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 2008  marzo 16 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Franco Marini
Il Presidente della Camera è Fausto Bertinotti
Il Presidente del Consiglio è Romano Prodi
Il Vicepresidente del Consiglio è Massimo D’Alema
Il Vicepresidente del Consiglio è Francesco Rutelli
Il Ministro degli Interni è Giuliano Amato
Il Ministro degli Esteri è Massimo D’Alema
Il Ministro della Giustizia è Luigi Scotti
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Tommaso Padoa-Schioppa
Il Ministro della Difesa è Arturo Parisi
Il Ministro della Pubblica Istruzione è Giuseppe Fioroni
Il Ministro delle Infrastrutture è Antonio Di Pietro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Pier Luigi Bersani
Il Ministro delle Politiche agricole è Paolo De Castro
Il Ministro della Salute è Livia Turco
Il Ministro delle Comunicazioni è Paolo Gentiloni
Il Ministro del Commercio estero è Emma Bonino
Il Ministro dei Trasporti è Alessandro Bianchi
Il Ministro del Lavoro e Previdenza sociale è Cesare Damiano
Il Ministro della Solidarietà sociale è Paolo Ferrero
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Francesco Rutelli
Il Ministro dell’ Ambiente è Alfonso Pecoraro Scanio
Il Ministro di Università e ricerca scientifica è Fabio Mussi
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Linda Lanzillotta (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Giulio Santagata (senza portafoglio)
Il Ministro dei Diritti e Pari Opportunità è Barbara Pollastrini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche comunitarie è Emma Bonino (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive è Giovanna Melandri (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche per la famiglia è Rosy Bindi (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme e innovazione nella Pubblica Amministrazione è Luigi Nicolais (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme istituzionali e Rapporti con il Parlamento è Vannino Chiti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Viktor Zubkov
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

I morti in Tibet sarebbero una trentina, almeno stando alle fonti dei ribelli. I cinesi dicono che sono solo dieci. Internet mostra la foto dei due monaci ventenni forse all’origine della rivolta: si sono tagliati le vene, secondo una prima versione, oppure si sono dati fuoco per protestare contro il regime cinese che opprime i tibetani e perseguita in particolare l’autorità religiosa. Sono moribondi. Pechino ha dato un ultimatum ai rivoltosi: por fine ai disordini e consegnarsi entro domani. In caso contrario, partirà la vera repressione.

• Non li frena il fatto che il mondo li guarda?
Li frena, e infatti sono intervenuti – dal loro punto di vista – prudentemente. La televisione di stato manda in continuazione i video dei disordini provocati dai tibetani, cioè gli assalti ai negozi, i colpi di pistola sparati dalle auto in corsa, le macchine incendiate, le bancarelle del mercato al centro di Lhasa rovesciate e date alle fiamme. Filmati autentici con i quali le autorità di Pechino contano di tener desto nel Paese un sentimento antitibetano e di giustificare di fronte al mondo il prossimo intervento.

• Intervento inevitabile?
Qualche commentatore ha scritto che la miccia dell’incendio è stata la decisione americana di togliere la Cina dalla lista dei dieci paesi peggiori del mondo in termini di diritti umani. stata in effetti una decisione insensata, se si considera la realtà dei laogao (i loro campi di concentramento) o i 20 mila condannati a morte dei cui organi poi fanno commercio in tutto il continente. Tuttavia gli Stati Uniti hanno dovuto fare questo favore a Pechino, e Bush sarà presente all’inaugurazione dei Giochi, così come saranno presenti Sarkozy e Solana, il segretario generale dell’Unione europea. Proprio ieri – a rivolta in corso – Solana ha tassativamente escluso ogni forma di boicottaggio e ribadito che il prossimo 8 agosto sarà all’inaugurazione dei Giochi. I cinesi, amico mio, sono potenti: sono il primo partner commerciale di Stati Uniti ed Europa, hanno nelle loro casse dollari per 1300 o forse addirittura 1500 miliardi di dollari. Valuta accumulata negli ultimi vent’anni per permettere agli americani di far la bella vita che hanno fatto, e noi con loro. Significa che i padroni della moneta statunitense stanno a Pechino. E questo mentre le banche americane cominciano a saltare per aria. Vuole che abbiano paura di reprimere i buddisti di Lhasa?

• Quindi i tibetani non hanno speranza?
Si direbbe di no, anche se la storia ci ha mostrato tante cose impossibili. Teniamo conto di quanto segue: il Tibet è grande tre milioni e 800 mila chilometri quadrati, cioè come mezza Europa. Lo abitano però appena sei milioni di persone. I cinesi hanno adottato il facile metodo di trasferire sul territorio, grazie anche alla ferrovia di Lhasa che hanno costruito apposta, centinaia di migliaia di han, cioè gente della loro razza (i cinesi sono han al 95% e non si sono mai mescolati con nessuno). Oggi per ogni tibetano ci sono quattro han. Non sol le condizioni economiche del Tibet sono nettamente migliorate, anche se al prezzo di una modernizzazione che ha distrutto l’antico fascino del Paese.

• In che cosa, allora, i tibetani possono spaventare i cinesi?
Ci sono 150 milioni di buddisti in Cina. E l’esempio del Tibet è pericoloso. La popolazione cinese, man mano che conquista il benessere, vede crescere al suo interno quell’inquietudine, quel malessere che noi conosciamo assai bene e che sembra un portato inevitabile dei soldi che circolano. Spesso il cinese reagisce innamorandosi di Confucio o di Budda. Il Tibet, culturalmente parlando, va molto di moda. Cosa che Hu Jintao e gli altri padroni del Paese considerano pericolosa. Ci metta l’autorità e l’indipendenza del Dalai Lama, capace di mobilitare coscienze e di diffondere idee che non tengono conto del pensiero di Pechino. Intollerabile.

• Quindi?
L’Olimpiade, che deve svolgersi perfettamente, rende la partita ancora più infuocata. Per i tibetani è una sorta di “ora o mai più”, per i cinesi invece è un “adesso proprio no”. Ci sono altre etnie che i cinesi e il mondo considerano pericolose e che potrebbero accendersi se i tibetani realizzassero qualche punto. Per esempio, nello Xinjiang, che poi sarebbe il Turkestan orientale, gli uiguri sono musulmani, e a questo punto musulmani tendenzialmente estremisti. I cinesi hanno tentato di cancellarli con la politica della sterilizzazione, degli aborti forzati, premiando le uiguri che sposavano cinesi, chiudendo le scuole coraniche, ecc. Nonostante questo, metà della popolazione è ancora uiguri. Che abbiano in testa di far qualcosa l’8 agosto è plausibile. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/3/2008] (leggi)

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