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 2008  marzo 16 Domenica calendario

Andrea è un raccontaballe, ma se fosse una donna lo sposerei. Libero 16 marzo 2008. Gigi Sammarchi, il baffo di "Gigi e Andrea", quelli che - accento bolognese e simpatia contagiosa - facevano ridere con poco senza mai essere banali o volgari

Andrea è un raccontaballe, ma se fosse una donna lo sposerei. Libero 16 marzo 2008. Gigi Sammarchi, il baffo di "Gigi e Andrea", quelli che - accento bolognese e simpatia contagiosa - facevano ridere con poco senza mai essere banali o volgari. Quelli che cidòchecidòchecidò , lo sketch della mamma e del figlio e il tormentone Come t’ho fatto ti disfo , tanta tv ("Premiatissima", "Grand Hotel", "Don Tonino") e cinema ("L’allenatore nel pallone", "Acapulco prima spiaggia...a sinistra", "I pompieri"), ci hanno fatto compagnia facendoci divertire per tutti gli anni Ottanta. Poi si sono separati, niente più tv insieme. Andrea Roncato è andato avanti per la sua strada artistica da solo, teatro, video, film. Gigi Sammarchi no, si è fermato. Scrive, si riposa e recita, ma lontano dalla televisione. Ed ora eccolo qua. Gigi, fa un po’ strano vederla solo. Subito la domanda che tutti si fanno da anni: come mai lei e Andrea avete litigato? Scusi, perché ride? «Noi non abbiamo mai litigato! Mai. Semplicemente non lavoriamo più in tv. Ma come duo siamo ancora insieme». Ops. Mai litigato... Eppure... «Tutti lo pensano, lo so, come quando non ti vedono per due volte con la fidanzata e credono ti sia mollato. Con Andrea c’è un rapporto incredibile, siamo diversi, opposti: questo ci ha permesso di andare sempre d’accordo. Guardi, se uno di noi due fosse donna, il nostro sarebbe un matrimonio perfetto». Poi approfondiamo. Parliamo di lei, adesso. Cosa fa? «Scrivo, faccio teatro, mi godo i soldi messi via in passato. Contrariamente a gran parte della gente dello spettacolo, non ho gettato via denaro. Questo mi permette di scegliere se e quando lavorare, solo cose che mi interessino veramente». Ultimo lavoro rifiutato? «Ai reality dico regolarmente no, non mi piacciono. Non ho certo il carattere di chi va a mettersi in mostra. Non sono come Andrea, che è malato di protagonismo...». Frecciatina... Prossimo lavoro che le piacerebbe fare? «Ho appena finito di scrivere la sceneggiatura di "Acapulco, prima spiaggia... a sinistra 2". Se troviamo un produttore disposto a investire due lire, lo giriamo». Già, vanno i remake. Pochi mesi fa è uscito "L’allenatore nel pallone 2". Però lei non c’era... «Nel film storico Banfi era protagonista con noi. Nel rifacimento ci ha messi da parte, ha fatto il numero uno. Andrea ha accettato pur di esserci, io ho detto no. Banfi mi ha deluso, avrebbe potuto chiedere di avere il nome più grande nella locandina, ma senza ignorarci come se il primo successo fosse stato esclusivamente merito suo. Evidentemente soffre di deliri di onnipotenza...». Prima diceva che fa teatro. «Con Andrea o da solo, ma sempre parti brillanti: non mi piace chi dice di voler tirar fuori il lato impegnato. No, non tradirei mai il mio pubblico». La tv le manca? «Noooo. Non la guardo nemmeno. Infatti non conosco nessuno, faccio certe figure...». Esempio, grazie. «Vado a una festa con mia moglie, Patrizia Guzzi. Si avvicina un tizio, alto, bello, fisicato: "Ciao Gigi, carissimo, come va?". Temporeggio, prendo tempo: "Bene, e tu in tv come vai?". Capito? Tutte domande generiche per restare sul vago e non fare gaffes finché questo non se ne va e mia moglie mi spiega con chi stavo parlan"do!». E chi era? «Quello della De Filippi, come si chiama? Costantino. Non l’avrei mai riconosciuto». Ci sarà qualcosa che l’attrae in tv? «Non guardo nemmeno i tg, non mi piace l’attualità, tutta distorta dal terrorismo dell’informazione». Politica? «Poco, perché che ci siano su i rossi o Berlusconi, ognuno fa i propri interessi». Già, Berlusconi. Lo conosce? «Negli anni Ottanta era tutto per la tv, il referente, quello che leggeva i testi, dava consigli. Ora invece non sai a chi rivolgerti, la tv parla una lingua nella quale non mi riconosco». In che senso? «I nostri sketch duravano 15 minuti, adesso è tutto frenetico. Noi venivamo giudicati per quello che sapevamo fare, ora si è giudicati in base a quanti passaggi televisivi fai». Un ricordo di Berlusconi? «Le cene ad Arcore, quando eri invitato significava che stavi diventando importante». Un aneddoto indimenticabile? «Berlusconi si avvicina ad Andrea, che tra noi due era l’arrapone. "Andrea, cribbio. Mi dicono che tu sei uno che ha successo con le donne. Però sappi che io potrei darti filo da torcere!". Andrea lo guarda: "Fa remo una gara"». Mai votato per Berlusconi? «Certo. Però mi piace molto anche Fini, ha carisma». Gigi, torniamo a lei. Quando la gente la riconosce che le dice? «" un po’ che non la vediamo in tv!". Oppure: "Quando c’era lei la tv era meglio". I giovani invece mi ricordano per i film». A proposito di giovani. Facciamo un salto indietro. Raccontiamo di lei all’inizio. «Nasco a Bologna il 2 novembre 1949, ma il compleanno lo festeggio sempre l’1 per evitare la concomitanza con la festa dei morti. Eravamo mamma Guglielmina, papà Marino e tre fratelli: io, Stefano ed Eugenio, che purtroppo non c’è più». Una morte che l’ha segnata? «Mi ha turbato molto. Ha combattuto contro un tumore, sembrava aver vinto, ma dopo 15 anni si è ripresentato il problema e non ce l’ha fatta. Stando al suo fianco ho capito come è la psicologia di chi si ammala, come queste disgrazie ti portino ad essere positivi e sperare di farcela fino alla fine». Pensa a lui e le viene in mente... «Quel giorno in cui siamo in ospedale, deve iniziare una ciclo di chemioterapia, siamo preoccupati per le conseguenze. Finisce il primo trattamento, mi guarda orgoglioso: "Gigi, altro che star male. Andiamo a festeggiare in trattoria". E mi porta a mangiare. Incredibile». Torniamo alla sua infanzia. Come conosce Andrea? «In parrocchia. Suo zio è prete, mio papà è sacrestano, viviamo vicino alla chiesa e a 7 anni diventiamo chierichetti. Da quel momento staremo sempre insieme e condivideremo tutto. A parte le donne: mai innamorati della stessa ragazza». A proposito di donne: prime esperienze con le ragazze? «Abbiamo due fidanzatine, ma non sappiamo dove appartarci. Una mattina saltiamo scuola e andiamo a casa di Valeria, la mia ragazza, perchè i suoi sono via per lavoro, e ci sistemiamo in due letti vicini». Concluso? «Macché, siamo troppo agitati per paura che tornino. E poi, quando cerchiamo di metterci il preservativo, ci incasiniamo e iniziamo a ridere come matti. finita in sketch anche la prima volta...». Quando il contatto con il mondo dello spettacolo? «Ci appassioniamo al canto di montagna e conosciamo Francesco Guccini, che ai tempi scriveva testi per canzoni popolari. E iniziamo a fare i simpaticoni, insomma, le nostre cazzate». Finché vi notano. «Ballandi ci segnala a Sandra Mondaini e ci ritroviamo nello spettacolo "Io e la Befana", in onda nel 1977 su Rai 1. Meraviglioso. E poi...». Che c’è? Dica? «Sandra era una compagnona strepitosa, ma tutti erano convinti fossimo amanti!». Oplà! Come mai? «Non le piaceva stare sola in albergo, mi chiedeva sempre di farle compagnia e dormire con lei». Raimondo era geloso? «Macché, quando andavamo a lavorare a Roma eravamo loro ospiti: pensi che lui la mattina ci faceva trovare le brioches calde e "Il Resto del Carlino" con le pagine di Bologna. Che finezza». Piccola curiosità. Perché scegliete di chiamarvi semplicemente "Gigi e Andrea"? «Ci piacevano Cochi e Renato, abbiamo preso spunto da loro». Dopo "Io e la Befana", "Domenica In" e poi "Hello Goggi" su Canale 5. Dove nasce il mitico sketch della mamma e del figlio. «Lo facevamo tra di noi per prendere in giro i genitori, un giorno il regista Trapani MILANO dice: «Fatelo in tv che è bello!". Andrea è perplesso, spiega che non vuole vestirsi da donna. Poi nasce l’idea giusta: bastano una vestaglia e i ferri per fare la calza. Ecco, credo che il segreto fosse questo: nessun trucco». Nel 1984 partecipate a "Premiatissima" con Ornella Muti e Johnny Dorelli. «Della Muti, oltre la bellezza, ricordo la seguente frase: "Vedi Gigi, per me un uomo è solo un tramite per fare un figlio, poi il bimbo è mio". Imbarazzante, ma ognuno la pensa alla propria maniera. Di Dorelli ricordo la professionalità incredibile». Due anni dopo, c’è "Grand Hotel". «Uno dei programmi più belli della tv con due mostri sacri come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia». Nel frattempo, fate cinema. All’inizio parlavamo de "L’allenatore nel pallone". «Bei ricordi e un lungo scherzo al nostro agente, cui facciamo credere che non gireremo più il film perché non ci piacciono i nomi Giginho e Andreao. Oppure, accetteremo solo se Banfi verrà chiamato Banfinho. Ahahaha». Avete lavorato con tanti attrici. La più stravagante? «Eleonora Brigliadori. Cena, faccio per condire l’insalata con un cucchiaio d’olio e uno d’aceto e mi blocca. "Nooo Gigi, che fai? Non si fa così". Penso che mi insegnerà un nuovo metodo dietetico, la sto a guardare e...». E? «Si mette in bocca un cucchiaio di olio, poi uno di aceto, fa gargarismi e risputa il tutto nella mia insalata!!!». Buona? «Che, è matto? Mica l’ho mangiata!». Nel 1985 girate "I Pompieri". Guardi qui il cast e scelga un nome da raccontare. «Moana Pozzi, bellezza affascinante. Villaggio ce la presenta a cena, si parla del più e del meno. Improvvisamente guarda Andrea: "Tu passi per un tombeur de femmes , come sei a letto?". "Bravino, me la cavo". "Dove alloggi?". "Ai Parioli". "Ok, alle 2 stanotte sono da te"». Risultato? «Moana è puntuale. E Andrea fa il suo dovere...». E nel libro scritto dalla pornostar prenderà anche un bel voto: 7. Ma Andrea era davvero un playboy? «Si impegnava molto e otteneva buoni risultati, sempre con lo stesso metodo». Così ci incuriosisce! «Il giorno dopo aver conosciuto una tipa mandava rose e regali, diceva che era innamorato e che voleva sposarsi». Balle? «Al 90 per cento sì, ma è anche quello che le donne vogliono sentirsi dire!». Le conquiste più clamorose? «Nel 1987 giriamo "Lupo di mare", siamo in nave. E si mette con due tizie contemporaneamente grazie alle mie coperture. A ognuna dice: "L’altra la sto mollando". Su questo era un maestro». E poi come faceva a lasciarle davvero? «Metodo spray, la sera le sbaciucchiava, il giorno dopo spariva in una nuvola». Torniamo alla vostra carriera. L’ultimo grande successo di Gigi e Andrea è "Don Tonino", 1988. «Per noi sembra di tornare alle origini, ai tempi della parrocchia e a Don Stanzani, il nostro prete che era avanti già ai tempi e piaceva anche alle donne, un precursore di "Uccelli di rovo". Grande divertimento». Nel 1995 la separazione artistica, ognuno per la propria strada e basta tv insieme. La strada di Andrea però - lo rivelerà proprio lui - è una cattiva strada. Cocaina. «Io odio non avere il pieno controllo di me, mai provato mezzo grammo e mai bevuto. Sapevo di Andrea, ma lui negava, non avrebbe mai ammesso, si sarebbe vergognato di deludermi». Quindi le ha mentito. «Per lui è normale dire bugie, era così fin da piccolo». Quella storica? «Torniamo alle 5 di notte, sale le scale in punta di piedi per non farsi beccare ma a sorpresa incontra il padre che sta andando in bagno. Panico. "Andrea, dove vai?". Lui, geniale, senza farsi prendere dall’agi tazione: "Sto andando in università, mi devo mettere in fila per iscrivermi a un esame importantissimo"». Torniamo alla droga. Ad un certo punto Andrea ammette, fa outing. «Credo l’abbia fatto perché in quel momento era figo dirlo». Urca, Gigi. Commento durissimo. «Lo conosco troppo bene. E se glielo dicessi in faccia, starebbe zitto perché sa che è così». Ne è uscito davvero secondo lei? «Sicuramente, lo vedo sereno, tranquillo. E poi alla sua età ha provato tutto, ora non gliene frega niente». Parliamo di voi. Miglior pregio di Andrea? «Bontà, generosità». Difetto? «Si inalbera per nulla. E poi le bugie». Miglior pregio di Gigi? «La tranquillità». Difetto? «Sono menefreghista, nella mia vita non ho mai litigato con nessuno». Il miglior pregio di Gigi e Andrea? «Dove lui non arrivava, compensavo io. E viceversa». Difetto? «Ci pesavano le trasferte. Lui non ama guidare, toccava a me». Gigi, ultime domande veloci. 1) Il comico più bravo di sempre? «Mi piace Beppe Grillo». 2) Tra i nuovi? «Ale e Franz, rivedo i primi Gigi e Andrea». 3) Rapporto con il sesso? «Buono». 4) Paura della morte? «Credo che quando si arrivi a quel punto, si trovi anche la forza per affrontarla serenamente». 5) I tormentoni più belli cui è legato? «Quelli della mamma e del figlio: "Come ti ho fatto, ti disfo". "Questa casa non è un albergo"». Ultimissima. Non è che litigherà con Andrea proprio dopo questa intervista, vero? «Ahahaha. E perché dovrei? Ho detto solo la verità!». ALESSANDRO DELL’ORTO