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 2008  marzo 17 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Franco Marini
Il Presidente della Camera è Fausto Bertinotti
Il Presidente del Consiglio è Romano Prodi
Il Vicepresidente del Consiglio è Massimo D’Alema
Il Vicepresidente del Consiglio è Francesco Rutelli
Il Ministro degli Interni è Giuliano Amato
Il Ministro degli Esteri è Massimo D’Alema
Il Ministro della Giustizia è Luigi Scotti
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Tommaso Padoa-Schioppa
Il Ministro della Difesa è Arturo Parisi
Il Ministro della Pubblica Istruzione è Giuseppe Fioroni
Il Ministro delle Infrastrutture è Antonio Di Pietro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Pier Luigi Bersani
Il Ministro delle Politiche agricole è Paolo De Castro
Il Ministro della Salute è Livia Turco
Il Ministro delle Comunicazioni è Paolo Gentiloni
Il Ministro del Commercio estero è Emma Bonino
Il Ministro dei Trasporti è Alessandro Bianchi
Il Ministro del Lavoro e Previdenza sociale è Cesare Damiano
Il Ministro della Solidarietà sociale è Paolo Ferrero
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Francesco Rutelli
Il Ministro dell’ Ambiente è Alfonso Pecoraro Scanio
Il Ministro di Università e ricerca scientifica è Fabio Mussi
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Linda Lanzillotta (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Giulio Santagata (senza portafoglio)
Il Ministro dei Diritti e Pari Opportunità è Barbara Pollastrini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche comunitarie è Emma Bonino (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive è Giovanna Melandri (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche per la famiglia è Rosy Bindi (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme e innovazione nella Pubblica Amministrazione è Luigi Nicolais (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme istituzionali e Rapporti con il Parlamento è Vannino Chiti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Viktor Zubkov
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il Dalai Lama vive in India, nel villaggio McLeod Ganji di una città chiamata Dharamsala, divenuta in questi 49 anni di esilio un centro tibetano, dato che i tibetani che vi hanno preso dimora per star vicini al loro pontefice sono quasi centomila. Ieri, in questa città, il Dalai Lama ha convocato i giornalisti di tutto il mondo. Ha detto: «Non ho il potere di fermare le violenze, come quasi tutti mi chiedete. Sono un servo del popolo tibetano, non posso dire alla mia gente “Fate questo o quello”. Ciò che essi fanno adesso rappresenta la libera volontà del popolo, su cui non ho alcuna influenza». Ha nuovamente parlato di “genocidio culturale”: «I tibetani, nella loro terra, molto spesso sono cittadini di seconda classe. Tra i tibetani che vengono qui a Dharamsala dal Tibet è cresciuto il risentimento. Inclusi alcuni tibetani comunisti, che lavorano in diversi dipartimenti e uffici cinesi. Sebbene siano ideologicamente comunisti, siccome sono tibetani hanno a cuore la causa del loro popolo». Il Dalai Lama ha ribadito di volere l’armonia tra tibetani e cinesi, esattamente come il presidente Hu Jintao, e proprio per questo chiede che al Tibet venga concessa l’autonomia. «I cinesi hanno trovato una scappatoia per accusare noi di quello che sta succedendo. Allora, per favore, qualche organizzazione rispettata a livello internazionale indaghi su che cosa è successo, su qual è la situazione e qual è la causa. Verifichi che il mio principio resta quello della completa non violenza, mentre Pechino usa la forza per simulare la pace, una pace creata con l’uso del terrore. La comunità internazionale ha la responsabilità morale di ricordare alla Cina il suo dovere di essere un buon ospitante dei Giochi Olimpici. Ho già detto la Cina ha il diritto di tenere i Giochi e che il popolo cinese deve esserne orgoglioso».

• Ci sono speranze? Che a questa “organizzazione internazionale rispettata” indaghi ed emetta un verdetto?
Nessuna speranza. I governanti cinesi hanno al primo posto delle loro priorità la sovranità nazionale, che non può essere messa in discussione da nessuno. Questa sovranità si mantiene, secondo il loro punto di vista, solo non concedendo mai nulla. In Cina, nonostante il 95% della popolazione sia di etnia han, ci sono 58 minoranze. Qualunque concessione a qualunque minoranza darebbe la stura a non si sa quale cascata di richieste. Deng Xiao Ping, nel 1979, fece venire a Lhasa il fratello del Dalai Lama. Una concessione che scatenò manifestazioni di entusiasmo incontenibili e presto tramutate in cortei nazionalisti dove si inneggiava all’indipendenza del Tibet e si invitavano i cinesi a tornarsene a casa. Un’esperienza che l’attuale gruppo dirigente – che a quell’epoca cominciava a far carriera – non ha mai dimenticato.

• Ma questo cosiddetto “genocidio culturale” non sarà un’esagerazione? Non si saranno mescolati un minino cinesi e tibetani in questo mezzo secolo?
No, tibetani e cinesi non si sono affatto mischiati, pochi tibetani parlano cinese e le due comunità vivono in zone separate. Il genocidio culturale è in corso da 50 anni e consiste in quest trasformare la maggioranza tibetana in una minoranza. Come le ho detto ieri, i tibetani sono sei milioni, sparsi su un territorio di 3 milioni e mezzo di chilometri quadrati. I cinesi han mandati a fare i coloni sul territorio sono più di otto milioni. Si persegue con tenacia la cancellazione dell’identità tibetana. L’autonomia che chiede il Lama prevede l’arresto dell’immigrazione cinese. Ma sono illusioni.

• Ci sarà il massacro?
L’ultimatum scade oggi pomeriggio alle cinque, la loro mezzanotte. Ieri Lhasa era deserta, percorsa solo dai soldati. Turisti tappati negli alberghi, han chiusi in casa per paura dell’odio tibetano, tibetani spariti per timore dei soldati. Il governo cinese promette soldi a chi denuncerà gli agitatori e clemenza ai ribelli che si consegneranno spontaneamente. Non si consegnerà nessuno per non esser bollato come criminale.

• La comunità internazionale?
Frigge, e non vede l’ora che questa storia finisca. Nessuno vuole andare contro i cinesi. Gli indiani hanno arrestato qualche decina di tibetani che s’erano messi in marcia da Dharamsala. Neanche gli indiani vogliono grane con i vicini.

• Ma neanche un po’ di boicottaggio?
Ci stanno facendo una testa così per spiegarci che non serve a niente. E il terribile è che probabilmente hanno ragione. Non c’è disponibilità neanche a quel mini-boicottaggio che sarebbe la non-presenza dei capi di Stato. Tutti i presidenti e i capi di governo hanno confermato che l’8 agosto saranno a Pechino ad applaudire. Amico mio, aveva ragione Brenn guai ai vinti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/3/2008] (leggi)

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