Corriere della Sera 16 marzo 2008, Monica Ricci, 16 marzo 2008
I francesi cercano i propri avi nell’elenco dei ghigliottinati. Corriere della Sera 16 marzo 2008
I francesi cercano i propri avi nell’elenco dei ghigliottinati. Corriere della Sera 16 marzo 2008. Centinaia di migliaia di persone hanno consultato la lista creata da un programmatore di computer I nomi scorrono inesorabili, in ordine alfabetico. Una lista di morte che sembra infinita. Sono più di 18 mila i ghigliottinati che un programmatore di computer, Raymond Combes, ha inserito nel sito les.guillotines.free.fr. «Avete un antenato decapitato durante la Rivoluzione? ». la domanda, terribile, gridata nella home page. E i francesi hanno risposto in massa. Centinaia di migliaia di persone hanno consultato l’elenco e molte altre lo faranno presto. Si calcola che siano circa cinque milioni i discendenti delle vittime del Regno del Terrore. A finire sul patibolo non furono solo i nobili ma anche cittadini comuni, contadini, intellettuali, politici e prostitute. Decine di migliaia le persone uccise. Molte non sono negli elenchi ufficiali. «Aggiungo nomi ogni giorno – ha confessato Combes, che ha creato il sito un anno fa durante il tempo libero, al britannico Times ”. All’inizio mi sono basato sulla lista diffusa durante il Bicentenario della Rivoluzione. Ma la gente continua a mandarmi informazioni in più». Per chi decide di provare a fare la ricerca ci possono essere brutte sorprese. Denis Sarazin- Charpentier, un impiegato statale appassionato di storia, ignorava che un suo antenato, Claude Louis Deligny, avesse perso la testa nel 1794 quando si veniva giustiziati anche solo per un sospetto. Claude era stato sorpreso con delle monete raffiguranti il re e questo gli era valso il patibolo. «Da bambino – racconta Sarazin-Charpentier – mi avevano insegnato che la ghigliottina aveva spazzato via l’aristocrazia cattiva. Ma non era vero. Il mio antenato era un povero agricoltore che non complottava contro nessuno. Non era certo un nemico della Rivoluzione». L’argomento è di quelli che scottano. I francesi considerano, giustamente, gli anni della Rivoluzione la base fondante del loro Paese. Ma il tanto amato slogan «Liberté, egalité, fraternité» mal si coniuga con il tempo della dittatura e delle teste mozzate per un nulla. Storia conosciuta, chiaramente. Ma certo a molti non piace ricordare le grandi folle, uomini donne e bambini, che, a Parigi, assistevano alle esecuzioni nella Place de la Révolution (ora Place de la Concorde), quando si vendeva, come il programma di uno spettacolo, la lista dei giustiziati del giorno. «Personalmente – spiega ancora Sarazin- Charpentier al Times ’ non ho problemi a parlare del mio antenato decapitato ma so di famiglie che non riescono proprio a sfiorare l’argomento ». La ghigliottina fu adottata ufficialmente come forma di esecuzione il 20 marzo del 1792 e il suo uso venne abrogato soltanto nel 1981, insieme alla cancellazione della pena di morte. L’ultima esecuzione risale al 1977. Lo strumento prende il nome da un professore di anatomia, Joseph Ignace Guillotin, che ne suggerì l’uso come forma di morte più umana al posto della terribile ruota della tortura o della decapitazione con l’ascia. Monica Ricci