. La Stampa 17 aprile 2008 Bush e il Papa che pregano insieme. E’ stato il momento culminante, e senza precedenti storici, della prima giornata di Benedetto XVI a Washington: una breve preghiera, per la famiglia, è stata recitata, dopo un colloquio privato, dal Papa insieme a Bush, alla moglie Laura e ad una delle due figlie, Jenna. Per il resto l’incontro ha prodotto, secondo il seguito papale, un nuovo asse Casa Bianca-Santa Sede per rilanciare «una cultura della giustizia e delle verità». «In un’epoca dominata dalla dittatura del relativismo abbiamo bisogno del suo messaggio che ogni vita umana è sacra», aveva scandito poche ore prima George W.Bush festeggiando alla Casa Bianca l’81°compleanno di Benedetto XVI. Ricorrenza festeggiata dalla folla con uno spontaneo «Happy birthday to you». «Dio salvi l’America e la sua libertà. Rispetto grandemente la vostra società pluralistica e vengo come amico e annunciatore del Vangelo», ha risposto il secondo Papa nella storia ad entrare nello Studio Ovale, congratulandosi con il leader Usa per gli aiuti all’Africa ed evidenziando la comune sollecitudine nell’«educare le nuove generazioni, tutelare i diritti umani e la libertà religiosa, favorire uno sviluppo sostenibile nei Paesi più poveri e condurre una battaglia contro la povertà e le pandemie». Non mancando di richiamare l’attenzione, però, sui temi scomodi della guerra in Iraq, della tortura, della strategia in Medio Oriente, del giro di vite anti-immigrazione. «L’America collabori a risolvere i conflitti», raccomanda il Papa più amato dagli americani, secondo i sondaggi pubblicati da tutti i giornali Usa. Negli stessi minuti in cui la Corte Suprema ripristina l’iniezione letale (con il voto favore anche di giudici cattolici), Bush presenta l’America come «una nazione pienamente moderna, eppure guidata da verità antiche ed eterne». E ribadisce al Papa: «Gli Stati Uniti le sono vicini e le vogliono bene. Preghi sempre per noi. Milioni di americani pregano per lei». Parole ben calibrate che fugano i rischi di «forzature e strumentalizzazioni», molto temuti alla vigilia dell’incontro. «Non ha tirato il Papa per la giacca», esultano alla Nunziatura. In un mondo dove «alcuni invocano il nome di Dio per giustificare atti di terrorismo, assassinio, e odio», rimarca Bush, il messaggio papale che Dio è amore «è il modo più sicuro per salvare gli uomini dagli insegnamenti del fanatismo e del terrorismo». Un’«alleanza a salvaguardia dei valori» che si fonda sull’«impegno condiviso contro la minaccia terroristica» e il rapporto tra laicità e fede negli Usa. «Un modello fondamentale da seguire ed imitare anche in Europa - puntualizza il Papa -. Negli Usa il positivo concetto di laicità garantisce autenticità e libertà alla fede». Benedetto XVI, senza riferirsi esplicitamente alle elezioni presidenziali, ha chiesto al popolo americano di trovare nella propria fede religiosa un criterio di «discernimento e di ispirazione di fronte alle sempre più complesse questioni politiche ed etiche», rallegrandosi che i cattolici offrano «un eccellente contributo alla vita del loro Paese». L’America «si è sempre dimostrata generosa nel venire incontro ai bisogni umani», sottolinea il Pontefice invitando gli Usa a «continuare a sostenere gli sforzi pazienti della diplomazia internazionale per risolvere i conflitti e promuovere il progresso». Il comune obiettivo è costruire un mondo dove «la dignità e i diritti dati da Dio a ogni essere umano vengano tenuti in considerazione. Dopo il caloroso «vis-à-vis» con Bush, Benedetto XVI ha riunito al santuario nazionale dell’Immacolata Concezione i 400 vescovi e cardinali di una delle conferenze episcopali più grandi del mondo, lodando l’America «terra di grande fede». GIACOMO GALEAZZI